ADDOSSO ALLE CASTE, A TUTTE E NON SOLO A QUELLA DEI POLITICI I11 11 20 30

Io faccio parte di una casta, quella dei paria con la p minuscola. Sono uno di quei giovani di cui tutti si preoccupano. Uno su quattro é a spasso. Io sono uno degli altri tre che ha fatto una follia. Non ho scelto di andare a lavorare in Comune, in Provincia, in Regione, nello Stato. Non ho scelto di andare a lavorare in banca. Non ho scelto di andare a lavorare sotto padrone. Ho scelto la via di quella che in TV parlano, spesso a sproposito, di imprenditoria giovanile.

Non lavoro in giacca e cravatta, non ho il colletto bianco, non ho addosso questa o quella griffe. Lavoro in una settimana quasi il doppio di un impiegato pubblico o privato, sabato compreso. Non faccio ferie. Non ho la Cassa Integrazione. Se sono malato sono affari miei. Non lavoro in nero, non posso farlo. Potessi farlo non vorrei ma alla fine dovrei farlo.

Mi sono arrabbiato, come tanti,m a sapere i privilegi della casta. Non leggo romanzi, poco i quotidiani perché non ho tempo. Questa volta mi sono messo a leggere per saperne di più. Ho scoperto due cose. La mia casta, quella di chi lavora come un cane, é quella dei Paria. A questo conclusione mi ha fatto arrivare una lettera pubblicata da un importante quotidiano del nord. La casta dei politici? I più scatenati al riguardo sono i giornali.

Ma come la metto con la casta dei giornalisti? Tanti sono alla fame e poi i vari Santoro hanno retribuzioni da capogiro. -

Quel lettore passava in rassegna la casta dei magistrati. Stipendi e pensioni molto molto superiori ad altri che operano nel pubblico, ferie maggiorate rispetto agli altri, avanzamenti di carriera senza il concorso che devono fare gli altri, inamovibilità dalla sede di lavoro.

La casta della scuola. I numeri dicono che c'é sovrabbondanza di personale, un terzo di tutto il settore pubblico. Crescono i docenti, il personale "ATA" che non si sa cosa sia (si tratta del personale amministrativo - ndr). e i ministeriali. I giorni di lezione sono poco più di 210. Quel lettore aggiungeva 10 o 15 giorni per esami e così arrivava a 220 o 225. Questi numeri non mi interessano al contrario dell'altro ragionamento che quel tale faceva. Scuole chiuse 10 giorni a giugno, 31 a luglio, 31 ad agosto, 20 a settembre. Tre mesi. Un mese di ferie é sacrosanto. Negli altri due, diceva, i docenti sono reperibili. Sono due mesi che andrebbero invece utilizzati per la formazione, per essere impiegati nei beni culturali, per dare aggiornamento per gli extracomunitari. Troppi e pagati male. Meno, usati meglio e pagati di più.

La casta dei professionisti. I motivi sarebbero tanti. Quel lettore indicava tutti quelli che, in ogni ordine di scuola e all'università, insegnano ma hanno poi un secondo lavoro, spesso più redditizio.

La casta dei manager pubblici. Retribuzioni da mille e una notte. Intoccabili.

La casta dei VIP dello sport, del cinema, dell'arte.

Quel tale assolve i protagonisti del settore privato. Io no. Il cinema vuole soldi dallo Stato, che glieli dà. Per pagare cifre inaudite a qualche attore o attrice? Chiunque con i suoi soldi può fare quello che vuole, anche regalarli alle escort.

Dai Paria un appello a Monti: via i privilegi, dovunque siano. L'equità deve essere a 360 gradi eliminando la distanza abissale fra la mia categoria dei Paria e quelli delle altre caste, non solo di quella dei politici che non deve essere l'alibi per le altrre, l'alibi per restare dtretti ai privilegi.

(Lettera doppiamente firmata)

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