Eldorado Svizzera?
(r.e p.). Una volta dall'Italia arrivavano solo capitali. Ora in Svizzera traslocano anche le piccole e medie aziende.
Per sfuggire a un fisco sempre più opprimente e a un sistema-Paese sempre meno competitivo molte PMI trasferiscono la sede in Canton Ticino.
Al dipartimento economico cantonale di Bellinzona i dati sono questi: dal 1997 al 2012, grazie al programma «Copernico» si sono insediate in Ticino 241 aziende, di cui 113 di nazionalità italiana. Ma «Copernico», con i suoi finanziamenti agevolati, è solo una delle vie d'ingresso.
Perché? I fattori d'attrazione sono molteplici:
Accanto a un fiscalità più equa, c'è uno Stato che funziona: burocrazia snella, pace sociale, stabilità politica, microcriminalità zero, niente lavoro nero, disoccupazione al 4%, libertà di licenziare, due anni di indennità per chi è a spasso, personale qualificato che parla più lingue, infrastrutture eccellenti, un sistema finanziario e un sistema scolastico di primo livello, banche commerciali in grado di accompagnare il cliente nel mondo.
La Svizzera è un trampolino per l'Europa e il Medio Oriente. Oggi il Ticino è il rifugio dei piccoli imprenditori che sono i benvenuti, purché non facciano concorrenza alle imprese locali; e se assumono cittadini elvetici o si insediano in zone depresse gli si spalancano le porte dell'amministrazione.
Talune aziende sono riuscite a negoziare con il Comune svizzero di residenza esenzioni fiscali anche decennali.
Fiscalità ai minimi e basso costo del lavoro. Potrebbe sembrare un paradosso per uno dei paesi con il maggior Pil pro-capite al mondo, ma non lo è per niente.
I 60mila frontalieri - gli italiani che varcano ogni giorno il confine per andare a lavorare in Svizzera - rappresentano, per le imprese dello italiane hanno eletto domicilio nel Cantone, una specie di "esercito salariale di riserva".
Alcuni costituiscono in Svizzera una società indipendente da quella italiana, che acquista l'intera produzione da quella italiana e la rivende dalla Svizzera in tutto il mondo. I frontalieri che impiego permettono di risparmiare il 30% delle imposte che si dovrebbero versare in Italia.
Costano meno, anche se ora l'ufficio del lavoro impone un livello minimo di stipendio per evitare la concorrenza tra dipendenti italiani ed elvetici.
D'altra parte, pagando le tasse in Svizzera, il frontaliere si ritrova un netto in busta paga più sostanzioso di quello che avrebbe in Italia a parità di stipendio.
L'unica complicazione sono le spedizioni dall'Italia. La Svizzera non è nella Ue. La merce, per attraversare il confine, deve essere accompagnata sempre da fattura.
L'inclusione della Svizzera nella black list dei rifugi fiscali è uno dei temi caldi nei rapporti tra Berna e Roma, ma le sue ripercussioni sul sistema economico italiano potrebbero essere controproducenti.
Per le complicazioni poste in essere dalla "lista nera" parecchie aziende italiane hanno deciso di spostarsi completamente in Svizzera.
La Svizzera offre velocità e servizi di comunicazione e trasporto efficienti che inducono aziende come quelle della moda a spostare in Ticino la logistica, mentre quelle innovative della biotecnologia e dell'informatica vi trasferiscono la sede.
Con le imprese e i marchi emigrano anche le persone, tra il 2011 e il 2013 l'Anagrafe dei residenti all'estero ha registrato il trasferimento di oltre 6mila italiani in Ticino.
E non sono i trasferimenti simulati di una volta, ma famiglie di imprenditori e pensionati. Gli investitori fuggono dal rischio euro e dal pericolo di dissesto delle banche italiane, trasferendo su conti bancari svizzeri capitali fiscalmente dichiarati in Italia.
autonomielocali s.r.l.