NOTA DEL CCCVa: Le famiglie degli universitari valtellinesi famiglie di serie B

Il
Comitato Cittadini Consumatori Valtellina (CCCVa) ha indirizzato
in questi giorni la seguente nota

all'assessore provinciale
all'Istruzione e a quanti d'interesse:



E. S. Assessore alla Pubblica Istruzione Provincia di Sondrio


Oggetto: situazione deplorevole degli universitari
valtellinesi – famiglie di serie B



La decisione della Provincia di rivedere il rapporto con
l’Università di Lecco, senza entrare nel merito specifico, ha
riproposto l’attenzione sulla deplorevole situazione degli
studenti universitari valtellinesi ed in particolare delle loro
famiglie.

Oggi infatti pressoché tutti gli altri universitari lombardi,
con qualche rara eccezione e salvo il caso di scelta volontaria
di altre sedi o per frequenza di Facoltà specialistiche, può
compiere l’intero ciclo di studi standosene a casa propria. Gli
universitari valtellinesi, eccezion fatta per la quindicina che
frequenta a Lecco, è costretta a soggiornare fuori sede con i
rilevanti costi conseguenti.

Le loro famiglie infatti si debbono sobbarcare il costo del
mantenimento fuori casa, rilevante per i più e addirittura
insostenibile per qualche famiglia che è messa in condizione di
non poter fare proseguire gli studi ai figli, mentre ci sarebbe
riuscita se dimorasse nel resto della Lombardia oppure se ci
fossero adeguate azioni di sostegno.

Allorché il CRPE (Comitato Regionale Programmazione Economica)
provvide alla programmazione delle sedi universitarie lombarde,
venne esclusa la possibilità di una sede in provincia di
Sondrio, d’intesa con le nostre Istituzioni. Giustamente, in
quanto al più si sarebbe trattato di una sola Facoltà, non
certamente qualificata, e tale da attrarre gran numero di
studenti senza per loro la successiva possibilità di sbocchi
occupazionali in loco.

Per la nostra provincia si sarebbe dovuto provvedere con idonee
strutture residenziali nelle sedi universitarie (sostanzialmente
Milano e Pavia).

Le Università sono sorte un po’ dappertutto con generale
possibilità di pendolarismo compatibile e un solo buco nero, la
provincia di Sondrio, proprio quella che fa girare i tram di
Milano, ne accende le luci, aziona le officine, alimenta le
stesse Università con la sua energia visto che qui si consuma
meno di un sesto di quella che si produce.

L’uguaglianza dei cittadini sancita dall’art. 3 della
Costituzione non è garantita per i nostri universitari e le loro
famiglie, di serie B, cos’ come ne risulta disapplicato l’art.
34 che sancisce il diritto “di raggiungere i gradi più alti
degli studi, anche se privi di mezzi”.

Tentò in passato di intervenire l’allora Assessore provinciale
Visini che aveva portato ad un livello notevole di avanzamento
il progetto di una Casa dello Studente a Milano, ma non se ne
fece nulla.

Non miglior sorte ebbe la proposta di un “Prestito sull’onore”
In sintesi: stanziata una cifra sulla Legge Valtellina quale
fondo di dotazione, si trattava di concordare con i due Istituti
di Credito locali la concessione di prestiti sull'onore "al
costo" con garanzia delle famiglie (si tenga conto della
diffusione della proprietà della casa, intorno al 90% ) e
intervento del Fondo per i più deboli.

I prestiti avrebbero dovuto iniziare il rimborso, a tasso zero
in quanto avrebbe dovuto provvedere il fondo di dotazione, un
anno dopo la laurea oppure subito dopo l'abbandono dagli studi.

Ci fu interesse ma non se ne fece nulla.

L’unica significativa iniziativa è quella a Morbegno delle
Fondazioni Mattei e Promor che insieme hanno messo a
disposizione, in gran parte per studenti del mandamento, circa
200 appartamenti a Milano e che hanno la possibilità di
ulteriori costruzioni, per le quali potrebbe essere esaminato
l’intervento della Provincia, con un intervento finanziario
eventualmente, in carenza di altre vie, reso possibile da un
lato della vendita della Colonia Vanoni e dall’altro con impiego
in ratei di mutuo di una parte del rilevante aumento intervenuto
di recente per i sovracanoni BIM. In tal caso, oltre ad ampliare
le possibilità per i morbegnaschi – giacciono tuttora
un’ottantina di domande sia all’una che all’altra Fondazione –
si offrirebbe un’opportunità anche agli altri universitari della
provincia.

L’andare incontro alle esigenze abitative a prezzi sostenibili
non risolve certo il problema dei costi aggiuntivi per le nostre
famiglie di serie B, ma sarebbe un primo passo importante.

Non si tratta di problema marginale, considerando che tra
famiglie con studenti oggi universitari e famiglie i cui figli
frequentano le Superiori per andare all’Università domani, siamo
a diverse migliaia.

Nel momento in cui la Provincia ha dichiarato di voler
approfondire la questione del rapporto con l’Università di
Lecco, e non solo quella, lo scrivente Comitato – che non ha
mancato di sentire opinioni e compiere qualche verifica –
suggerisce che si valutino anche le eventuali possibilità di una
“promozione” delle famiglie valtellinesi in serie A come lo sono
le altre lombarde, nei modi e con le iniziative che alla
Provincia non manca la possibilità di esplorare.

Distinti saluti
Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina



GdS  8 VII 2002

CCCVA