DIBATTITO: ITALIANI: UN POPOLO DI INSICURI?

E nostra nota

Lo slogan che andava per la maggiore durante la recente campagna elettorale del centro-destra era: "più sicurezza e tolleranza zero nei confronti di chi delinque". L'obiettivo che veniva poi spiegato nei colloqui salottieri e nella diffusione mediatica (stampa, radio-TV e internet) era chiaramente indicato nello straniero, nel diverso; fosse o meno clandestino.

Poi sono successi alcuni fattacci di cronaca: il ragazzo ammazzato a botte da un gruppo di naziskin in quel di Verona; un altro ragazzo cui hanno incendiato i capelli in una borgata romana; la ragazzina quindicenne violentata, seviziata, strangolata e gettata in un pozzo in quel di Niscemi (CT). A commettere questi assurdi ed efferati delitti non sono stati i diversi, gli stranieri. No, sono stati ragazzi italiani, alcuni dei quali minorenni. Insomma: Figli della nostra terra!

Bersaglio dei primi interventi di "tolleranza zero" i campi dei Rom (zingari). A Milano è stato già nominato un commissario ad hoc, idem si pensa per Roma e, dopo che si è consumato un linciaggio a suon di bottiglie molotov contro un campo nomadi, forse anche a Napoli. Hitler, assieme a tutti gli ebrei, aveva tentato di gasare e bruciare nei forni crematori anche tutti gli zingari, i malati psichiatrici, gli storpi eccetera. Meno male che il disegno non si è compiuto.

Nelle settimane scorse a Milano il Cardinale Tettamanzi è intervenuto in maniera risoluta a difesa dei Rom, ingiustamente colpiti nei loro affetti, nella loro dignità umana e nei loro diritti. Il Cardinale, per quel suo gesto umanitario, è stato oggetto di dure critiche proprio da chi qualche giorno prima andava in piazza a rivendicare per l'Italia e per l'Europa le radici Cristiane.

C'è qualcosa di ammalato nella nostra società, qualcosa di insano che genera paura e che produce violenza. Dobbiamo riflettere e capire perché la violenza sull'Altro è diventato il tema centrale della nostra vita sociale e perché cerchiamo di esorcizzarlo spostando sullo straniero le ragioni della nostra paura. Quando viene commesso un delitto il nostro pensiero vola subito verso lo straniero. La paura ci attanaglia, l'insicurezza impera. Poi, quando scopriamo che gli autori del delitto è gente nostrana, abbassiamo la testa con un po' di vergogna e non sappiamo più che dire. L'insicurezza e la paura rimangono comunque a renderci stupiti e impotenti.

La nostra, purtroppo, è una società in crisi d'identità. E per debellare questa crisi non servono misure repressive e disciplinari di ordine pubblico contro i diversi e gli stranieri, come si continua a proporre da parte di talune istituzioni e apparati di governo. Sciagurato è il popolo che per sentirsi unito e coeso ha bisogno di un nemico esterno da espellere e annientare. Come scellerata è la scelta di costruire una unità nazionale (e anche locale) ottenuta al prezzo di assumere la sicurezza individuale come unico collante della coesione sociale.

Mentre la gente è così impegnata psicologicamente su quel tema, nello stesso tempo è distolta ad arte dal capire cosa di vero e di tragico si sta attuando nel mondo ad ogni livello: internazionale, nazionale e locale. Per esempio, lo slogan tanto caro ai nostri leghisti: "padroni a casa nostra", è una colossale fandonia. E' andata bene in campagna elettorale perché ha catturato il sentire semplice delle persone. In realtà, invece, anche loro sanno molto bene che i veri padroni di casa nostra sono le grandi multinazionali. Queste impongono sempre più la loro volontà, muovono e controllano il commercio, possono contare sull'esenzione di imposte e su altri colossali vantaggi. Il loro maggiore successo è stato quello di convincere la coscienza pubblica che lo Stato non può assumere iniziative economiche e deve lasciarle alle imprese private. In questo modo i partiti politici diventano i divulgatori dell'ideologia neoliberista e i funzionari delle multinazionali. In tale situazione i cittadini, i lavoratori, trovano grandi difficoltà ad agire efficacemente contro di loro. E' questa tragica situazione che nell'inconscio umano crea angoscia, insicurezza e paura.

Occorre, invece, trovare il modo di trasformare paura e angoscia in solidarietà e speranza in un futuro sociale più umano.

Come? Mi si obietterà. Francamente non lo so!. Ma so che se ci troviamo assieme per discuterne seriamente, senza presunzioni o tabù ideologici, possiamo dare avvio a qualche percorso che può aprire spiragli di speranza.

Nostra nota

Ci sarebbe da discutere per parecchio su diversi temi. Lo faremo via via non senza però ricordare come nel nostro piccolo non parliamo più di "speculazioni finanziarie" ma di "delinquenza finanziaria (siamo infatti arrivati persino alla speculazione sul cibo!). Una osservazione ci va comunque di farla. Chi è quel tizio che quasi solitario continua con assoluta ragione ad avere posizioni ostili allo strapotere del WTO da una parte, al trionfo del mercatismo, all'impressionante attività dei burosauri di Bruxelles? E' un nostro concittadino, di nome Giulio e di cognome Tremonti. Cominciano a capire in tanti, anche al di là degli steccati politici, le sue ragioni che poi sono le nostre… (NdD)

Valerio Dalle Grave

Valerio Dalle Grave
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