PENATI, LA BINDI, IL LETTORE, I GIUDICI E NS.NOTA 11 7 20 3

Egregio direttore

L'on. Rosy Bindi, Presidente del Partito Democratico, l'11 dicembre del 2009 aveva ufficialmente dichiarato: "Con Filippo Penati si può cambiare sul serio e impedire che si realizzi il ventennio formigoniano. La sua è una candidatura autorevole, capace di aggregare una credibile alleanza per un nuovo governo della Lombardia. C'è bisogno di ricambio affidandoci alle doti, già collaudate, di un bravo amministratore. Penati ha saputo interpretare, da presidente della Provincia di Milano, le domande di concretezza, innovazione e solidarietà dei cittadini".

Il 22 luglio del corrente anno la stessa ha dichiarato: "Auspichiamo che parole pronunciate da Penati siano vere, che possa dimostrare la sua estraneita', ma se dovesse risultare in qualche modo compromesso non potremmo che chiedere un passo indietro".

Penati viene dal Partito. Ha poi fatto il Sindaco di Sesto San Giovanni. Ha battuto a sorpresa la Presidente uscente della Provincia di Milano Ombretta Colli. E' stato scelto dal PD e dall'intero centro-sinistra quale antagonista di Formigoni. Persa la battaglia è stato nominato Vicepresidente del Consiglio Regionale Lombardo.

Ho letto questo sui giornali di questi giorni. Non sapevo che negli anni 2009/2010 fosse stato il Capo della segreteria di Bersani.

Se risultasse compromesso come dichiara l'on. Bindi trascinerebbe con sé anche il numero uno del Partito Democratico perché il capo della segreteria è come Gianni Letta per Berlusconi.

Perché non gli hanno chiesto non di restituire la tessera ma almeno di sospendersi dal Partito come ha fatto per la Regione?

Distintissimi saluti

(Lettera firmata)

Nostra nota

Le dirò, anzi dirò a Lei e ai lettori che la notizia mi ha lasciato molto perplesso. Al di là delle posizioni politiche di ciascuno e quindi anche di Penati sono rimasto assai sorpreso dal suo coinvolgimento in questa questione di malaffare tangentizio. Non intendo mettere in dubbio il lavoro dei magistrati anche perché quando si sente parlare di miliardi in termini precisi anche come modalità (estero su estero), dettagli compresi risulta quantomeno provabilissimo che le cose siano quelle emerse. Mi chiedo invece se non si tratti di cosa passata sulla sua testa. E' evidente che anche in questo caso ci sarebbe in un certo senso una responsabilità oggettiva ma ovviamente è ben diverso avere collaborato al malaffare dall'essersi lasciato fare fesso visto che il Sindaco era lui.

Se ci fossero scheletri nell'armadio farebbe specie in ogni caso la sua nomina alla guida della segreteria tecnica di Bersani. Ma c'è di più.

Fra le cose che si contestano pare vi sia anche la violazione delle norme sul finanziamento ai Partiti. Il tesoriere del PD Antonio Misiani ha dichiarato "Il PD non ha mai preso finanziamenti illeciti. I nostri bilanci sono pubblici e certificati da una società di revisione indipendente. Di fronte ad informazioni di stampa ambigue e fuorvianti, abbiamo deciso di dare mandato ai nostri legali per tutelare il buon nome del Partito democratico".

Se i magistrati hanno ragione, se Penati si dichiara estraneo, se il tesoriere addirittura ricorre ai legali la domanda che resta è questa: ma i soldi allora chi li ha presi? E perché?

In ogni caso, sia come sia, si faccia in fretta. E poi se Penati ha sbagliato paghi. Se non c'entra chi l'ha accusato, al minimo, si scusi. Posizione che vale, ovviamente, in ogni caso.

Quanto, infine, al perché la sospensione vale per la Regione e non per il Partito bisogna chiederlo a lui.

(NdD)

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