CERVI ALLO STELVIO E VAS

Il WWF canta vittoria per aver incassato il sostegno del Consiglio Regionale alla richieste di sottoporre a VAS procedura di valutazione ambientale strategica) il piano di controllo della sovra-popolazione di cervi del Parco dello Stelvio. E rilancia la

Riceviamo e pubblichiamo:

Nella seduta "natalizia" del 18 dicembre il Consiglio Regionale ha votato all'unanimità la mozione rosso-verde che chiede pretestuosamente di sottoporre a VAS (procedura di valutazione ambientale strategica) il piano di controllo della popolazione di cervi del Parco dello Stelvio.

Per non scontentare una minoranza rumorosa si getta nel ridicolo un organo legislativo. La richiesta di porre ulteriorim indugi all'avvio del piano appare del tutto immotivata. La questione è urgente in quanto aggravata da anni di ritardo nel volerla affrontare. Il Parco ha avuto bisogno di lunghi e accurati studi scientifici solo per "pararsi il didietro", ovvero per scoprire quello che i montanari denunciano da parecchi anni: la densità faunistrica anomala è sotto gli occhi di tutti ed è palese che nel Parco vi sia una forma di para-allevamento (con 5.000 cervi presenti). Ne derivano significativi impatti ambientali e sociali: danni massivi alla rinnovazione forestale, danni ingenti alla produzione agricola (2/3 del raccolto di fieno sottratto dai cervi), competizione con le altre specie selvatiche, incidenti automobilistici, indebolimento della stessa popolazione di cervi (come denunciano i dati biometrici) e diffusione di patologie.

Quanto alla pretestuosità della richiesta della VAS contenuta nella mozione della sinistra essa si commenta da sola, con i suoi paroloni: "si tratta di una azione complessa che interviene su una pluralità di aspetti" e poi: "occorre valutare anche gli aspetti relativi alla competizione ecologica con le altre specie animali presenti nel Parco, alla consistenza ed alla eventuale ricomposizione della catena trofica naturale".

In linea con una certa politica che speravamo in fase di declino, la mozione contiene la fatidica istituzione di una nuova "commissione speciale" (con 7 consiglieri di maggioranza e 3 di minoranza) che si faranno un po' di sedute e gite a Bormio per … "avviare una riflessione strategica sul Parco Nazionale dello Stelvio, come nodo della rete europea dei parchi naturali". Un atto indispensabile (a dire loro) considerato che "la Regione deve recuperare un attenzione strategica alla consistenza ed alle prospettive del Parco, nella consapevolezza che si tratta di una area complessivamente molto interferita da insediamenti ed attività umane anche in contraddizione o comunque in equilibrio sempre estremamente critico con la naturalità dell'area". Amareggia che i consiglieri di maggioranza si siano accodati a queste giaculatorie che riprendono la trita e ritrita retorica del "povero Parco" interferito dalle "cattive attività umane". Saranno contenti gli elettori del centro-destra, specie della Valtellina?

Ma veniamo alle conseguenze pratiche. Intervenire sui cervi è urgente a vantaggio delle foreste, dell'agricoltura, ma anche della stessa fauna selvatica. A causa di queste manfrine vi sarà inoltre un ulteriore spreco di risorse finanziarie (i tanti ennesimi esperti e consulenti si fregheranno le mani, ma il contribuente no di certo).

Alla fine verranno assurdamente trasferiti un po' di cervi nelle aree meno densamente popolate e verranno abbattuti un po' di "bambi" in meno quale assurdo "compromesso politico". Ai verdi non viene da chiedersi perché in certe aree di cervi ce ne siano meno e fanno finta di non saperne le cause né di questa "mappa di densità", né del fatto che si tratta di animali che si spostano molto facilmente da un settore all'altro. Della loro reale sorte non gli può interessare di meno. Fanno leva solo sull'appello emotivo, sull'ignoranza di chi vive nelle città. Il tutto giocato strumentalmente da parte di una grossa organizzazione ambientalista che gira molti denari e che deve confermare la sua capacità di influenza senza correre il rischio di impegnarsi in campagne realmente ecologiste e di reale spessore politico.

I consiglieri regionali che, "sotto Natale", hanno inteso "dare un contentino al WWF" hanno dimostrato di non pensare ai problemi di chi vive in montagna (quella vera) e che non ha i mezzi per farsi sentire nel Palazzo.

Prof. Michele Corti (x)

(x)Docente sistemi zootecnici e pastorali montani, Università di Milano, ex-consigliere regionale Lega Nord

Prof. Michele Corti (x)
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