L'ANGOLO DELLE IDEE: 1) MORBEGNO, COSIO, TALAMONA COMUNE UNICO!
Spett. Gazzetta di Sondrio
Abbiamo letto il vostro articolo sulla questione del Comune unico di Valchiavenna.
C'é un'altra situazione che deve essere considerata come prioritaria, molto più di quella chiavennasca. Nel momento in cui tutti sostengono che devono essere ridotte le spese eliminando le Province ed accorpando i Comuni nessuno ha ancora proposto la situazione ideale: il Comune unico tra Morbegno, Cosio e Talamona.
Perché insieme
Morbegno e Regoledo sono ora un tutt'uno. Morbegno e Talamona sono stati unificati dalla zona industriale con una viabilità ottima. Fra tre o quattro anni, finita la tangenziale, anche la SS38 diventa provinciale e ulteriore collegamento intercomunale.. Dal Tartano sino alla Stazione di Cosio si é sviluppata una città di 20.000 abitanti. Questa unione fornirebbe l'occasione per un ridisegno complessivo.
Le frazioni
Campovico, Desco, Paniga, oltre Adda, potrebbero in futuro essere il nucleo di un Comune dei Cek. Mellarolo e Sacco sono Val Gerola e potrebbero andare insieme a Gerola, Rasura, Pedesina. Gli uffici potrebbero venire riunificati. Il Consiglio Comunale sostituirebbe i tre Consigli attuali.
La nuova città di Morbegno, articolata in tre comparti - Centro Storico, Cosio, Talamona -, avrebbe 20.000 abitanti e potrebbe competere con Sondrio.
Nessuno ha mai parlato di questo problema. E' ora di farlo, magari costituendo un Comitato Promotore che potrebbe far capo alla Fondazione Mattei.
"Pro Morbegno unita"
NOSTRA NOTA
L'idea per la verità non é nuova anche se nessuno l'ha mai raccolta. Il nostro giornale si é occupato in più di una occasione della questione del Comune unico di Valchiavenna - a nostro giudizio non convincente - ma in precedenza anche delle possibili aggregazioni nel quadro dei 78 Comuni della provincia di Sondrio.
Fusione? Scetticismo
Abbiamo sempre manifestato scetticismo sulla fusione dei Comuni. Nonostante spinte, esortazioni, incentivi economici in tanti anni in Lombardia ci sono in tutto12 proposte di fusione ma il numero dei Comuni é ancora di 1544, dai 1546 che era decenni fa. La fusione non può essere imposta. Può - a nostro avviso 'deve' - essere imposta ai piccoli Comuni la gestione associata di tutte le attività di servizio con autonomia, nell'ambito di contesto, della pianificazione urbanistica e su aspetti minori. Tutti contrari, almeno gli amministratori dei 5 Comuni "fusionisti", nel dire no alla 'Unione' per la gestione associata. Liberi di farlo, per carità ma provino a pensare, per fare un solo esempio, perché si debbono tenere 13 uffici di un servizio particolarmente delicato come lo stato civile quando ne basterebbe uno solo a Chiavenna visto che rispetto ai tempi di Carlo Codega qualcosa é cambiato rispetto a quando, non molto tempo fa, il certificato di nascita durava solo tre mesi come se nel quarto mese i dati potessero cambiare! Ad esempio l'autocertificazione ha ridotto il lavoro e l'informatica lo ha semplificato. Non occorre fondere i Comuni per ottenere il risultato...!
L'esempio francese
La Francia ha notoriamente una efficientissima amministrazione pubblica. Ebbene il suo assetto istituzionale poggia su 36.569 Comuni (più 212 d'Oltremare), 96 Dipartimenti (e 5 d'Oltremare) che poi sono divisi in arrondissements, 22 Regioni (e 5 d'Oltremare).
In Italia i Comuni sono meno di un quarto, 8092.
Erano 8100 una trentina di anni fa. Se la situazione é questa le ragioni per non fondersi ci sono.
Non vogliamo trattare di nuovo tutto il problema; facciamo invece due battute. Che qualcuno che deve fare una recinzione a Mottaletta debba andare a Chiavenna per avere l'autorizzazione non pare bella soluzione. In termini di maggiore sostanza: com'é pensabile che la gente di Madesimo possa accettare che decisioni importanti per il suo sviluppo turistico vengano affrontate e decise da un Consiglio Comunale nel quale, per questione di voti, riuscirebbe ad entrare , e non é detto che ci riesca, un solo rappresentante di quel centro, visto che i consiglieri sarebbero 10 in tutto per la maggioranza e 6 per le minoranze.
Il caso Morbegno
Il caso Morbegno: hanno ragione quelli che ci hanno scritto (un'altra volta però firmate!...) perché la fusione dei tre Comuni si presenta come esempio da manuale, ovviamente tenendo conto che si tratta di un processo e non di una rivoluzione d'acchito. Prendiamo lo Stato Civile. L'ufficio di Morbegno, opportunamente ristrutturato e con dotazioni al top così come tratta i suoi 12.000 e rotti residenti, può svolgere la stessa attività anche per i quasi 5000 abitanti di Talamona e gli oltre 5000 di Cosio. L'accesso al municipio dei cittadini di Cosio non cambia di molto se invece che nella locale Piazza S. Ambrogio si debbono recare in Via S. Pietro a Morbegno. Non vale questo ragionamento per Talamona ma in entrambi i centri ovviamente resterebbe un ufficio distaccato. Basterebbe comunque fare uno studio per accertare i vantaggi. Un Comune con tre 'comparti' per tenere conto della storia di una comunità. Teniamo pure conto che dall'Unità d'Italia in provincia sono stati soppressi solo tre Comuni. Nel 1867 Boffetto andato sotto Piateda e Acqua che aveva conservato cone "frazione", singolare organismo pubblico,un suo status, suo Consiglio, sue proprietà consistenti in boschi, alpeggi e persino l'edificio sede del Municipio di Tresivio. Terzo Comune soppresso quello di Campovico nel 1938. Ricordiamo i cambi di denominazione: da Pendolasco a Poggiridenti nel 1929 (decisione del podestà Orsatti) e da Isolato a Madesimo nel 1984 (esito referendum).
Un Piano di Governo del Territorio come quadro, anche volto a considerare l'hinterland, e poi articolazioni operative in ognuno degli ex Comuni con strumenti, anche di rappresentanza, adeguati utilizzando l'autonomia ordinamentale.
In conclusione via da percorrere sempre che, ovviamente, siano d'accordo i cittadini sulla base di indispensabili approfondimenti e coinvolgimenti e non per decisioni prese dall'alto.
Frizziero