STRANIERI IN ITALIA 11 12 10 55
"Quando uno straniero risiede nel nostro territorio, non deve essere ne' molestato ne' oppresso. Deve essere trattato come un nativo". Lo ha affermato il cardinale Ravasi commentando su Twitter la strage di Firenze. Per completare l'ineccepibile concetto, onestà intellettuale avrebbe voluto che il fine teologo politologo tuttologo aggiungesse che "quando uno straniero risiede nel nostro territorio, non deve molestare, né opprimere i nativi, né fare disonesta concorrenza ai commercianti che pagano le tasse". Probabilmente gli alti studi del Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura non gli sono bastati per appurare che la quasi totalità dei crimini commessi sul territorio italiano sono compiuti da stranieri. Eppure, nonostante la palese ignoranza statistica dell'alto porporato, il Card. Ravasi ha avuto la sfacciataggine di insinuare che l'omicidio dei due senegalesi è imputabile ai proclami di Radio Padania. Senza farne esplicitamente il nome ha affermato che: "questa estate mi imbattevo spesso in una nota emittente di un movimento politico, aperta a un filo diretto con gli ascoltatori. Con tutte le variazioni fonetiche dei vari dialetti settentrionali, il leit-motiv era costante: 'Mandateli a casa loro! Cacciateli! Sono pericolosi, ci tolgono posti di lavoro, si allargano, sporcano e favoriscono la criminalità, vogliono una moschea in ogni quartiere', e così via deprecando e, non di rado, inveendo". Imputare alla pacifica gente padana la responsabilità di una stage messa in atto da un folle solitario, è un atto di sciacallaggio peggiore di un atto di pedofilia. Se papa Ratzinger vuole rianimare la cattolicità, incominci con il ridurre allo stato laicale, preti pedofili, teologi d'accatto e chi ha scambiato i pulpiti per dei scranni parlamentari dai cui vomitare sulle folle menzogne e invereconde falsità.
Gianni Toffali
Saggezza vuole che non si generalizzi, né in un senso né nell'altro. Ricordiamo Quinto Orazio Flacco, sommo poeta romano: "Est modus in rebus" (ndr)