1, 2, 3, …. 1998, 1999, 2000 passi ogni giorno. Il nostro cuore ne risentirà (positivamente)
Circa millecinquecento metri al giorno, gambe più o meno lunghe, possono ridurre l’incidenza di infarto miocardico acuto e di ictus. Quindici-venti minuti al giorno di cammino.
Basta poco per allungare gli anni di vita,migliorare la propria salute, vivere meglio.
Non prendere la macchina per recarsi al lavoro, o per accompagnare i figli a scuola , o per fare la spesa o salire a piedi le scale senza prendere l’ascensore, non serve solo per risparmiare soldi ed energia e quindi ridurre l’inquinamento ambientale ma fa stare meglio.
Questa conferma, poichè tale si tratta essendo già noto da anni il notevole contributo dell’attività fisica regolare per la lotta alle malattie cardiovascolari, non è una notizia dettata dalla crisi economica e quindi strumentale al risparmio, ma è frutto di una ricerca scientifica pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale The Lancet. Quindi non è pubblicata sulle numerose riviste a divulgazione popolare che trattano i temi della salute e per questo tirano parecchio, non fornendo sempre un informazione libera da interessi commerciali.
Una scoperta medico-scientifica trova la sua prima divulgazione su The Lancet che raggiunge migliaia di medici in tutto il mondo.
I ricercatori dell’università britannica di Leicester per la prima volta hanno dimostrato in novemila persone di quaranta Paesi che compiere almeno duemila passi al giorno diminuisce dell’otto per cento la mortalità per malattie cardiovascolari, in particolare infarto miocardico ed ictus. I soggetti analizzati erano affetti da intolleranza glucidica, un disturbo del metabolismo degli zuccheri ,stato che si può evidenziare semplicemente con un prelievo di sangue per il dosaggio della glicemia e dell’emoglobina glicata e o una glicemia post prandiale. L’intolleranza glucidica è frequentemente favorita dall’obesità e dalla sedentarietà; colpisce l’otto per cento della popolazione, in Italia 5 milioni di persone, nel mondo 344 che saliranno a 430 milioni nel 2030. Può esitare facilmente nella malattia conclamata, il diabete mellito che a buona ragione può essere considerata a tutti gli effeti una patologia cardiovascolare per le frequenti complicanze a carico del sistema arterioso.
Considerando che in Italia 250 mila persone muoiono per malattie cardiovascolari, pari al cinquanta per cento della mortalità generale in un anno, osservare questa semplice regola di almeno duemila passi al giorno può ridurre la mortalità di ventimila persone .
è un ulteriore tassello che testimonia che la riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, che in negli ultimi vent’anni si ‘ ridotta del 30 per cento , è provocata per oltre il cinquanta per cento dei casi dalla lotta ai fattori di rischio cardiovascolare e al cambiamento degli stili di vita e quindi alla prevenzione primaria.