Corso di formazione per Guardie ecologiche volontarie nel Parco delle Orobie Valtellinesi

Cinquanta erano i volontari lombardi partecipanti

Guardie ecologiche volontarie a scuola nel Parco delle
Orobie. La Porta del Parco di Albaredo ha ospitato, il 7 e
14 maggio, due giornate di studio e confronto organizzate
dal Parco delle Orobie valtellinesi nell’ambito del primo
corso facoltativo di formazione per Gev sulla fauna
prioritaria della Lombardia, promosso dalla Regione e
articolato in sei lezioni teorico-pratiche. Dal Parco Campo
dei Fiori al Parco Colli di Bergamo, dal Parco Adda sud al
Parco Nord Milano, oltre che dalle vicine Comunità montane
di Morbegno e Sondrio, cinquanta volontari impegnati nella
tutela dell’ambiente sono giunti da ogni parte della
Lombardia per un percorso formativo incentrato sul
“Programma regionale per gli interventi di conservazione e
gestione della fauna selvatica nelle aree protette”: “Tale
documento, approvato dalla giunta regionale nel 2001 – ha
spiegato Umberto Bressan, naturalista della Direzione
generale Qualità dell’ambiente della Regione – è finalizzato
a fornire precise indicazioni gestionali per interventi di
conservazione e di reintroduzione di specie animali
autoctone, sia vertebrate che invertebrate, considerate
prioritarie secondo un elenco che, in armonia con le
Direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”, prevede
quattordici livelli di criticità, individuando da un lato
gli interventi utili, dall’altro quelli incompatibili per la
conservazione delle specie in declino”. Nel corso della
relazione Bressan ha illustrato alcuni dei più recenti
interventi di conservazione e reintroduzione della fauna
selvatica sul territorio lombardo, nelle singole aree
protette come nell’intero areale di distribuzione,
affrontando le cause di estinzione locale di alcune specie
animali, le diverse tipologie di immissione e i presupposti
indispensabili per l’ automantenimento delle popolazioni
interessate dai progetti. Nella disamina dei progetti di
tutela particolare attenzione è stata riservata al gallo
cedrone, all’orso bruno, al lupo, alla lepre bianca, al
picchio nero e all’aquila reale, che “con undici coppie
certe censite sulle Alpi Orobie, a fronte delle sei
registrate sul finire fine anni ’80 – ha commentato Bressan
- è il simbolo dell’evoluzione positiva della qualità
ambientale per una migliorata sensibilità da parte dell’uomo
nei confronti della natura”. Il primo corso di formazione
sulla fauna selvatica, rivolto alle quasi 3.000 Guardie
ecologiche volontarie, divise in 58 enti organizzativi, che
operano sul territorio lombardo, ambisce ora a diventare
appuntamento annuale, forte del riscontro registrato dalle
lezioni sul lupo, nell’Oltrepò Pavese, in Val Belviso, sul
Gipeto, che le Gev hanno avuto modo di avvistare nell’uscita
dello scorso mese di aprile nel territorio del Parco
Nazionale dello Stelvio, e dalle due giornate di studio ad
Albaredo, che si sono concluse con la visita
all’Osservatorio eco-faunistico di Aprica.
CS


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