La partoriente di 67 anni: non sempre ciò che è tecnicamente possibile, è moralmente lecito

E' di questi giorni la notizia della rumena di 67
anni che ha partorito due gemelle. Una è sopravissuta, l’altra è
deceduta durante il parto: la “dittatura del desiderio”, ha
immolato l’ennesima vittima.

In realtà, nel novero della morte,
bisogna includere anche gli innumerevoli embrioni che sono stati
“bruciati” in 9 anni di tentativi di inseminazione artificiale,
di cui i medici non hanno fatto menzione.

Il sentimento di chi
desidera un figlio a tutti i costi e a tutte le età, non si può
chiamare "amore" ma solo "delirio di onnipotenza". Bisogna
diffidare, tanto di una scienza che contrabbanda il coronamento
degli egoismi umani (nella fattispecie: pretendere un figlio
anche se la natura non lo permette) per progresso al servizio
dell’umanità, quanto di chi sostiene che la “qualità” della
tecnica e della stessa vita umana, non deve rispondere a nessuna
regola etico morale.

Giovanni Paolo II ha più volte ribadito che
non sempre ciò che è tecnicamente possibile, è moralmente
lecito. Un monito che, evidentemente, a giudicare
dall’accanimento con il quale si vuole riformare tout court la
nuova legge 40 sulla procreazione assistita, è rimasto lettera
morta. Un mondo nuovo dove il potere della scienza (e delle
lobbies interessate ai proficui guadagni) vorrebbe sostituirsi a
Dio, è destinato a mangiare i propri figli. Esattamente come
tutte le rivoluzioni che hanno radiato il divino (quindi la
ragione) dal consorzio umano.
Gianni Toffali


Gianni.Toffali@inwind.it


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Gianni Toffali
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