ANDATEVENE!""
Esprimersi con giudizi morali verso l'operato o il comportamento di altre persone si corre sempre il rischio di essere accusati di moralismo. Tuttavia corro il rischio di avventurarmi sul problema del comportamento dei nostri politici nell'esercizio delle loro funzioni di rappresentanti del popolo.
Viene subito da citare il vecchio adagio secondo cui "il popolo ha il governo che si merita", tanto per chiudere la questione, ma non è proprio così semplice e sbrigativo, vediamo perché.
Il popolo ha le sue colpe. Spesso è disattento a ciò che succede nei palazzi del potere, non è sufficientemente curioso da analizzare attentamente ciò che contengono taluni provvedimenti che lo riguardano. Quasi nessun popolano è interessato al controllo democratico dei propri rappresentanti, spesso e volentieri e senza andare troppo per il sottile essi difendono per partito preso l'uno o l'altro uomo di potere, purché risponda in qualche modo a loro bisogni strettamente personali, oppure appartenga alle loro personali simpatie di partito e/o di pensiero. Esempi eclatanti li abbiamo visti e vissuti anche in Valtellina.
In buona sostanza il popolo ha delegato ai propri rappresentanti politici, tutto! compreso il potere che la Costituzione invece riconosce a se stesso (Art. 1 della Costituzione). Da molti anni a questa parte, stampa, televisione e altri mezzi di informazione di massa, con le loro bugie, con l'addomesticamento delle informazioni e con la diffusione caotica di notizie, hanno fagocitato, drogato, anestetizzato la volontà della gente spingendola verso il disinteresse della politica e di tutto ciò che investe il bene comune, pubblico o privato che sia. Un esempio di conseguenza negativa è dato dalla sempre più scarsa affluenza alle urne. Quindi, il popolo , incapace di reagire contro chi lo ha sfruttato e umiliato, si è reso, suo malgrado, corresponsabile di questa situazione. Però si è riservato il diritto al mugugno.
Sempre da diversi anni a questa parte abbiamo assistito ad un costante degrado della politica e del prestigio dei suoi esponenti, che hanno portato l'Italia sull'orlo del baratro. Meno male che abbiamo un Presidente della Repubblica che ha impresso uno stop al degrado, costringendo il governo in carica alle dimissioni e affidando l'incarico ad un gruppo di tecnici, capeggiati dal Premier Mario Monti.
Ovviamente il governo Monti ha dovuto fare i conti con la grave situazione economica che ci troviamo e con gli ostacoli ereditati dalla compagine governativa precedente e dal discredito che ormai circondava il suo "capo". Al punto che ormai le cancellerie europee non parlavano più con il governo italiano.
In questa situazione da "paese allo sbando", i cosiddetti furbetti si sono scatenati: nel campo della corruzione, della malversazione, delle più svariate ruberie e distrazione di denaro pubblico. Mentre la crisi incombe, costoro pensano ad arricchirsi e a scialacquare denaro pubblico, usando le Istituzioni politiche come bancomat personale. Al popolo viene invece concesso il privilegio di vedersi aumentare le tasse, ridurre i servizi, togliere i diritti e contenere le libertà personali.
Quanto dico è cronaca di tutti i giorni. La situazione descritta fa veramente schifo. E il popolo, a questo punto, per non essere travolto dal disastro deve trovare il coraggio di dire basta! Deve reagire riscattando la propria dignità. Non disertando le urne ma cambiando radicalmente questa classe dirigente debosciata, indecente e ormai screditata.
In proposito, mi viene spontaneo produrre un brano del discorso tenuto da Oliver Cromwell ai parlamentari inglesi, nel lontano 1653, che calza bene alla nostra situazione:
""Voi siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli.
Avete conservato almeno una virtù? C'è almeno un vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più i voi; l'oro è il vostro Dio; chi di voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi? E' rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene della Repubblica?
Siete diventati intollerabilmente odiosi per l'intera nazione: il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l'ingiustizia!
Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave.
In nome di Dio andatevene!"".
Valerio Dalle Grave