Aprica. "Sunà da mars" che tradizione!

Il Sunà da mars non delude mai
Grande affluenza dei turisti italiani e stranieri sabato sera al Sunà da mars che si sono aggregati agli aprichesi che, da tradizione, hanno risvegliato l’erba a suon di campanacci. Aprica non dimentica le proprie origini contadine e, sebbene il risveglio della primavera non sia più vitale per la comunità, questo evento folkloristico perdura negli anni e tramanda un’usanza le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Da ognuna delle contrade (Liscedo, Liscidini, S. Maria, Mavigna, Dosso e S. Pietro) è infatti partito un allegro corteo colorato che si è rumorosamente diretto alla centrale Piazza delle sei contrade. Qui, dove confluiscono tutti i poderosi scampanatori, si è raggiunto il culmine del sottofondo musicale tipico dei campanacci di varie tipologie e fogge. La tacita gara a chi esibisce il campanaccio più grosso e a chi suona più vigorosamente intrattiene per la serata i turisti, che siano essi frequentatori di lunga data o curiosi neofiti che si trovano a scoprire per la prima volta questa antica tradizione. L’attaccamento del paese alla tradizione è dimostrato dalla partecipazione non solo di vecchi aprichesi, ma da una presenza cospicua di giovani e di bambini, i più fotografati in costume tipico.
I contradaioli con costumi tradizionali, carretti, gerli e altri oggetti della vita contadina, sono stati affiancati nei cortei anche da una ventina di gruppi folkloristici provenienti dalla Valtellina, per la maggior parte da Teglio, ma non solo, e dalla vicina Valcamonica. Ha spiccato, perché particolarmente appariscente in pittoreschi abiti tradizionali, il gruppo dalla Valposchiavo. Hanno onorato della loro presenza anche i gruppi dalle non vicinissime Val di Scalve e Val Saviore, a testimonianza del gradimento e dell’importanza che riveste questo appuntamento folkloristico anche fuori Aprica.
Una volta terminata la sfilata, il campanaccio simbolo del Sunà da mars è passato di mano tra le contrade S. Maria e Mavigna che lo suonerà nell’edizione 2020. E infine tutti hanno potuto degustare il mach, piatto tipico della manifestazione, abilmente cucinato dal Gruppo Alpini di Aprica e dai tanti volontari che si sono prestati a supporto della Proloco per la buona riuscita della manifestazione, cui va un caloroso ringraziamento da parte dell’Amministrazione.

Costume