ARGOMENTI PROPOSTI DA Gianni TOFFALI: ANCORA ELUANA
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Le tenebre, come narrano le vicende umane, danno all'uomo la possibilità di manifestare i suoi lati più oscuri. Non a caso, omicidi, furti, malefatte e nefandezze prendono corpo con la complicità del buio. E così come un ladro nella notte, Beppino Englaro ha sottratto la figlia Eluana alle suore che amorevolmente l'accudivano, per portarla in una clinica che altrettanto "amorevolmente" si è offerta di rendere operativa la sentenza di morte decretata dai tribunali italiani laici. Se Eluana verrà fatta morire di fame e di sete, si tratterà della prima esecuzione capitale comminata da uno Stato repubblicano. A nulla sono valse le parole di Ratzinger contro l'eutanasia e a nulla sono valse le preghiere di molti fedeli per la conversione di Beppino. In questa vicenda ciò che sconcerta, è l'accanimento manifestato da una buona fetta di opinione pubblica nel voler far morire a tutti i costi una povera ragazza indifesa. Nell'aria c'è una tale volontà di violentare la vita umana, da far pensare alla gelosia di Satana per il superamento in efferatezza dei suoi allievi carnefici.
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Da un sondaggio pubblicato su un quotidiano nazionale, sembra che oltre il 60% (molti di meno, sotto il 50% - ndr) degli italiani sia favorevole a far morire di fame e di sete Eluana. Qualcuno si sarà chiesto come sia possibile che l'Italia cattolica sia in preda a cotanto cinismo. La risposta è presto detta: una buona fetta di organi di informazione ha deliberatamente sorvolato sulle effettive condizioni cliniche di Eluana. Ad esempio, perché non è stato detto che ha regolari mestruazioni, che respira autonomamente, che non prende alcun farmaco e antibiotico, che non è attaccata ad alcun macchinario e che apre gli occhi al mattino e li chiude alla sera? E perché non sono state spiegate le motivazioni per cui il "protocollo di esecuzione" prevede la somministrazione di endorfine, analgesici e di farmaci antidolorifici? Ha senso lenire le sofferenze di una "vegetale" considerata clinicamente già morta? I laicisti atei che non hanno Dio nel cuore, abbiano almeno il coraggio di ammettere pubblicamente che l'unica risposta che riescono a dare al dramma della sofferenza umana si chiama morte. Che poi si voglia chiamare eutanasia, suicidio, ammazzamento o ipocritamente pietà, è una mera questione linguistica.