ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) IL MONTE DEI PASCHI DI SIENA 2) BOB DYLAN
1) IL MONTE DEI PASCHI
Il Monte dei Paschi di Siena ha messo a segno nell'ultimo trimestre una crescita dell'utile pari a 300,6 milioni di euro contro i 171,7 milioni del 2008 (ricostruiti tenendo conto dell'acquisizione Antonveneta) grazie alla cessione delle quote delle società di gestione risparmio (Sgr) a Clessidra con cui ha stretto un accordo di collaborazione, operazione che ha fruttato utili per 194 milioni di euro. Entro 3-5 anni potrebbe andare in Borsa la joint venture. Un risultato che la Borsa sta premiando con una crescita del titolo dell'1,9% a quota 1,288 euro.
Nella tradizionale linea di prudenza il Monte dei Paschi di Siena ha confermato quindi come l'attività di riduzione dei costi va avanti, con un taglio stimato per quest'anno del 3%, percentuale che potrebbe anche salire hanno spiegato i vertici del gruppo. Il margine di interesse rimane stabile nel trimestre (-0,2%) e il gruppo prevede che rimanga tale nel corso del 2009. Incrementata la raccolta diretta che sale del 3,5% a 139 miliardi di euro mentre i crediti verso la clientela ammontano a 145 miliardi. Con il peggiorare della crisi economica e le difficoltà di aziende e privati sale l'incidenza dei crediti deteriorati sugli impieghi, ora al 5,78% mentre i crediti in sofferenza, al netto delle rettifiche, pari al 4,6% del totale. Il patrimonio netto, esclusi gli avviamenti, è salito a 8,34 miliardi di euro (+3% rispetto a fine 2008) che si raffronta a un totale quindi di circa 6 miliardi fra sofferenze e incagli.
Infine le cessioni: dopo quella della Sgr a Clessidra restano gli immobili e i 170 sportelli che l'Antitrust ha imposto di cedere dopo l'acquisizione di Antonveneta (che potrebbero essere venduti in due tranche). Il MPS ha già ottenuto un rinvio a giugno ma ribadisce che cederà le filiali, per le quali le trattative sono in corso, solo a un prezzo soddisfacente e che la crisi impone molta cautela nella valorizzazione degli asset. Peraltro anche il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà giorni fa spiegato di essere consapevole della situazione.
C'è un'ipotesi di sbarco in Borsa entro 3-5 anni per la joint venture che il Monte dei Paschi ha costituito con Clessidra.
L'ipotesi quotazione è indicata nella presentazione agli analisti dei dati del primo trimestre. Clessidra ha il 67% della newco per il risparmio gestito e il Monte dei Paschi il 33%. La newco ha poi una quota del 6,2% in una subholding che raggruppa le varie società del risparmio gestito (tra queste Mps Am sgr e AAA sgr eredità dell'Antonveneta). Nella subholding il Monte dei Paschi ha il 30,9% del capitale e Clessidra il 62,9%.
2) BOB DYLAN
Sono da sempre un grande fan di Bob Dylan ed ascolto i suoi dischi da quando avevo undici anni. Questo grande artista ha influenzato assolutamente tutto il paesaggio musicale degli ultimi 40 anni. Conosce pochissimi accordi eppure la sua esecuzione ha sempre qualcosa di speciale, di riconoscibile. Ci sono degli errori che sono
diventati parte del suo suono. Del resto, per la prima volta introdusse l'elemento civile nelle canzoni. È lui che ha creato la canzone civile, parlando anche della guerra nucleare. Dylan è la quintessenza del rock'n'roll. Ho cominciato ad ascoltarlo a metà degli anni Sessanta, quindi non l'ho mai considerato un cantautore o
un poeta folk. Per me lui era rock, elettricità, movimento. Quando, per esempio, canta "Hurricane", sembra il canto di un pugile, di un combattente e penso che si possa ben dire che, come Elvis ci ha liberato il corpo, Bob Dylan ci ha liberato la mente. La prima volta che ho ascoltato "Highway 61 Revisited" sono rimasto affascinato dai
suoni di tutti gli strumenti che ci sono in quel disco. Veramente emozionante. E' senz'altro vero che è difficile dire su Dylan qualcosa che non sia già stato detto, e magari dirlo anche meglio. Basterà forse ribadire che Bob Dylan è un pianeta ancora inesplorato. Per un cantautore lui è indispensabile almeno quanto lo sono per un falegname chiodi, martello e sega, e, come ha detto parlando di lui un
altro grandissimo della musica internazionale, Tom Waits: "In Dylan sono importanti anche i fruscii dei suoi bootleg degli anni Sessanta e Settanta. Lui vive nell'essenza delle sue canzoni". E allora rieccolo con 10 canzoni inedite, il suo 46esimo disco, il 33esimo realizzato in studio. Questa volta, con il nuovo album "Together Through Life", canta l'amore. Ovvero l'amore secondo Dylan. Un amore disperato e struggente o, al limite, giocoso e lascivo, come vuole la
tradizione blues. Certo nessuno si aspettava un nuovo album a meno di 3 anni dall'ultimo. Tra un disco e l'altro, ormai, il menestrello ci aveva abituati a ben altre pause. Basta scorrere le date di uscita dei quattro lavori precedenti. Under the Red Sky 1990, Time Out of Mind 1997, "Love & Theft" 2001, Modern Times 2006. L'ultimo, in particolare, gli aveva restituito un successo degno dei tempi migliori, riportandolo per la prima volta dal '76 in vetta alle classifiche di tutto il mondo. Ma Dylan, a 68 anni suonati, impegnato in una turnèe infinita ( il Never Ending Tour) che, dall'88 a oggi lo vede mantenere una media difficilmente sotto i 100/120 concerti l'anno, non ne vuole sapere di riposare sugli allori. Di Together Through Life si sta dicendo e si dirà di tutto, come sempre di ogni suo nuovo lavoro. Che è un
capolavoro, che il menestrello ha perso il tocco, che si ripete, che riesce ancora ad innovare, che non ha più voce …
Niente di nuovo. In realtà, Bob segue ormai una strada che ha incominciato a percorrere almeno 20 anni fa. Il suo cammino è tutto nel solco della tradizione americana, della musica che ascoltava quando era ragazzino (non di
quella che faceva lui da giovane). Appena ventenne, si sforzava di sembrare vecchio nel timbro e nell'intonazione vocale. E oggi è arrivato nel punto dal quale, forse, voleva partire. Ritornato, dopo le sbandate degli anni '80, come
reincarnazione di un bluesman girovago, non ha più cambiato rotta. Quello che è stato uno dei più grandi innovatori della musica, l'eroe per antonomasia della controcultura, ci offre, oggi, un sound che sembra arrivare da una macchina del tempo sintonizzata sugli anni '40/50. Ma, a pensarci bene, non è questa la vera trasgressione, il vero strappo con la musica sintetica e prefabbricata che domina, i giorni nostri, le classifiche? Non è questa la colonna sonora dei veri
"Modern Times"? E se il penultimo album era un capolavoro, una sorta di manifesto di questo Dylan fuori dal tempo, Together Through Life è un gioiellino, una perla che va ascoltata e riascoltata. Questa volta il menestrello non canta
l'apocalisse e la fine dei tempi. Con la collaborazione di Robert Hunter, paroliere dei Greateful Dead, scrive invece delle canzoni d'amore. Ma il tocco del vecchio Bob riaffiora qua e là come un fiume neanche troppo sotterraneo. "Oltre qui non c'è niente" -dice lapidario alla sua bella, alla fine di "Beyond Here There Is Nothin- "niente che non sia già stato fatto e niente che non sia già stato detto."
Grande, grandissimo Dylan. Giù il cappello, anche da sessantottenne continui ancora a stupirmi!
A quando il Premio Nobel per la letteratura?