09 09 20 DOMANDE BULANTI A FRIZZIERO - RISPOSTE FRIZZIERO A BULANTI
Salve signor Frizziero.
Le scrivo con educazione ma con chiarezza.
Dopo aver visto i vostri complimenti sulla vostra pagina web relativi al mio articolo e al mio operato completo al "gazetin" (almeno così ho letto tra le righe del vostro: "meriterebbe un posto in redazione per i risultati ottenuti sul campo", non è letterale, ma certo è quello che c'è scritto) mi è casualmente capitato tra le mani un articolo su "centrovalle" nel quale: "Frizziero lascia il Pdl".
Leggendo l'articolo, non ho trovato le motivazioni dell'allontanarsi di quel Frizziero ma ho letto che quel Frizziero è proprio Alberto. E' casualmente un omonimo? Se così è ora si starà facendo una risata, se così non è, le chiedo con quale coerenza lei possa aver trovato interessanti i miei articoli che, quando non esplicitamente citandolo, sempre si riconducono all'esatto opposto dell'operato di quel tale Berlusconi cui lei (se è quel Frizziero) era affiliato.
Senza dubbio può essere dotato di una grande obiettività e senza problemi riconosceva (visti i complimenti) che non scrivo propriamente stupidaggini. Ma allora, anche in questo caso, cosa ci stava a fare all'interno di quel partito?
Io non credo molto ai compromessi perchè sono sempre a favore del forte e a discapito del debole. Berlusconi direbbe, senza nemmeno esser più originale nelle sue trovate, che "ecco il classico atteggiamento della sinistra, non vuole dialogo e non cerca punti di accordo..", aggiungerebbe un "comunista" qua e là per rendere drammatica la scena giocando sull'ignoranza sua e di chi lo ascolta, e la frittata è girata. Io di quello che direbbe Berlusconi me ne infischio. Ragionando all'esatto opposto, ormai, significa che non sto tradendo la strada che ritengo giusta: quella che ho sempre seguito e le idee che non mi sono inventato di sana pianta, ma che uomini e donne prima di me e non propriamente degli stupidi hanno formulato e ci hanno lasciato nella speranza di un mondo più bello.
Conclusione: può spiegarmi, per favore, la questione dell'incoerenza mostrata da un lato dalla sua appartenenza nel partito e dell'altro dai complimenti a me rivolti? Se lo ritiene necessario chiaramente.
Ho già avuto esperienze riguardo la realizzazione di idee con persone che pensano al mio opposto. Non è stata un'esperienza costruttiva causa, appunto l'incoerenza, di chi mi appoggiava. per cui non lo farò più.
Di certo avrà meno bisogno lei dei miei articoli che io del suo supporto per pubblicarli, ma come le dicevo, non si può avere botte piena e moglie ubriaca.
Le ho scritto con sincerità e franchezza, sono certo che, da ex esponente quale è, le saprà cogliere.
Cordiali saluti, Niccolò Bulanti
Rispondiamo:
1) L'apprezzamento cui Lei si riferisce veniva da 'l Gazetin
2) Alla Sua offerta di collaborazione abbiamo risposto positivamente. Per l'esattezza il 30 agosto scorso: "Basta mandare, no? Poi si vedrà. OK
3) Quanto alla notizia di Centro Valle in base alla quale io avrei lasciato il PdL - sto a quanto dice Lei perché io non l'ho vista - si tratta di periodo ipotetico del terzo tipo, quello della irrealtà per la semplice ragione che può lasciare il PdL, o qualsiasi altro Partito, chi prima c'è entrato. Io da molti anni non svolgo più attività politico-partitica e quindi non sono iscritto a nessun partito. Svolgo invece attività 'politica' nel senso della 'polis', ossia mi occupo dei vari problemi delle nostre comunità, da quella locale in su. Ho sempre sostenuto che il confronto è il lievito della democrazia per cui la cosa essenziale per la crescita è il mettere idee sul tavolo ovviamente senza la pretesa che le proprie siano le migliori. L'antitesi del qualunquismo che spesso caratterizza posizioni superficiali, quelle sì perniciose per un ordinato progresso. Non ho mai ritenuto le mie posizioni il quinto Vangelo ma in ogni caso quel che pensavo l'ho sempre espresso ad alta voce anche quando poteva essere impopolare o controproducente il farlo.
4) Quando all'attuale fase politica non scopro la luna richiamando il contesto indicando in primis la caduta di valori della e nella società contemporanea e, nell'agone politico il venir meno di quell'alimento che alla politica deve venire dalla cultura. Ma se non girano idee, se non ci sono confronti, se mancano le sedi di confronto, se i Partiti, quasi tutti, hanno perso i riferimenti territoriali, se in definitiva lo schema-Partito dell'anno domini 2009 è quello sostanzialmente di movimento elettorale, se la selezione della classe dirigente avviene - in quasi tutti i Partiti - non per elezione ma per cooptazione, non si può andare lontano. Anche per questo occorrono idee, idee, idee e ancora idee. Alla lunga saranno vincenti.
Frizziero (di nome Alberto. Di omonimi ne ho trovato su Internet uno solo, al Lido di Venezia, ma è incommensurabilmente più giovane!)