BASTA CON LE BEFFE….E…LE BUGIE

E nostra nota

Abbiamo letto con curiosità la notizia riportata da tutti i media che finalmente giustizia è fatta.

L'enfasi, la commozione quasi, con cui Emilio Fede ha dato la notizia al Tg4 era quella delle grandi occasioni. Berlusconi è stato assolto dal reato di falso in bilancio (lasciamo stare per quale caso avendone lui collezionato una infinità); la Corte di Cassazione ha assolto il sig. Berlusconi in quanto il reato a lui ascritto non è più previsto tale dalla legge italiana.

Già, dal 1995 al 2008 (periodo in cui si è svolto il processo), lui ha avuto tutto il tempo e le circostanze favorevoli per far approvare una legge ad hoc che cancellasse dal codice penale il reato, appunto, di falso in bilancio.

Non parliamo poi di altre leggi ad personam, del conflitto di interessi mai affrontato e men che meno risolto, eccetera. Il potere di quell'uomo è così forte, così incisivo e così accattivante da permettere al suo pool di avvocati di trovare ogni volta cavilli, pretesti e quant'altro ancora, per ritardare e rinviare nel tempo l'apertura dei processi, facendo cadere in prescrizione i reati per i quali era stato, o è rinviato a giudizio. Non c'è che dire, entrare nelle grazie di un uomo così potente fa dormire tranquilli e permette di contrabbandare per verità indiscusse anche le peggiori bugie, specie nella stesura dei bilanci.

Come dicevo, il suo è un potere anche accattivante perché da buon attore, come dimostra di essere, sa dire le cose al momento giusto e nel luogo giusto, sa dire e smentire con protervia e disinvoltura disarmante anche cose di notevole gravità. Come si dice in gergo, è capace di "bucare il video".

Si immagini ora l'effetto dirompente che avrà quella notizia tra la gente che ha a che fare con la redazione dei propri bilanci. Quella gente che il governatore della Banca d'Italia ha qualificato come categorie premiate dalla sorte (lavoratori autonomi) avendo aumentato, dal 2000 al 2006, ben il 13,5% il loro reddito (mentre i lavoratori dipendenti, sempre nello stesso periodo, sono rimasti al palo, con uno 0,32%).

Chissà come saranno contenti anche quegli amministratori pubblici che pur in presenza di pesanti condanne per corruzione e frode passate in giudicato, si vedono premiati con incarichi di prestigio, come è il caso del sig. xxx recentemente nominato dal governo della Regione Lombardia a Direttore Generale xxx (Gli xxx sono nostri in quanto non abbiamo riscontri giustificativi - ndr).

Vien da dire in proposito: a che serve essere onesto e scrupoloso?, se più sei corrotto più vieni premiato?. Altro sconcio ripugnante lo abbiamo osservato alla TV quando ci ha mostrato un sig. Cuffaro (governatore della Sicilia) tutto sorridente con un vassoio di cannoli in mano che festeggiava la sua condanna a cinque anni di carcere per truffa e corruzione. Ma la cosa peggiore che aggrava lo sconcio, sono le manifestazioni di solidarietà pervenutegli da alcuni big della politica destrorsa italiana.

Questa fotografia distorta dell'Italia, fatta di scandali, truffe, incidenti sul lavoro, criminalità organizzata, conflitto di interessi, reati impuniti, quantità di rifiuti lasciati per le strade, inquinamento e deturpazione del territorio, carriere costruite sulla fedeltà e non sulla competenza, eccetera, che gira sui Media internazionali non ci fa onore. Ma questa non è l'Italia vera!

L'Italia vera è quella che vive nella legalità, è quella costituita da tanti seri lavoratori e lavoratrici, da famiglie che costruiscono il loro avvenire onestamente e spesso con grandi difficoltà economiche, da professionisti eccellenti, da imprenditori seri che sanno assumersi fino in fondo le responsabilità sociali dell'impresa e dimostrano di amare la loro impresa attraverso il rispetto e la stima dei loro collaboratori, da scienziati che con il loro impegno danno lustro al Paese, da artisti e intellettuali che ne rappresentano l'anima creativa, dal volontariato sociale, da funzionari competenti veri servitori dello stato.

L'Italia vera è questa. Dobbiamo rivendicarla ad ogni livello come dovuta ad un popolo che se la merita e che rifiuta di essere usato e strumentalizzato da gruppi di potere e da interessi di parte. Dobbiamo dire basta a chi usurpa e deturpa l'immagine giusta di un Paese che sappiamo essere grande per storia e dignità nazionale. Dobbiamo far emergere l'Italia maggioritaria, quella virtuosa, quella che ha come unico scopo il bene comune.

Febbraio 2008 Valerio Dalle Grave

Nostra nota

Nel pubblicare una nota, sia pur forzatamente sintetica, ci vuole. Il discorso del falso in bilancio, come reato, è complesso tanto che da molti anni se ne discuteva per mille ragioni. Citiamo, ad esempio, la mancata o erronea iscrizione di voci contabili e una massiccia alterazione dei dati di bilancio. Era uno stesso reato. Con aggravanti o attenuanti ma stesso reato. Poi sul piano pratico interpretazioni, diciamo discrezionali, nei processi. Un secondo aspetto, che vale per Berlusconi, come per Agnelli come per decine di migliaia di altre persone, è quello del chiamare a rispondere di questo "reato" il Capo, che magari è pienamente al corrente di quel che avviene in una delle sue molte società ma che potrebbe invece essere totalmente all'oscuro. Senza entrare nel merito o prendere posizione non si può non far presente due cose: da una parte che la magistratura di Milano pare sia stata molto, molto occupata nei confronti dell'on. Berlusconi e di altri (sen. Previti ad esempio di cui vorremmo sapere se il Fisco si è mosso per via della da lui asserita parcella multimiliardaria così come se si è mosso su Consorte…); dall'altra che ci sono stati prima cinque anni di Governi Prodi, D'Alema, Amato, poi quasi due ani di governo Prodi. Come mai non si è provveduto in fatto di conflitto d'interessi eccetera?

D'accordo poi sull'Italia vera, ma una integrazione ci vuole. D'accordo per lavoratori e lavoratrici, famiglie, professionisti eccellenti, imprenditori seri, scienziati, artisti e intellettuali, volontariato sociale, funzionari. Ci sono anche tantissimi amministratori pubblici che si smazzano per gli altri con spirito di servizio, e tanti politici, non importa di qual colore, che meritano altrettanta attenzione e non il qualunquismo dilagante alla Grillo che non distingue il grano dal loglio e che rappresenta un grazioso regalo ai disonesti che nel calderone generale riescono così a mimetizzarsi.

NdD

Valerio Dalle Grave e NdD
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