Questione idroelettrica – Occorre un salto di qualità e grinta politica di Giovanni Bettini

A fronte del percorso istruttorio avviato dalla regione Lombardia per il progetto di potenziamento dell’impianto Venina-Armisa, presentato da Edison, i Comuni interessati hanno fatto una scelta accorta e ammirevole. Non si sono limitati a un aprioristico dissenso. Hanno voluto entrare nel merito della problematica ambientale attivando un gruppo tecnico interdisciplinare volto a compiere un attento esame degli elaborati presentati da Edison per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) al fine di esprimere unitariamente in sede regionale qualificate osservazioni. Ciò avverrà con la “conferenza di concertazione” di giovedì prossimo. Le valutazioni che emergono sembrano essere molto severe. E il comitato popolare appena costituito è deciso a fare la sua parte di pressione politica. L’evoluzione della vicenda sarà di grande interesse. Si ha di fronte una delle maggiori società energetiche a livello internazionale, incrociata con AEM e peraltro con autorevolissime presenze finanziarie valtellinesi. Gli interventi sono audacemente previsti all’interno del Parco delle Orobie e interessano Siti di Interesse Comunitario. E’ una partita che si aggiunge a una serie di altri progetti idroelettrici per lo più minori – i cosiddetti piccoli salti – in una fase legislativa e giuridica che vede assai ridimensionata l’influenza degli enti locali sulle scelte. Le cause sono molteplici: crisi energetica sempre più incombente; direttive europee e legislazione nazionale che attribuiscono alla produzione energetica, soprattutto da risorse rinnovabili, un primario interesse pubblico prevalente su altri; attributo di “energia pulita” all’energia idroelettrica anche quando altera profondamente un bacino idrografico; incentivi spropositati che determinano un grande business, con soldi provenienti anche dalle bollette salate che paghiamo. In questo quadro i contenziosi finiscono spesso con sentenze dei TAR e del Tribunale delle Acque favorevoli ai titolari dei progetti. Sono frequenti i casi di pene pecuniarie per ad amministratori per opposizioni ritenute surrettizie. Si è di fronte a un’opinione pubblica valtellinese in larghissima parte contraria a questo ipersfruttamento e il sorgere di comitati mostra volontà locali di aggregazione. Un coordinamento tra comitati potrebbe dar luogo a un significativo movimento che però necessiterebbe di una trascinante guida istituzionale a livello provinciale, di una coesione di forze politiche, di un progetto forte, innovativo e condiviso, per agire a livello nazionale, per portarlo a un tavolo con adeguato potere contrattuale. La Provincia sembra avere completato la redazione di un piano territoriale che mostra grinta contro il pervasivo sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua attivando lo strumento del vincolo paesistico ambientale. Quando il piano sarà vigente (settimane? mesi? anni?) sarà uno strumento in più a livello sovraccomunale anche se, come detto, una giurisprudenza consolidata tende ad anteporre l’interesse pubblico “energia” ai valori dell’ambiente e del paesaggistico. Una cosa però è certa: in uno scenario di mercato liberalizzato l’energia si potrà comperare su Internet, i torrenti spumeggianti no. La necessità di affrontare la questione idroelettrica affiancando ai movimenti di associazioni, gruppi e comitati una robusta azione politica si accentuerà tra poco con la seconda fase dei progetti per grandi elettrodotti, dopo la prima fase: quella della realizzazione del tratto Robbia-S.Fiorano. Il cosiddetto accordo di programma associato a quella realizzazione è rimasto per molti aspetti inattuato; la razionalizzazione della grande ragnatela di elettrodotti che ci avvolge è lungi dal cominciare. Ora questa seconda fase si riapre. La Valtellina ha di fronte ben cinque soggetti energetici di primissimo piano: GRTN, TERNA, ENEL, AEM,SONDEL. Sono in ballo le progettazioni dei nodi di trasformazione di Grosotto e Tirano, l’elettrodotto a 380 Kv Tirano – Piateda – Verderio, la “Merchant line” Sils-Verderio. In una fase nella quale la trasmissione di energia diviene cruciale quanto la produzione, la Valtellina ha l’occasione di misurarsi – pure da modesta formichina periferica e sonnolenta – con il massimo raggruppamento di protagonisti del mercato energetico e finanziario. Come e che cosa chiedere? Anzitutto questa volta il posizionamento di grandi autostrade energetiche dovrà corrispondere, pressoché contestualmente, con il drastico sfoltimento della selva di elettrodotti esistenti. Occorre un percorso decisionale trasparente, con gli enti locali coinvolti in un processo di Valutazione Strategica. L’occasione è tale da mettere anche sul tavolo temi grossi di facilitazioni sul costo dell’energia, coinvolgimento dei soggetti energetici e finanziari in significativi progetti di sviluppo e innovazione. Ma istituzioni e partiti hanno voglia di queste cose? Elaborati progettuali sono da tempo in possesso della Provincia. Qualche timida riunione con enti locali è avvenuta, ma rispetto al tran-tran occorre un salto di energia….politica!

Giovanni Bettini
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