Inquinamento: i blocchi non bastano, limiti ai combustibili più impattanti

100 gr. di polveri s. in 7 ore bruciando legna, 32 pellet, 46.000 gas. Euro 5 benz. 20.000 km

Inquinamento delle città: i blocchi non bastano, occorre limitare l’uso dei combustibili più impattanti
Arzà, presidente Assogasliquidi/Federchimica: “Il GPL può essere un rimedio immediato rispetto all’emergenza. L’attuale incentivazione alle biomasse legnose favorisce la diffusione di prodotti altamente inquinanti”

Roma, 9 gennaio 2020. L’inquinamento delle città si combatte con una strategia di medio-lungo periodo, la sensibilizzazione dei cittadini, e un’attenta revisione del sistema degli incentivi pubblici per premiare le soluzioni che contrastano le emissioni di polveri sottili e non – come avviene oggi – di quelle che contribuiscono al loro incremento.

Gli alti valori di particolato atmosferico rappresentano la prima minaccia in Italia e in Europa per la salute e incidono sulla qualità della vita delle giovani generazioni. Secondo l’ultimo rapporto dell’European Environmental Agency dello scorso novembre infatti il PM2,5 è stato il responsabile primario di 58.600 morti premature in Italia nel 2016, al secondo posto a livello europeo dopo la Germania.

Si discute molto in questi giorni sulle misure adottate dalle amministrazioni locali per contrastare il fenomeno. Gli accordi siglati da  Ministero dell’Ambiente con le Regioni come l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano rappresentano sicuramente passi avanti rispetto al passato, con misure coordinate per limitare le emissioni. Rimangono però forti perplessità soprattutto sul fronte del riscaldamento domestico, che ha il maggiore impatto sulle emissioni di PM2,5 e PM10.

Antichi retaggi culturali e inappropriati interventi normativi in materia di incentivazione fiscale fanno sì che sia ancora incoraggiata la combustione di biomasse, pellet e legna, attraverso  l’utilizzo di singoli impianti di riscaldamento domestico di scadente qualità ambientale, ai quali si aggiunge una scarsa (se non assente) manutenzione. Questa fonte energetica è cresciuta del 115% negli ultimi 15 anni.   

Nell’accordo con le regioni del Bacino Padano si vieta l’installazione di nuove stufe a 3 stelle ma si consente l’utilizzo di quelle già esistenti. Secondo lo “Studio comparativo sulle emissioni da apparecchi a gas, GPL, gasolio e pellet ed effetto dell’invecchiamento”, condotto da Innovhub–Stazioni Sperimentali per l’Industria, stufe a 3 o 4 stelle che si possono acquistare contando su incentivi pubblici, e per le quali non sono previste verifiche obbligatorie periodiche, producono rilevanti emissioni di particolato con un incremento progressivo di due ordini di grandezza - ossia centinaia di volte maggiore - nelle emissioni, passando dai combustibili gassosi al pellet; e di un ulteriore ordine di grandezza  - ossia migliaia di volte maggiore - passando dal pellet alla legna.
Basti considerare che 100 gr di polveri sottili vengono prodotti da sole 32 ore di accensione di una caldaia 4 stelle alimentata a pellet (addirittura solo 7 se l’impianto è alimentato a legna) rispetto a circa 46.000 ore di utilizzo di una caldaia alimentata a gas o 20.000 km percorsi da una vettura Euro 5 a benzina.

Andrea Arzà, presidente Assogasliquidi/Federchimica, aggiunge: “Sul fronte traffico, i dati mostrano con evidenza gli enormi vantaggi del GPL rispetto alle altre fonti fossili. Andrebbe incoraggiato sempre di più l’acquisto di auto che utilizzano questa fonte o la conversione di vecchie auto a   benzina. Rispetto al settore domestico, i combustibili gassosi (gas naturale e GPL) possono dare un grande contributo al Paese per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’inquinamento atmosferico. In entrambi i casi, quindi, il GPL può essere un rimedio immediato rispetto all’emergenza che ci troviamo ad affrontare, e accompagnare il lungo processo di transizione energetica. Insistiamo sulla necessità che vengano rapidamente rivisti gli strumenti di incentivazione delle biomasse legnose impiegate negli impianti singoli utilizzati per il riscaldamento domestico, perché favoriscono la diffusione di prodotti altamente inquinanti. È inoltre necessario prevedere appositi controlli di manutenzione per gli impianti e il divieto di utilizzo degli stessi nel caso di sforamento dei limiti emissivi delle polveri, laddove l’abitazione  sia  servita da un altro sistema di riscaldamento”.
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Assogasliquidi è l’Associazione di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e autotrazione e le imprese che costruiscono attrezzature ed impianti o che forniscono servizi attinenti al settore. L’associazione è dal 1995 a servizio dell’industria del GPL (gas di petrolio liquefatto) e dal 2013 a sostegno del GNL (gas naturale liquefatto). Assogasliquidi collabora con le amministrazioni e gli enti pubblici per la migliore definizione di un quadro normativo del settore, informa gli operatori sulle innovazioni tecnico/legislative, promuove l'immagine del settore presso gli utilizzatori e gli utenti finali.
 

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