Da domani "Cinemazero 2022" specchi dei tempi, e pure Ucraina
di Maria de falco Marotta
Domani, 6 aprile inizia a Pordenone la XVma Pordenone Docs Fest che fino al 10 aprile presenta una serie di film al cinema Cinemazero che vogliono essere specchio dei tempi, dalla Cina all'Ucraina, dalle rivolte a Hong Kong al futuro di Venezia. Terminerà domenica con un omaggio a Pino Donaggio, e con un concerto esclusivo dell’ensemble de "I Solisti Veneti".
Durante le giornate del festival, sono previste due retrospettive, una su Venezia, l'altra sul colonialismo e post colonialismo italiano in Africa. Cinque documentari raccontano la città lagunare, minacciata dall'overtourism e fragile avamposto nella lotta alla crisi climatica. Il suo futuro è al centro di un'occasione di approfondimento e confronto, con grandi protagonisti ed esperti della vita culturale, sociale, economica veneziana. Sono cinque anche i film che inducono a guardare al nostro passato coloniale e postcoloniale in Africa, per una retrospettiva curata da Federico Rossin, storico e critico del cinema, curatore indipendente. Tra questi, Il Nero di Giovanni Vento, del 1967, sarà proiettato per la prima volta nelle sale italiane grazie al recupero effettuato dal Museo nazionale del Cinema di Torino. Sullo sfondo di una Napoli scanzonata e realistica, la vita di alcuni “figli della Madonna”, i ragazzi nati nel secondo dopoguerra dalle relazioni illegittime tra le donne del luogo e i militari afroamericani. L'evento finale è la proiezione del film muto Siliva Zulu, con la colonna sonora composta e registrata per l'occasione da Bruno Cesselli, pianista, compositore e arrangiatore fra i più conosciuti e apprezzati in ambito jazzistico. Tra antropologia e stereotipi, il film del 1927 restituisce un’immagine degli zulu con gli occhi del regista ed esploratore italiano Attilio Gatti, intrecciando elementi antropologici a fantasie di stregoneria.
Ancora, tra i seminari e convegni per addetti ai lavori, sono molte le possibilità di approfondimento: dalle questioni etiche e politiche connesse alla rappresentazione della colpa e del colpevole, legata all’affermazione commerciale delle docu-serie crime, all'utilizzo dei materiali d'archivio per il documentario, alla produzione dei podcast e l'utilizzo della realtà virtuale (Cfr: lara facco e il suo veloce gruppo di giornaliste/i).