CINQUE SOLI GRANDI COMUNI IN PROVINCIA? 11 9 20 90
Riceviamo e pubblichiamo:
"C'è la gara fra i politici a proporre grandi ristrutturazioni della cosa pubblica. Non ho però sentito nessuna riflessione seria se non quella di solleticare il qualunquismo e il populismo. Una massa di incompetenti di un livello politico e culturale veramente incredibile. Ad una trasmissione televisiva intervistavano dei deputati sulla Costituzione italiana: non ne conoscevano neppure l'incipit e dichiaravano che la volevano cambiare !! Wow !! Questi che propongono l'accorpamento in cinque Comuni evidentemente non conoscono il territorio valtellinese, ne ruolo svolto dai piccoli comuni, ne come funzionano. Proposte per risparmiare cosa ? poche centinaia di Euro (quando sono riconosciute) di compenso al Sindaco? Giù invece il cappello ai nostri Sindaci che in molti casi devono lavorare come matti per animare la vita sociale di questi piccoli paesi, tengono in vita Pro Loco o altre associazioni di volontariato, intervengono in prima persona nelle situazioni sociali difficili. Analogo discorso per il personale di queste piccole realtà amministrative che, in genere, si sente sempre molto coinvolto e quindi non si risparmiano certo nel lavoro.
Un discorso serio sarebbe quello di razionalizzare i lavori, centralizzare certe competenze per far si che il personale dei comuni non disperdano le energie fra 1000 adempimenti. Questa è una strada per dare maggior efficienza all'amministrazione pubblica. Per gli Enti intermedi la razionalizzazione invece passa attraverso la ri-definizione delle competenze per evitare inutili sovrapposizioni, anche se in alcuni casi la necessità di confrontarsi fra più realtà amministrative per un opera obbliga a considerare un ventaglio di prospettive diverse che spesso giova al risultato finale.
Cosa nasconde questa fregola politica? E' che in realtà si vuole eliminare o comunque limitare la democrazia dal basso. I sindaci, nei piccoli Comuni, sono in genere scelti dai cittadini fra gli abitanti del paese che più si danno da fare nel volontariato. E' un accesso alla politica che viene dal basso. Nei grandi Comuni vengono scelti dall'alto. Sono nomi proposti dalla casta. La riforma delle province ha un disegno analogo: via i consiglieri democraticamente eletti. Al loro posto i Sindaci del territorio, che ovviamente quando si trovano in questo contesto hanno solo la fissa di portare a casa più risorse possibili per il loro Comune e non certo quella di dar vita ad una dialettica maggioranza - minoranza per il governo ottimale dell'ente intermedio.
Mandiamo a casa la casta. MAI PIU' DI DUE MANDATI per qualsiasi carica, non solo per quella di Sindaco.!!!"
Fin qui la lettera che richiede però per obiettività la pubblicazione cui la lettera stessa fa riferimento ovvero il comunicato diffuso da "Futuro e Libertà", Comitato promotore di Sondrio:
"Nel dibattito apertosi in seguito alla proposta di abolizione delle Province, il Comitato promotore di Futuro e Libertà della Provincia di Sondrio appoggia pienamente la proposta dei rappresentanti di Sondrio Liberale, Andrea Massera e Antonio Grimaldi.Siamo infatti in totale sintonia sul concetto secondo il quale il Disegno di Legge Costituzionale debba essere il mezzo tramite il quale pervenire ad una radicale razionalizzazione degli Enti Locali, a partire da quelli non elettivi, e delle loro funzioni.
OTTIMIZZARE LE RISORSE
Allo stesso modo rilanciamo la spinta verso la realizzazione di entità comunali più ampie ed uniformi, fino ad arrivare idealmente a cinque grandi comuni in grado di ottimizzare risorse economiche ed uso del suolo, intento peraltro perseguito dal Disegno di Legge del quale è stato primo firmatario il senatore Valditara.
Si tratta certo di obiettivi ambiziosi, comunque conseguibili con un dialogo serio e costruttivo tra le forze politiche, economiche e sociali, non certo con proposte pseudoautonomiste o indipendentiste che, magistralmente, sembrano voler continuamente rimescolare le carte perché nulla cambi.
IL COMITATO
Lorenzo Ruffatti - Coordinatore
Giuseppe Patti - Portavoce
Andrea Giovanettoni, Alberto Gobetti, Massimiliano Oriolo, Marco Valsecchi"
Per parte nostra ci rifacciamo a quanto più volte esposto in argomento a cominciare dal fatto che non è affatto il numero dei Comuni che conta ma le competenze e come vengono svolte le funzioni. La Francia, notoriamente all'avanguardia quanto a Pubblica Amministrazione, di Comuni ne ha più del quadruplo rispetto a noi. E questo solo per stare sul piano istituzionale visto che poi esiste il problema della rappresentanza su una base identitaria ecc. ecc. (NdD)