Sondrio 18.XI PdL, scisma. Conseguenze per noi?
Un commento a caldo e c'è una ragione. In situazioni come queste chi commenta deve cercare per prima cosa di immedesimarsi, di entrare nel cervello, talora anche nel fegato, dei protagonisti perchè da questo dipendono i passi successivi che hanno scenari diversi. A Roma le cose sono andate come abbiamo visto seguendole in diretta ma la partita non è affatto esaurita, anzi comincia. Sotto traccia nei gruppi parlamentari che hanno tutto l'interesse a dimostrare una compattezza ferrea ma non così man mano che si scende: regioni, province, comuni. Qui non scattano meccanismi da massimi sistemi, le grandi questioni, l'avvenire del Paese e chi più ne ha più ne metta. Qui si innestano problemi d'ambito locale, aspetti di potere, perfino elementi di carattere personale.
La prima domanda è quella di immediato interesse: possono esserci conseguenze per noi? La domanda ha due risvolti, di carattere del tutto diversi l'uno dall'altro secondo che si tratti di conseguenze dirette o indirette. Per fare un esempio di queste ultime è evidente che se al Pirellone il clima sarà quello di una coesistenza, di una compresenza di chi segue Alfano con chi ha aderito a Forza Italia, le cose fileranno lisce. Non così se dovesse prevalere la componente emotiva.
Inevitabilmente si pone prioritariamente l'analisi di scenario che cercheremo di fare telegraficamente.
18 novembre, primo giorno
Partiamo dal fondo, dal 18.XI.2013 primo giorno feriale e per la nuova formazione politica che si dichiara nel nome il nuovo centro-destra ma anche della “nuova” formazione politica che riprende il nome del 1994 “Forza Italia”. Quando abbiamo sentito in diretta Berlusconi zittire le voci in sala (traditori ecc.) invitando a non fare nessun dichiarazione per non allargare il solco “con chi sarà domani nostro alleato al pari di Lega e di Fratelli d'Italia” ci è venuta spontaneo così commentare la situazione “Partito, sia pure in stanze diverse, di lotta e di governo”.
Torniamo, come altre volte, alle geometria che in politica è utile. Siamo nel caso di un triangolo rettangolo con due angoli acuti, meno di 90° ciascuno, e poi un muro dietro al quale ci sta Letta. PdL l'ipotenusa, i due lati FI e NCD. Ci dice la geometria che la somma di due lati è sempre superiore al dato riguardante il terzo. Ed è forse la geometria che ha colpito Berlusconi perchè pensando a quanti del PdL hanno disertato le ultime elezioni non v'è dubbio che potenzialmente, gli uni macinando in una direzione, gli altri in quella opposta, la somma dei lati superi, e anche abbondantemente, l'ipotenusa, con i suoi 9, 9 milioni di voti conquistati da Berlusconi il 24 e 25 febbraio scorsi.
Fantapolitica?
Ci sarà chi pensa che stiamo oltrepassando i confini dell'analisi politica per addentrarci nella fantapolitica. Non è così e lo si vedrà, anche perchè abbiamo scritto che lo scenario di cui sopra è una possibilità (il termine usato: “potenzialmente”). Berlusconi non ha rotto come molti ipotizzavano ed anzi ha sorpreso questa quasi filosofica accettazione di un fatto traumatico come la scissione. Si è detto dispiaciuto perchè considerava Alfano come un figlio e l'unica cosa che i commentatori hanno messo in rilievo è la battuta sul nome del nuovo raggruppamento politico che avrebbe potuto essere, così come ci sono “I fratelli d'Italia”, ha detto sorridendo, “i cugini d'Italia'. In realtà la battuta è andata a soddisfazione dei falchi, alcuni dei quali non erano e non sono molto contenti dell'atteggiamento soft verso, per loro non i dissidenti ma i scismatici. Neanche una parola, significativo anche questo, verso Scelta Civica o i loro dissidenti, nella logica che resta l'unione dei moderati non più ora sotto un unico vessillo ma in senso federale o confederale.
Il Governo?
Duri. “Non abbiamo i voti per farlo cadere perchè ci sono pronti 20 senatori di 5 stelle, con nome e cognome”. Ma il messaggio, in primis rivolto ai suoi, è la drammaticità della situazione economica con riferimento alla spietata concorrenza che viene a noi, ma in sostanza a tutta l'Europa dall'India (4 €uro il costo orario del lavoratore che in Europa ne costa 25) e da altri Paesi che esercitano una fortissima azione di calamita nei confronti delle nostre aziende. Anticipo di compagna elettorale su un tema sempre più caro agli italiani, quello dell'avversione crescente verso quell'Europa che è partita mamma, è diventata matrigna e ora ha definitivamente assunto, grazie al suo costoso apparato tecnocratico, le sembianze di Grimilde, la perfida strega nemica di Biancaneve.
La lunga parte dedicata alla Giustizia con qualche passaggio che fossimo a Montecitorio o a Palazzo Madama chiederemmo venisse verificato, come quello dedicato a Magistratura Democratica. Il percorso, per poter essere eseguito, richiede, quasi paradossalmente, che il Governo regga, che l'atmosfera fra i suoi si rassereni, che la situazione sia congelata perchè spostamenti da uno all'altro gruppo in questa fase assumerebbero un carattere provocatorio molto forte. Infine la sua indicazione per il futuro del suo movimento. Oltre all'introduzione delle preferenze che a suo modo di vedere le cose sono l'incentivo per i parlamentari a lavorare nel collegio di elezione dovendo essi conquistare e poi conservare il consenso, ha indicato uno schema organizzativo che arrivi fino ad avere quattro “sentinelle del voto” in ogni seggio elettorale per evitare brogli (chi gli ha calcolato in un milione e mezzo il numero di voti sottratti al PdL durante lo spoglio nelle 61.597 sezioni elettorali ha preso lucciole per lanterne e alla grande; sta comunque il fatto che avere i rappresentanti di lista ai seggi sarebbe non solo opportuno ma necessario). Sì ma dove il PdL poteva trovare almeno 61597 persone per averne uno solo al seggio, 9000 e rotti in Lombardia, oltre 150 in provincia, 21 a Sondrio posto poi di trovare dei Mandrake capaci di non muoversi dalla domenica mattina al lunedì notte? Il fatto nuovo è che Berlusconi si è finalmente convinto che occorra essere presente sul territorio. Sono cambiati i tempi, certamente, ma rispetto alle 106 sezioni che aveva la DC nei 78 Comuni della provincia ce ne corre dalla non presenza del PdL, ora Forza Italia, perlomeno nei maggiori centri. Presenza significa avere un certo numero di iscritti, una governance che imposti la sua attività con riferimento d'un lato all'attività comunale con i relativi rapporti, e dall'altro con una serie di contatti con il livello provinciale a sua volta in comunicazione con il livello regionale. E soprattutto svolga azione di proselitismo all'insegna della cultura politica.
Da 'Partito del leader” a...
Torniamo quo ante. Abbiamo in diverse occasioni sottolineato il limite del PdL dicendo che sarebbe stato indispensabile una trasmutazione dal 'Partito del leader', com'era, dirigisticamente strutturato, ad un partito in cui ci fosse il leader. Sarebbe diventato lui, ovviamente “Leader del partito”, ma l'intero meccanismo di selezione della classe dirigente sarebbe per forza di cose stato diverso determinando comunque un radicamento terruitoriale quello di cui il Canaliere ha avvertito la mancanza.
La periferia
Il diavolo – riferimento a nessuno, per carità ma solo al detto popolare o a eventuali movimenti in periferia – fa le pentole ma non i coperchi. “Potenzialmente” perchè? Bisogna fare i conti con, appunto, la periferia. Un solo esempio: in Regione c'era un gruppo consiliare. Ora ce ne saranno due sostanzialmente quasi equivalenti. Non lo sono però in Giunta dove gli scissionisti hanno un solo assessore. Lasciamo all'intelligenza del lettore il resto non senza però ricordare che se Berlusconi a Roma è riuscito, anche se solo in parte, a fare il pompiere in giro per l'Italia di “tajaemedeghisti” è difficile che gli interessati ne trovino.
In Valle senza problemi
Del tutto diversa la situazione in provincia. Quando, durante la diretta dall'EUR, mentre la bravissima collega Alessandra Sardoni svolgeva le sue interviste, abbiamo visto Del Tenno che confabulava con un personaggio televisivamente importante ma di cui non ricordiamo il nome, abbiamo avuto conferma di quello che si stava dicendo a Sondrio in capannelli, non di politici, sotto il Garibaldi alla vigilia. E così non è stata una sorpresa riscontrare che i quattro delegati alla seduta del Consiglio Nazionale fossero allineati. Sarà interessante vedere se gli Alfaniani riusciranno a organizzarsi anche in provincia.
La domanda che interessa a tutti riguarda i nostri problemi. In Regione, ad di là di scaramucce tra i due gruppi ex PdL non ci pare vi siano nuvole all'orizzonte. Fra Milano e Roma abbiamo il problema della differenza che manca per la tangenziale di Tirano. Non siamo messi male come presenze avendo i responsabili per le infrastrutture (Ministro Lupi a Roma e Del Tenno a Milano) piena cognizione del problema e di cosa rappresentino le comunicazioni per l'intera provincia
(fine della prima parte)
a.f.