4 23 (Aggiornamento del 23.4) GLI IMMIGRATI NON SONO TROPPI, MA SONO TROPPO POCHI!
Signor Direttore,
sono anni che sentiamo il ritornello leghista:"Sono troppi gli immigrati!". E il ministro Zaia che fa? Stabilisce un flusso di ingressi, per il 2010, di 80mila lavoratori extracomunitari per le attività stagionali dell'agricoltura e del turismo. Bella coerenza!
Ma se erano troppi, perchè ne fa entrare ben 80mila e forse in seguito di più, solo per il 2010? C'è qualcosa che non mi quadra.
La verità è invece un'altra, ma nessuno ha il coraggio di dirla apertamente: noi abbiamo un forte bisogno di manodopera extracomunitaria per quei lavori umili che gli italiani non vogliono più fare (braccianti, manovali, badanti, pulizie, lavapiatti...). E allora se noi abbiamo bisogno di tali lavoratori, come conferma la scelta di Zaia, vuol dire che gli immigrati non sono troppi, ma sono troppo pochi!
E' vicina l'estate, e le nostre campagne italiane hanno urgente bisogno di molte decine di migliaia di braccianti che raccolgano in tempo utile i prodotti della terra. Questa è la realtà.
Ora, finalmente, se n'è accorta anche la Lega!
Cordiali saluti
Glauco Santi
Il discorso sarebbe complesso. Va detto che per i flussi regolari occorre annualmente stabilire un plafond. Poi c'è il discorso di tutti quelli di cui abbiamo bisogno visto che gli italiani una serie di lavori non li vogliono più fare, neppure quelli che sono disoccupati permanenti o quasi. Poi ci sono le provenienze che hanno la loro importanza. Si veda la comunità straniera più numerosa a Milano, che, con sorpresa di molti, è quella filippina. Sono tanti ma le cronache non devono occuparsi mai di loro. Si parla molto di integrazione. Loro si sono integrati, adeguandosi al nostro sistema di vita. Ci sarà una ragione, no? Qualcuno, autorevole e non leghista, ha individuato questa ragione nella formazione cattolica di quel popolo che porta ai comportamenti di cui sopra anche chi non è interessato alla religione o addirittura ne professa un'altra.
Ultima considerazione. Al tempo delle stagioni di cassa integrazione in Fiat l'allora Sindaco di Torino Guido Novelli, stimato anche dagli oppositori della sua Giunta di sinistra, avanzò la proposta che gli operai in Cassa potessero lavorare per Comuni e altri Enti che avrebbero pagato la differenza per reintegrare la somma percepita a salario intero.
A parole consensi ed elogi ma non se ne fece niente. I bravi in Cassa trovavano da fare ovviamente in nero. I meno bravi, e qualche lavativo, avevano tutto il tempo a disposizione con lo stipendio quasi pieno.
Ovviamente non si può mandare lo specialista della fresatura a raccogliere pomodori ma chi è in Cassa prolungata o disoccupato da tempo con poche possibilità dovrebbe poter essere utilizzato in lavori di pari livello rispetto a quelli da lui fatti. E' possibile che il fabbisogno, sempre maggiore, di badanti possa trovare rispondenza soltanto dalle extracomunitarie?
Ne parleremo ancora.
(NdD)