Chiusa la Forestale gli incendi ringraziano

Sono infatti triplicati. Proteggere la natura è dovere

salviamolaforestale ha pubblicato:"   Fausto Somma - 11 Luglio 2017 Credevo fosse un giorno come tutti gli altri, da passare sui libri, in ansia per il prossimo esame. Alle 8 e mezza del mattino mi resi conto che un incendio stava divampando a poco meno di un chilometro dalla mia ca" - Nuovo articolo su Il Blog della Campagna #salviamolaforestale     INDELEBILE COME IL RICORDO, COME LA COLPA

di salviamolaforestale 
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Fausto Somma - 11 Luglio 2017
Credevo fosse un giorno come tutti gli altri, da passare sui libri, in ansia per il prossimo esame. Alle 8 e mezza del mattino mi resi conto che un incendio stava divampando a poco meno di un chilometro dalla mia casa. Credevo fosse tutto sotto controllo, ero già stato su altri incendi, e non avevo mai visto il fuoco di chioma, iniziai a creare uno spartifuoco in un canalone convinto di fare cosa saggia. Anche se rimasi solo fino alle 11, ero cecamente convinto che prima o poi quel fuoco sarebbe giunto a quel canalone e li si sarebbe fermato. Ci credevo davvero, cosi come credevo ad un lancio di un canader, o all’arrivo di soccorsi. Mio fratello e mio padre mi raggiunsero. Credo solo mio padre riuscii a capire, davvero, quello che di lì a poco sarebbe accaduto. A mezzogiorno qualcosa cambiò, forse il vento, forse la temperatura e quelle fiamme di mezzo metro di altezza si trasformarono in fiamme alte 2 volte un albero. A quel punto capii… nulla le avrebbe più fermate, non c’era modo di fermarle. Come lo fermi un muro di fiamme di 30 metri? Bisognava evacuare. Poco più di venti minuti per prendere le mie chitarre di maggior valore, il mio computer ed i miei soldi, blindare la casa, buttare acqua sulle finestre, portare le bombole nelle macchine, strappare le tende dalle finestre. Riuscimmo a convincere mio padre a non rimanere in casa e fuggimmo. Il fuoco prese tutto, bruciò qualsiasi cosa ebbe sul suo cammino. Ricordo che di tutti i nostri animali, solo le tartarughe nascoste sotto l’acqua riuscirono a salvarsi. I boschi di pino nei quali ero cresciuto, avevo giocato, dormito non c’erano più, alberi di 90-100 anni distrutti in poche ore. Quello che imparai quel giorno fu che le nostre vite possono davvero cambiare da un momento all’altro, è davvero imprevedibile ed incerto il futuro, e le sicurezze di oggi possono non esserci domani. Bisognerebbe davvero sforzarsi di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
Pochi giorni dopo, ebbi il coraggio di andare a camminare nei miei boschi. In 26 anni di vita non avevo mai sentito un bosco cosi silente.
Silvano Nostromo - 11 luglio 2018, manifestare una propria emozione ad un anno di distanza… in auto non si poteva caricare più niente poichè preso il cane di grosse dimensioni ed unico animale facilmente " afferrabile" , gli abitanti della casa stessa e una bombola del gas buttata nel cofano ( per evitare l' esplosione che distruggesse l'abitazione) non c'era più spazio alcuno. L'operazione delle tende ha salvato l'abitazione , della quale tutti i vetri sono esplosi ma non è avvenuta propagazione di fiamma grazie alla schermatura offerta dalle chiusure in ferro esterne, che per fortuna, per pura coincidenza , erano già chiuse da prima . L'incendio si trovava a diverse centinaia di metri dalla casa , che sono diventati niente quando è andato in chioma. Entrati in casa di ritorno di corsa dal fronte di fuoco, prese le prime cose di cui sopra si è detto e fatte quelle operazioni che hanno impiegato pochi secondi , le fiamme fossero già alle spalle dell'abitazione , laddove si trovavano gli animali ( di affezione e di cortile). Se fosse stato possibile salvarli non si sarebbe esitato un attimo anche a correre contro l'incendio, ma lui era già lì. Prima di conoscere l'entità di un incendio di chioma vivendolo di persona non puoi capirne la velocità e la pericolosità se non quando trovato alle spalle della casa , di corsa nella tua direzione. Un mostro di fuoco, alto decine di metri che inghiotte in un turbine di fiamme tutto ciò che trova davanti. Bhè una cosa e scrivere adesso tutte le operazioni che si potevano e non si potevano fare, un' altra cosa è viverlo e rendersi davvero conto di cosa era possibile fare e dei tempi reali a disposizione. Bhè dico solo che io, fratello di Fausto, sono entrato in auto guidando come nei film d'azione , con le fiamme che erano già sopra di me. purtroppo film non era. Alle 8.30 del mattino si trattava di un incendio di superficie , tipico delle pinete, che non sembrava pericoloso e tale è rimasto fino all'orario indicato. Il tutto è evoluto in pochi minuti. Forse se c'era qualcuno che doveva aiutare ad evacuare sarebbero dovuti essere protezione civile ecc. ma erano già tutti in fuga mentre dal megafono, a molti metri di distanza, intimavano l'evacuazione. La forestale ovviamente , avendo perso competenze dos ecc, non c'era ma sono sicuro che se ci fosse stata avrebbe pensato prima alle vite umane e poi ahimè a quelle degli animali. Perchè forse non è ben chiara una cosa : tante famiglie hanno rischiato di morire nell'incendio e non è un modo di dire, ma pura realtà. Rischiavamo di trovarci come in Portogallo e California, la fortuna , il caso, la prontezza dei movimenti ha fatto si che ciò non avvenisse. Se ci fosse stato il tempo di prendere gli animali , ben di sicuro li avremmo presi tutti . Gli unici beni a cui si è avuto il tempo di pensare sono state le vite umane , la propria casa e qualsiasi altra cosa si potesse afferrare nell'arco di uno giro a 360 gradi attorno a se. Il resto tutto distrutto , compresi i mezzi per lavorare e campare ( camion ecc) , ma a distanza di tutto questo tempo le uniche cose che ancora stringono il cuore sono due : i boschi del Vesuvio bruciati e gli animali ( selvatici e domestici) morti nei roghi, il resto non ha valore. Quei luoghi e quelle creature li abbiamo protetti da sempre e continuiamo a farlo ed è questo ciò che siamo e riveliamo in ogni giorno della nostra esistenza.

Tino - Questa estate 2017 ero andato a trovare un mio vecchio amico a Roccacasale, in Abruzzo, dove gestiva una piccola trattoria. Renzo mi aveva telefonato sconsigliandomi di raggiungerlo, poiché da 14 giorni un incendio stava devastando il Monte Morrone, ed anche l’abitato di Roccacasale era a rischio.
Ma la curiosità e la voglia di rivedere il vecchio amico prevalsero e mi recai da lui.
Lo scenario dei luoghi era apocalittico, da inferno dantesco. Cenere, fumo ovunque.
Decine di volontari e vigili del fuoco parevano stremati, si erano ammazzati di fatica nel combattere le fiamme. Grazie a Dio sembrava stesse per arrivare la pioggia e l’incendio era stato finalmente spento, ma la superficie bruciata si estendeva a perdita d’occhio. I Canadair avevano smesso di sorvolare la zona e solo qualche elicottero si alzava ancora.
Renzo mi disse che sarebbe dovuto andare col fuoristrada a portare qualcosa da mangiare ai volontari e mi propose di accompagnarlo. Accettai incuriosito.
Arrivammo sul Monte Morrone, al Colle delle Vacche.
Un Maresciallo dei Carabinieri forestali stava seduto su una pietra, accanto a un land rover, serio, il volto irrigidito, lo sguardo basso, aveva l’uniforme impolverata, ma si capiva che non era intervenuto sull’incendio … un appuntato, invece, poco più distante, fissava in piedi il Monte, come ipnotizzato.
Scesi dal fuoristrada e cercai di essere gentile:- “abbiamo da mangiare”, dissi al maresciallo, ma questi alzò la mano in segno di diniego e, a fatica, mostrò un sorriso di ringraziamento e si accese una sigaretta.
“mai vista una cosa così”, dissi.
Il maresciallo mi guardò e disse stancamente “macché, tutti gli anni è così, è sempre stato così, solo che quest’anno …” e s’interruppe con una smorfia di disprezzo.
Avevo saputo dell’accorpamento del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri, ma non capivo… probabilmente assunsi uno sguardo perplesso, perché il Maresciallo, pazientemente, mi spiegò:- “non mi fraintenda, non siamo superuomini, ma se ci avessero lasciato fare, se solo ci avessero lasciato fare il nostro lavoro…”
L’altro forestale guardava quel disastro, attonito, con gli occhi lucidi, poi si girò e mi vide …. rimase un secondo sorpreso della mia presenza, poi le spalle e lo sguardo si abbassarono, non aveva la forza di mantenere un atteggiamento educato o formale ….
Ero in un tremendo imbarazzo, ma il forestale si scosse, e per gentilezza e contegno si risolse a fatica ed esclamò:- “è un brutto spettacolo, eh?”
“eh, brutto …”
“brutto... è un disastro... un disastro…” e gli occhi si inumidirono nuovamente. “Minchia!!” Si portò le mani alla bocca, come a fermare le parole… poi mi guardò nuovamente. “Minchia!”, ripeté. Non sapevo proprio cosa dire, e mi usci’ la domanda più stupida del mondo:- “e ora come procederete?”
“procedere …. probabilmente dovremo … faremo …. che faremo?” allargò le braccia, ma subito le lasciò ricadere sui fianchi. Respirò. Rivolse nuovamente lo sguardo sul Monte Morrone e aprì la bocca due o tre volte, come a tentare una frase appropriata, ma poi la diga si ruppe: cominciò a sfogarsi, con rabbia e commozione, non ne poteva più, parlò con il cuore, come un bimbo arrabbiato, nel dialetto della sua terra sicula:
“e come deve procedere? L’Italia va a fuoco e noi abbiamo avuto la direttiva di “spegnere solo piccoli fuochi”, sempre se dotati di opportuno equipaggiamento. Ma di equipaggiamento non se ne parla, in compenso hanno dovuto spendere non so quanti quattrini per fornirci quindicimila divise ordinarie nere che servono a malapena per andare a spasso e mantenere un’identità, un uniforme che non ho scelto…. Cristo! i bambini prima mi chiedevano se li portavo nel bosco, a vedere i cervi e gli orsi… gli parlavo della natura, delle piante… ma adesso vogliono vedere la mia pistola, e le loro mamme li ammoniscono dicendo loro che se non fanno i bravi io li porto in prigione. Prima, quando entravo nelle loro classi a parlare, a raccontare la natura, la vita, sorridevano e ascoltavano, alzavano le mani impazienti, volevano sapere tutto, dei cerbiatti. Delle foreste … ero l’uomo che viveva con bambi, col coniglietto tippete e con Baloo … ora mi chiedono se ho mai sparato a qualcuno. E sono altri occhi. Altri sguardi.”
“non sono i diritti negati, la perdita dei diritti sindacali, a farmi più male. Non ho nulla contro i carabinieri, ma loro stessi non mi sentono collega. Lo vedo. Lo sento. E io non mi sento collega loro, non per disistima, ma perché non sono un carabiniere. Non sono meglio. Non sono peggio: sono un’altra cosa. la gente, vedendomi vestito da carabiniere, mi ferma per intervenire in situazioni che mi sono estranee, e non posso intervenire invece in settori per i quali ero stato formato, per i quali avevo fatto una scelta di vita. Viaggio su una macchina verde, vestito di grigio, con una giacca blu e l’umore nero. Non sono un carabiniere: sono un quadro di Picasso!! …. alcuni dei nostri ufficiali si sono esaltati e si sentono più militari di un feldmaresciallo prussiano, ma la metà dei forestali ha fatto ricorso contro questo accorpamento … ma niente, non frega niente a nessuno, siamo pochi, i nostri voti sono troppo pochi per avere un aiuto in difesa, non dico nostra, ma dell’ambiente …”
mi guardò negli occhi
“lo sai, vero, che quest’inverno sarà un disastro?”
tacqui
“sai quanti ettari di fumo sono bruciati quest’estate? Lo sai?”
ancora silenzio
“Senza la nostra direzione antincendio sono bruciati 130.000 ettari boschivi, cazzo! E questi parlano di estate calda per giustificare il loro fallimento!!! Nel fottutissimo 2003, nell’estate più calda dal 1880 ad oggi, sotto la nostra direzione antincendio, bruciò UN TERZO del patrimonio boschivo bruciato quest’anno, capisci? UN TERZO!!!!
I danni all’ambiente sono stati quantificati in 300 milioni di euro, ma questi decantano un finto risparmio di 100 milioni in tre anni!!”
L’amico aveva gli occhi rossi di rabbia
“e i piromani? Mo’ come scusa si sono inventati i piromani!! Ma vaffanculo!!! Vaffanculo!!! Settemila uomini sottratti a prevenzione, soccorso, difesa della natura, delle specie protette, della biodiversità e dirottati con la massima spinta in attività repressiva, nella sola polizia giudiziaria, con pressante richiesta di numeri, di arresti e di denunce!! I piromani non sarebbero dovuti essere un problema, con questo spiegamento di forze e numeri, no?. Il risultato? Eccolo il risultato dell’attività repressiva, eccolo cos’ha prodotto l’azzeramento della prevenzione e la vanificazione delle competenze!!! te lo dico io: non soltanto abbiamo perso un patrimonio naturale inestimabile, ma il dissesto idrogeologico che ci attende quest’inverno, conseguente alla scomparsa dei boschi, sarà catastrofico!! Frane!! Smottamenti!! Alluvioni!! Ma la colpa, vedrai, a dir loro sarà del clima!! E prima o poi ci scappera’ il morto!! Eccome!!!”
Respirò. Si calmo’. Passato un minuto riprese:
“al mio collega Francesco è andata peggio: sbattuto a 200 chilometri da casa al reparto mobile della polizia. Dalla cima del gran sasso, dai servizi di prevenzione valanghe, è finito alla curva nord dell’olimpico: dal soccorso alpino al manganello: questa è l’ottimizzazione. Questa è la razionalizzazione. Questo è, come dicono loro, quel che ci ha chiesto l’Europa”
L’altro forestale era montato in macchina e fece un fischio. Il siciliano sembrava sul punto di dire altro, ma si scrollò, si incamminò verso la macchina, e dandomi le spalle mi salutò con un gesto stanco della mano.
Rimasi lì immobile, incapace di un cenno di saluto. Gli elicotteri non volavano più, il rumore del fuoristrada verde si spegneva piano, piano, mentre i volontari mangiavano in silenzio.
Il Monte Morrone taceva.

Francesco Silvano -  Luglio 2018. Protocolli per non voler ripristinare il Corpo Forestale dello Stato lotta conto i poteri forti e se fallissero cosa diciamo a Salvini e a chi ha proposto questi protocolli.. Che nulla sanno di territorio e di prevenzione. Per cui niente più voto! Questo ministro pensa che possono i carabinieri forestali fare il controllo.. Errore questi non fanno più prevenzione e controllo del territorio.. La repressione è un limite gravissimo. Perché ci ha sempre distinto come forestale la prevenzione e controllo quotidiano del territorio.! Caro ministro se lo faccia dire da uno che il territorio ci stava a piede e conosceva anche la gente ed aveva scambio di informazioni e ci stimavano! Chi dovrebbe controllare.. Oggi senza la Forestale nessuno conosce il territorio e i bracconieri!

Monia Guadagnoli - La gestione ambientale in questo Paese rasenta il ridicolo.
- Si fortificano collaborazioni tra l'Arma dei Carabinieri e la Divisione della Gendarmeria istituita in seno alla Polizia Federale Messicana (Messico... quello Stato che approva la legge anti tortura nel 2017..) attraverso uno scambio informativo e corsi di formazione organizzati dai Carabinieri Forestali per la neocostituita gendarmeria ambientale.
- Il Ministro dell'ambiente propone al direttore generale dell’Unesco l'istituzione di “caschi verdi” , una task-force internazionale in difesa delle aree verdi del pianeta. (Costa ha dettagliato la sua idea anche in merito ai finanziamenti necessari all’eventuale avvio dei “caschi verdi”: «I fondi sono già disponibili, possiamo utilizzare quelli per la difesa dal cambiamento climatico a cui ci siamo impegnati con l’Accordo di Parigi del 2015.) Lo stesso Costa dichiara:""La nostra è una proposta italiana: in questo campo abbiamo uno straordinario patrimonio di competenze e professionalità che vanno dalle università a tanti centri di ricerca, dall'Ispra ai Carabinieri Forestali di cui ho qualche esperienza essendo stato comandante regionale della Campania. Sarebbe egoista e miope pensare di tenerle solo per noi".
Ora un paio di considerazioni:
1- ma questi carabinieri forestali si moltiplicano in stile biblico? Eravamo sono 7000...
2- Non riusciamo a controllare i NOSTRI danni ambientali, le nostre criticità legate alla tutela del patrimonio naturalistico, e la pubblicità istituzionale è talmente cieca da propinare una magnanimità nella diffusione mondiale delle competenze che ha provveduto a distruggere nel proprio Paese.
Un CFS sacrificabile per il bene della Nazione, è usato sotto mentite spoglie come fiore all'occhiello in ambito internazionale e come materiale propagandistico della militarizzazione della tutela ambientale.
Intanto l'Italia si trova a fare i conti con l'altra faccia della medaglia: quella della delle criticità territoriali e della mancanza di fondi per riorganizzare quello che è stato distrutto.
Non c'è che dire.. un gran bel lavoro di immagine a spese di chi, sul territorio, si trova a dover risolvere i problemi reali. Le convenzioni regionali si moltiplicano in alcuni casi (spese), in altri sono inesistenti (danni).
Un tempo era tutto semplice, lineare. Convenzioni stipulate con le uniche due Amministrazioni in grado di prevenire, fronteggiare e contrastare le emergenze ambientali: Vigili del Fuoco e Corpo Forestale. Tutto funzionava, senza sprechi e senza clamori.
Oggi si investe sulla repressione come forma di risoluzione e sull'impiego di militari in ambiti civili. Basterebbe leggere un qualsiasi libro di storia, di sociologia o di psicologia per capirne il fallimento concettuale. Il deterrente non sana, stimola nuove forme di ingegno criminale. E chi si dichiara "ambiente" e promuove il potenziamento dei militari in campo ambientale, dovrebbe riconsiderare e rendere pubblica la propria personale definizione, alla luce delle deficienze riscontrate sul territorio e non dei riflettori di un'egoriferita sovraesposizione mediatica.
Francesco Brigante Gentile - Naa.. Lui per me vale ed è anche bravo... Solo che PER ME sta lavorando per il NON ripristino del CFS. È una pedina importante.. PER LORO.

Gordon Ka - Con questo atteggiamento esasperatamente oltranzista non si va il bene nostro nè dell'ambiente. Ai messicani abbiamo portato l'esperienza del Corpo Forestale dello Stato che, ancorchè mutilata dalla riforma Madia, rimane comunque un esempio di struttura deputata alla protezione ambientale che loro se la sognano. 180 agenti per tutto il paese (grande 6 volte l'Italia!) in un corpo nato appena 3 anni fa.

 

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