BIM: 15 miliardi che sono lì ad ammuffire

La paralisi del BIM - Il problema del Comune di Sondrio - Quadro legislativo Kafkiano - La soluzione pragmatica - Due scelte per i rappresentanti del Comune di Sondrio - Conclusivamente

Appare
abbastanza anomalo che si ricorra alla formula "Riceviamo e
pubblichiamo" per uno scritto del Direttore del giornale. E'
invece questione di correttezza in quanto pur trattandosi della
stessa persona é diversa la veste di chi scrive. Il testo che
diamo ai lettori, in quanto indubbiamente di interesse generale
e destinato a tutti i mass-media oltre che ai soggetti in
indirizzo, non é stato scritto nella veste di direttore del
giornale. Viene ospitato, cos' come ospiteremo eventuali scritti
di chi sull'argomento la pensa in maniera diversa o addirittura
opposta.

La Redazione
___________


La paralisi del
BIM

Nota per il Sindaco di Sondrio e, p.c.,
per i Presidenti del BIM e delle cinque Comunità Montane della
provincia


Apprendo in data odierna, 308° giorno dell’anno, che non
sussistono ancora le condizioni per la convocazione
dell’assemblea del BIM che avrebbe dovuto da tempo e che dovrà:

1) nominare i nuovi organi – e questo mi interessa meno –

2) approvare il bilancio di previsione (absit injuria verbis!)
2002.

A suo tempo mi era stata chiesta la disponibilità per
rappresentare, con altri tre colleghi, il Comune di Sondrio
nell’assemblea del BIM proprio con riferimento all’esistenza del
problema “Comune di Sondrio-BIM- Comunità Montane”, legato alle
scelte di bilancio, e alla mia esperienza passata di Presidente
dell’Ente.

Avevo accettato non certo per chissà quale ambizione ma proprio
per l’esistenza di questo problema (e di un paio di altri che
potrebbero – a mio avviso dovrebbero – rientrare nell’attività
del BIM.

IL
PROBLEMA DEL COMUNE DI SONDRIO


Il secondo (bilancio) é il punto che mi interessa di più in
quanto ad esso è legato il problema del Comune di Sondrio, uno
dei 79 che fanno parte del bacino imbrifero dell’Adda, uno dei
78 che fanno parte del Consorzio BIM, mentre da poco tempo è
escluso, ope legis, dalla Comunità Montana Valtellina di Sondrio
al contrario degli altri 77 soci del Consorzio che continuano a
far parte delle rispettive Comunità Montane, gli Enti che devono
dare le indicazioni per l’utilizzo dei fondi BIM.

La delibera del C.E. del BIM.

Il Comitato Esecutivo del BIM ha approvato in data 8 luglio 2002
una deliberazione inconsistente sul piano giuridico, da
intendersi, - sotto un certo aspetto comprensibilmente dato lo
stato di evidente imbarazzo della Presidenza del BIM che ha
riconosciuto il buon diritto del Comune di Sondrio senza però
riuscire ad avere l’assenso necessario - come mera
manifestazione d’intenti, assumendo a base il verbale
dell’incontro del 21.6.2002 con i Presidente delle CC.MM. e il
Comune di Sondrio con una conclusione peraltro tautologica.

Risulta infatti evidente che, guardando solo all’oggi, la
migliore soluzione a giudizio delle CC.MM. era ed è il
mantenimento dello status quo che evita loro per il momento
l’aggravio derivante dall’aggiunta di un soggetto e di un
soggetto importante vista la rilevante incidenza della potenza
nominale concessa afferente gli impianti di produzione esistenti
sul territorio sondriese.

In realtà questa scelta sposta al futuro il problema, anche se è
facile immaginare che col tempo le difficoltà si potranno
aggravare. Ne è specchio la posizione assunta da altre Comunità
che in buona sostanza hanno sostenuto che lo spazio (leggasi
risorse) da reperirsi per il Comune di Sondrio venga trovato
restringendo quello della Comunità Montana Valtellina di
Sondrio, questa ovviamente non d’accordo. Si tratta di una
posizione, per inciso, che appare pesante per la Comunità di
Sondrio.

L’appostazione nel bilancio di previsioni di entrate deve
fondarsi su una ragionevole presunzione di realizzabilità.
Iscrivere una cifra sulla base di una delibera giuridicamente
evanescente, con l’aggravante che in un suo atto costitutivo, il
verbale ufficiale citato, viene adombrata la possibilità di una
consistente riduzione pari all’importo, se dovuto, da destinare
al Comune di Sondrio, e utilizzare il relativo capitolo, appare
quantomeno rischioso, forse anche materia d’interesse della
stessa Magistratura contabile (Corte dei Conti).

Cosa certamente non da auspicare, anzi da evitare assolutamente.


Cosa però che ulteriormente rafforza la tesi della necessità
della ricerca di una soluzione, anche temporanea, di carattere
pragmatico.

Assemblea incerta, bilancio impugnabile

Oggi non si intravvede ancora quando l’assemblea potrà essere
convocata.

Dati i vincoli statutari se anche nei prossimi giorni vi fossero
finalmente le nomine mancanti andremmo, se va bene, a dicembre
in un contesto normativo che definire kafkiano è ancora poco.


E quando assemblea vi sarà si troverà sul tavolo un bilancio che
non risolve, neppure temporaneamente, il problema del capoluogo.

Facile prevedere che vi sarà un’ulteriore impugnazione,
inevitabile. Chiunque infatti vi sia ad amministrare il Comune
di Sondrio, vista la posizione negativa assunta sulla
possibilità di una trattativa, l’impugnazione è da considerarsi
una sorta di atto dovuto per gli amministratori.

Non è cosa secondaria. Probabilissima la sospensiva con blocco
di ingenti risorse.

Altra cosa che dunque avrebbe dovuto e comunque tuttora dovrebbe
rafforzare la tesi della necessità della ricerca di una
soluzione, anche temporanea, di carattere pragmatico esclusa
però dalle Comunità Montane, quantomeno dai loro Presidenti che
si suppone abbiano investito del problema i rispettivi organi
istituzionali portandone le conclusioni nel citato incontro del
21.6

Non è servita neppure la nota 11.12.2000 di chiarimento della
Regione Lombardia, peraltro richiesta non dal Comune di Sondrio
ma dallo stesso BIM l’8.11.2000, che sanciva il diritto del
Comune di Sondrio ad essere inserito fra i beneficiari del fondo
comune.

Difendo i Sindaci

Tornando al ritardo del completamento dell’assemblea doverosa
una precisazione.

Vi sono state critiche nei confronti dei Sindaci che non
procedevano alle nomine di loro diretta competenza (alcuni le
devono ancora fare oggi).

I Sindaci sono persone responsabili. Conoscono benissimo il
problema. Hanno ricevuto solleciti. Pensare a una loro incuria o
superficialità è pura cosa senza senso ed è giusto difenderli.

Se non hanno proceduto e lo hanno fatto tardivamente o
addirittura non procedono sicuramente avranno loro motivazioni,
non formali e non secondarie. Io non le conosco, ma sicuramente
ci saranno state e ci saranno.

A questo punto è il sistema politico-istituzionale (Forze
politiche, Istituzioni ma anche rappresentanze della cosiddetta
società civile visto che lasciare somme consistenti ad ammuffire
in banca è un danno per l’intera collettività) che avrebbe
dovuto e dovrebbe preoccuparsi di appurare, mettendo in campo
anche gli opportuni antidoti per uscire da questa clamorosa
impasse. E gli antidoti c’erano e ci sono sol che vi sia la
volontà politica per metterli in atto.

Questo naturalmente per la parte che riguarda la paralisi di un
Ente paradossalmente proprio nell’anno che sono state accolte le
rivendicazioni per un aumento significativo dei sovracanoni!

QUADRO
LEGISLATIVO KAFKIANO


In termini specifici il buco legislativo per l’esclusione del
capoluogo dalla Comunità Montana.

Il sovracanone ha carattere di indennizzo e il beneficiario è il
Comune nel quale hanno sede gli impianti. Ove la maggioranza
qualificata dei Comuni del bacino imbrifero avesse compiuto la
scelta solidaristica il Consorzio sarebbe divenuto obbligatorio,
come è stato per il nostro BIM (Sorico escluso, con liquidazione
annuale di un tantum pragmaticamente concordato). Da ricordare
anche che la legge 925/1980 aveva concesso la possibilità di
scioglimento con passaggio alle CC.MM. dei sovracanoni. Non a
caso pressoché generale fu la posizione contraria.

Vien sempre fatto riferimento alla legge regionale 23/1973 che
prescrisse la destinazione del fondo comune del BIM al
finanziamento di interventi e opere indicati dalle CC.MM. e
compresi nei loro piani e nei loro programmi annuali, anche con
l’interpretazione del ruolo del BIM come semplice esattore.

Posizione priva di ogni fondamento.

Ci si dimentica che è prescritto che le CC.MM. inviino al BIM il
proprio programma e che a questo punto tocca al BIM predisporre
i programmi operativi (non lo si fa ma lo si dovrebbe fare: di
una legge non si dovrebbe prendere la parte che piace e
dimenticare quella che non piace…).

In ogni caso interpretazione c’è già stata, la più autorevole,
anzi autorevole in senso assoluto dato che l’ha espressa la
Corte Costituzionale nella sua sentenza 212/1976. In particolare
al punto 6) la Consulta sancisce che non si tratta di operare
spostamento di funzioni dai BIM alle CC.MM. e di sottrarre ai
BIM alcuno dei loro compiti istituzionali.

Il demandare alla Magistratura, come risulta dalle deliberazione
del C.E. del BIM, ma soprattutto dal verbale annesso, la
delibazione del problema-Sondrio, anziché darvi soluzione
pragmatica sia pure di carattere transitorio in attesa di una
riconsiderazione legislativa del problema, significa anche
adeguarsi al quadro legislativo vigente comprensivo della
interpretazione della Consulta.

Il parere favorevole al diritto del Comune di Sondrio da parte
della Regione è stato rifiutato, oltre che per la ragione che
“non risolve i dubbi”, in quanto “non interpretazione
autentica”.

Implicito in questa ultima posizione che ove lo fosse verrebbe
accettato. Ma allora va attuato anche quanto ha stabilito la
Corte Costituzionale….

In termini generali il buco legislativo per la soppressione dei
Co.Re.Co.

Fosse esistito ancora il Comitato Regionale di Controllo questi
avrebbe diffidato i Comuni a nominare i loro rappresentanti,
assegnando un congruo tempo (15 giorni ad esempio). Ove non si
fosse ottemperato, il Co.Re.Co. avrebbe nominato un commissario
ad acta per provvedere. Tempo un mese l’Assemblea sarebbe stata
completata e il bilancio di previsione 2002 sarebbe stato
approvato molti mesi fa.

Oggi siamo al colmo che la diffida l’ha dovuta fare il Difensore
Civico, passo importante certo, ma senza sviluppi, perché il
Difensore Civico non ha i poteri illustrati per i Co.Re.Co.

LA
SOLUZIONE PRAGMATICA


Utilizzare l’aumento dei sovracanoni

Il sovracanone è passato da 8,91 €uro a 13,00 per kWh di potenza
nominale concessa. Un aumento di oltre il 45%, e cioé di
4.738.001.376 lire passando da 10.259.826.305 a 14997827681
vecchie lire

Occasione d’oro per risolvere pragmaticamente il problema del
Comune di Sondrio non toccando le quote pertinenti a ciascuna
C.M., anzi incrementandole ma non in proporzione all’aumento dei
sovracanoni appunto per fare spazio alla quota per il Comune di
Sondrio, quale che sia la soluzione operativa prescelta
(analogia con Sorico o analogia con le 5 CC.MM., di fatto
assimilando Sondrio a una sesta C.M.).

Non facendo in questo modo una sentenza – o un provvedimento
legislativo, improbabile in tempi brevi ma ugualmente possibile
introducendo un articolo in una legge-omnibus – che
sopravvenisse dopo il riparto meccanico sulla base del fondo
comune aumentato, inevitabilmente determinerebbe scompensi e
grossi problemi di ridefinizione dei riparti. Se mossa
intelligente del BIM è stata la scelta di un fondo fi riserva –
peraltro allo stato di intenzione perché materia che toccherà
all’Assemblea di delibare – va specificato che posto che abbia
capienza per il riconosciuto diritto del Comune di Sondrio, esso
risolve il problema contingente della disponibilità finanziaria
ma non quello della ridefinizione dei riparti di cui si sono
avute chiare avvisaglie nell’incontro del 21.6.2002, il cui
verbale è annesso e costituisce parte integrante della citata
delibera 10/2002 del C.E. del BIM.

I precedenti in materia

Questa impossibilità di convocare l’assemblea del BIM per
mancata nomina di parte dei componenti, accompagnata da molta
indifferenza, è un brutto segno di crisi acuta del sistema
politico-amministrativo provinciale, al minimo di impotenza nel
governare gli eventi.

Non era così al tempo della cosiddetta Prima Repubblica, alla
quale, come peraltro tanti in provincia, siano essi oggi in uno
schieramento, in un altro o a casa propria come il sottoscritto,
io idealmente e orgogliosamente appartengo.

Una Prima Repubblica nella quale poteva anche succedere, al
contrario di quanto è emerso avvenire altrove, di tenere in
grandissimo conto il pubblico denaro al punto di fare
risparmiare, grazie all’azione proprio del BIM che allora
presiedevo e con l’aiuto di pochissimi autorevoli personaggi,
quasi 1000 miliardi. Fu evitato così il prosciugamento di circa
la metà della dotazione della Legge Valtellina (si sa, le
notizie buone non fanno notizia, molto più appetibile per il
nuovo stile dei mass-media odierni un avviso di garanzia.,..).

Allora nonostante contrapposizioni politiche anche dure, il
senso dello Stato, delle Istituzioni non è mai venuto meno e nei
momenti importanti le soluzioni si trovavano.

E’ stato così anche per il problema del riparto dei fondi BIM.
Quando fu deciso, non ci fu, come si dice, una rinuncia delle
altre CC.MM. a favore di quella di Morbegno perché meno dotata.
Questa era stata una richiesta del Morbegnese. La scelta fu
solidaristica ma non sulla base di vil pecunia bensì – era mia
la proposta e quindi lo so bene – sulla base di altro
ragionamento, di solidarietà sostanziale. Tale proposta si
basava sul fatto incontestabile che il Morbegnese aveva ed ha i
danni per l’impianto di Selvetta-Monastero, forse il peggiore
della provincia, senza avere i relativi indennizzi in quanto
tale impianto, in ragione della quota, non paga sovracanoni.

La quota assegnata a Morbegno nacque pertanto sulla base di
conteggi che feci io per tener conto di quest’impianto,
esistente per danni e inesistente alla cassa,.e così fu
approvata.

Per far fronte ci fu la solidarietà delle altre CC.MM., maggiore
quella dell’Alta Valle che stava avendo grossi investimenti
pubblici per i mondiali in programma nel 1985.

Successivamente, durante la mia Presidenza, il bormiese pose
energicamente il suo problema che risolsi lasciando inalterate
le percentuali delle altre CC.MM. e dando il 2% in più alla C.M.
dell’Alta Valle, con un totale pertanto che superava il 100%,
arrivando al 102! Come? Prelevando tale 2% dai fondi propri
dell’Ente. Soluzione sicuramente singolare e di fantasia, ma
pragmaticamente risolutrice anche dei contrasti istituzionali
che stavano nascendo.

DUE
SCELTE PER I RAPPRESENTANTI DEL COMUNE DI SONDRIO


Tutto questo premesso ai rappresentanti del Comune di Sondrio,
chiunque siano e comunque si situino politicamente, nella
situazione di oggi non restano che due scelte in sede di
assemblea: o il voto contrario a un bilancio che lasci irrisolto
il problema-Sondrio, oppure l’abbandono dell’aula al momento del
voto.

Una scelta che probabilmente opportunità vuole che venga
concordata con i legali patrocinanti presso il Tribunale delle
Acque.

Come rappresentanti del Comune di Sondrio siamo a suo tempo
intervenuti il 12.7.2002 sul Presidente del BIM (fornendo il
22.7 la nota, e relativa tempestiva risposta del Presidente del
BIM, alle 5 Comunità Montane), anche con proposte alternative.

Tutto è però rimasto fermo per via dell’asserita impotenza
istituzionale.

A complemento ricordo che, a titolo personale, atteso che
notizie di stampa individuavano la ragione del ritardo in
problemi politici di assetto inquadrati in un contesto più
ampio, restando sempre sul versante istituzionale avevo anche
avanzato la proposta, se le cose stavano veramente così, di un
prolungamento dell’attuale Presidenza – formalmente, è ovvio,
con investitura da parte dell’assemblea ma con mandato a termine
– sino alla primavera prossima. Questo pur di consentire
l’uscita dalla crisi attuale a proposito della quale verbalmente
si ascoltano deprecazioni di questa situazione da persone di
varia collocazione politica senza però che vi siano state
iniziative istituzionali adeguate.


CONCLUSIVAMENTE


Conclusivamente:

1) Lo straordinario ritardo di avvio del nuovo mandato del BIM
con la convocazione dell’assemblea immobilizza ingenti risorse
con danni diretti, per la perdita di valore, e indiretti per la
mancata realizzazione di opere ed interventi;

2) La scelta dello status quo e quindi di attendere gli eventi
per quanto attiene al “problema-Sondrio” penalizza il
Comune-capoluogo in relazione ai suoi diritti, riconosciuti
dalla Regione (che nel regolare la materia colmando il vuoto
legislativo ovviamente si atterrà alla valutazione già
ufficialmente espressa);

3) La scelta dello status quo e quindi di attesa degli eventi
rischia di penalizzare le stesse Comunità Montane per le ragioni
prima addotte, in particolare ove il Tribunale delle Acque
disponga la sospensiva della citata delibera del BIM, e, ancor
più grave, della futura delibera di approvazione del bilancio;

4) La situazione kafkiana così determinatasi in ogni caso pesa
sui cittadini di Valtellina e Valchiavenna;

5) La paralisi che si protrae nel tempo risulta aggravata da una
pressoché generale indifferenza istituzionale e anche politica.
Mi pare che su questo terreno dovrebbe essere volontà e impegno
comune di tutte le forze politiche l’operare per far funzionare
le Istituzioni

UNA
CONCLUSIONE PERSONALE


A questo punto la ragione per cui avevo accettato la
rappresentanza del Comune di Sondrio sta venendo meno perché non
se ne può discutere mancando la sede per farlo, rappresentanti
in un’assemblea-fantasma.

In secondo luogo coloro con i quali, ovviamente, si tratterebbe
di discutere si sono orientati diversamente, verso l’attesa del
giudizio della Magistratura.

Mi pare conseguentemente, anche in ragione delle funzioni in
passato svolte, in particolare quale ex Presidente del BIM ed
anche ex Sindaco, dovere mettere a disposizione il mandato
ricevuto dal Comune di Sondrio attesa la situazione
determinatasi, la prima nelle Istituzioni provinciali dalla
Liberazione ad oggi.
(Alberto Frizziero)

Sondrio 3.11.2002

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Alberto Frizziero
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