Non c’è più tempo da perdere per ripensare il nostro modello di sanita’

Lo impongono gli indicatori di salute che sono critici per la nostra popolazione

Non c’è più tempo da perdere per ripensare il modello di sanita’ della Valtelllina e Valchiavenna. Lo impongono gli indicatori di salute che sono critici per la nostra popolazione: un’elevata mortalita’ generale , il 10 % per cento piu’ elevata della media italiana con 11 decessi ogni 1000 abitanti, un’elevata mortalità evitabile, saimo al centesimo posto nei maschi, una piu’ bassa speranza di vita, un’elevata mortalita’ per tumori e per infarti.
Gli stessi numeri della pandemia che ha flagellato le nostre comunita’, collocandoci al sesto posto tra le province lombarde, ci chiedono di cambiare rotta.
I problemi sono iniziati quando  la Regione Lombardia ha decretato la fine della sperimentazione che prevedeva la gestione degli ospedali provinciali insieme alla sanita’ territoriale in un’unica azienda socio-sanitaria, con la gestione autonoma del Morelli  e la trasformazione dell’ ospedale di Gravedona da ospedale zonale, allora  gestito da religiose, in policlinico con le alte specializzazioni.
Nella Regione Veneto gli ospedali ed il territorio  sono gestiti da un’unica azienda socio-sanitaria  e questo ha contribuito a contenere la pandemia  in modo deciso.
In tutte le province montane  le attivita’ ospedaliere sono connesse a quelle territoriali con un’alta percentuale di ammalati  assistiti a domicilio.
Il problema che affligge la nostra provincia  in questi ultimi 20 anni è l’incapacità della politica locale di essere unita per portare  avanti alcuni progetti su temi essenziali come la promozione della salute, ma anche la viabilita’, le acque e la difesa del territorio. I consiglieri regionali eletti hanno inciso poco sulle scelte strategiche.
E’ auspicabile riconoscere le nostre specificita’ con atti concreti e coraggiosi, e declinare conseguentemente la necessità di autonomia e di autogoverno.
E’ necessaria una legge speciale regionale per la sanità di montagna per la provincia di Sondrio con un’unica Azienda provinciale socio-sanitaria che gestisca le attivita’ degli ospedali di Chiavenna, Morbegno e Sondrio  unitamente ai servizi territoriali di igiene, prevenzione e di medicina generale.
L’ente Morelli ospedaliere di Sondalo dovrà ritornare tale, con un management dedicato e   con la veste giuridica di una Fondazione  per poi giungere all’IRCCS..
Entrambe le decisioni  possono essere contenute in un  unico testo legislativo  promulgato celermente dalla Regione Lombardia. Questa è un via percorribile e di buon senso ma dipende dalla buona politica realizzarla.

Gianfranco Cucchi

Angolo delle idee