Lombardia bloccata su RSA e comunità. “Non basta deliberare, serve far partire”

Riceviamo:  È ancora la questione della riapertura graduale in sicurezza delle RSA,
ai nuovi ospiti e ai parenti, a tenere banco nel confronto tra sindacato pensionati
FNP CISL Lombardia e regione Lombardia.
“Quotidianamente riceviamo decine di telefonate di famiglie che stanno vivendo
situazioni difficili e "veri propri incubi"”, dice Emilio Didoné, segretario generale
FNP CISL Lombardia, e il “muro” burocratico alzato da palazzo Lombardia impedisce
di fatto un ritorno di normalità nelle RSA lombarde. Il tavolo di confronto tra rappresentanti
RSA e regione Lombardia, esclusi e non invitati i sindacati dei pensionati, non ha

partorito i risultati concreti che ospiti, famiglie e parenti aspettavano da mesi.
Anche dopo le ultime delibere regionali, in Lombardia è ancora tutto in stand by.
E se continuasse cosi, probabilmente sarà difficile prevedere qualcosa di
riaperto prima di settembre.
“Il presidente del vicino Veneto ha firmato l’ordinanza che riapre "di fatto" le
case di riposo e le strutture sociosanitarie residenziali e semiresidenziali per
minori, disabili, persone con problemi di dipendenza e di salute mentale. La
regione Veneto ancora una volta più concreta e più avanti di regione Lombardia
che si dimostra non all'altezza, costretta a mangiare polvere e rincorrere. Altro
che fare gli sboroni sulla nostra eccellenza lombarda, impariamo le buone
pratiche da altri con più umiltà e meno presupponenza".
Emilio Didonè continua la battaglia a nome di molte famiglie disperate per
costringere Regione Lombardia, oltre a deliberare, “a imparare a mettere in
campo controlli e verifiche della sua applicazione pratica nelle RSA e altri centri
di disabili residenziali e semiresidenziali. Regione Lombardia ha si deliberato la
riapertura delle RSA, ma quanto ha previsto in questo atto non è abbastanza
chiaro e applicabile. Si poteva certamente osare di più cosa che di fatto ha fatto
invece il Veneto".
“Ci risiamo…. anche la nostra pazienza ha un limite umano di sopportazione.
Facciamo la nostra parte, continuiamo a stare sul pezzo, a incalzare chi deve
essere incalzato. E siamo anche noi stanchi dei soliti annunci che non portano a
nulla di concreto per i cittadini, per le famiglie. Perché continuare a deliberare
se poi non cambia niente, se nessuno si preoccupa di verificare, a chi
giova???”
Solo ieri i sindacati dei pensionati, insieme alle confederazioni CGIL CISL UIL e
le categorie di lavoratori, hanno concluso la tre giorni di protesta per riformare e
migliorare il sistema sanitario e socio sanitario in Lombardia, “e ce ne tanto
bisogno! Siamo un sindacato, un grande e autorevole sindacato, ma pur sempre
un sindacato. Non siamo noi a prendere le decisioni, a scrivere le delibere. Noi
possiamo sollevare le problematiche, denunciare il malcostume, dare voce alle
persone che rappresentiamo, presentare proposte ma poi chi decide è sempre e
solo la politica, votata e legittimata per questo".
"Non molliamo e non molleremo fino a quando questa situazione non si sarà
sbloccata per ospiti, parenti e famiglie in tutte le RSA lombarde" in alcune RSA
la situazione si sta lentamente sbloccando, sia per i ricoveri e sia per le visite
parenti, ma perché non in tutte? Quali sono le difficoltà? Perché regione
Lombardia che conosce benissimo questa situazione di stallo non interviene? –
conclude Didonè - Non crede che le famiglie, invece di telefonare a vuoto,
abbiano il diritto si saperlo?”
Stefano Contu
E-mail: stefano.contu@cisl.it

Costume