MA COSA CI FA UN VALTELLINESE IN CINA?

La sorpresa su National Geographic Italia, numero di maggio

Sul "numero speciale" di National Geographic Italia, maggio 2008, interamente dedicato alla Cina una grossa sorpresa. A pagina 122 l'articolo "Italiani in Cina - DALLA VALTELLINA CON FURORE" è interamente dedicato a Andrea Coatti, nato 23 anni fa a Caspoggio e ora a Chongli. Dove? La rivista dice solo che si tratta di "un villaggio di qualche migliaio di anime perso a 200 km dalla città più vicina". Per la verità non è così, come da nostra ricerca. Infatti si trova a nord di Pechino, ed é un centro di 60.000 abitanti, nella regione di Hebei, a 218 km a nord di Pechino, all'interno della municipalità di Zhangjiakou che conta 4,5 milioni di abitanti sede della più importante industria vinicola cinese, dove, come mille altre cose in Cina, si sta sviluppando lo sci. In quella vallata, a 3-4 ore di auto dalla capitale e non lontana dalla Grande Muraglia Cinese, sono arrivati gli italiani, il gruppo Leitner di Vipiteno e il Gruppo Marzola che hanno creato una nuova stazione sciistica con il nome che è tutto un programma: "Dolomiti Mountain Resort". L'altitudine del comprensorio è compresa tra 1600 e 2000 metri per cui partendo da una prima seggiovia a sei posti e cinque piste da sci, si arriverà a cinque impianti di risalita, a 15 piste da sci per 17 chilometri di sviluppo oltre a 4 mila posti letto. Una curiosità: in questi giorni la temperatura minima è sui 2/3 gradi, la massima tra i nove e gli undici.

Lui, caspoggino sulle nevi della Cina

Chi c'è a Chongli? Lui, Andrea Coatti, 23 anni, nato a Caspoggio ove vivono i genitori, Lucio - il cui padre da Ponte di Legno aveva deciso di passare alle Alpi Retiche arrivando in Valmalenco - e la madre Donatella Dioli. E che ci fa in quel del nord della Cina? Una professione naturale per uno di Caspoggio: il maestro di sci. Il maestro di sci, in Cina ?!? Sì il maestro di sci. Se ne era andato a in Australia e Nuova Zelanda per imparare l'inglese e per "fare le stagioni". Gli hanno chiesto se voleva andare in Cina a insegnare come scendere con lo snowboard. C'è andato e si è trovato bene

Simpaticissima l'intervista rilasciata alla rivista, che ovviamente non possiamo riportare. Dalla "invasione di facce cinesi, giovani alla moda e vecchi improvvisati sportivi" alle novità come trovare dopo un anno i taxi prima inesistenti, o il camion che porta via la spazzatura mentre l'anno prima in una situazione tipo Napoli erano gli animali a provvedere. Interessante poi immaginarlo "senza parlare una sola parola di cinese, zaino in spalla e nessuna guida" ad andarsene in giro al sud, bersagliato di foto dai cinesi, per due mesi in treno e autostop.

Non male. Senso dell'avventura senza dubbio. E il pensiero corre agli altri 100.000 e oltre valtellinesi che in altri tempi in cui non esistevano gli aerei, i telefoni e via dicendo, hanno pure tentato l'avventura oltre gli Oceani per la sopravvivenza. Più facile dunque oggi ma questo nulla toglie allo spirito di intraprendenza del nostro Andrea, raggiunto in questi giorni dal fratello, al quale vogliamo formulare un augurio particolare. Quello, domani, di tornare in Valmalenco per fare la guida ai cinesi di Chongli, di Zhangjiakou, di Pechino che, conosciuto il benessere vengano a conoscere, senza voler disprezzare le loro "collinette" - così le definisce lui - le nostre signore montagne.

GdS

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