Ecosistema Bambino 2002 - Quinto rapporto di Legambiente sulle politiche per l’infanzia dei comuni capoluogo. 10° posto per Sondrio
 
 Ecosistema Bambino 2002 -
 Quinto rapporto di Legambiente sulle politiche per l’infanzia 
 dei comuni capoluogo.
 In sintesi:
 Le città premiate,
 Le città del Sud,
 I comuni del "carbone",
 Le metropoli,
 Un paese amico dei bambini .
POSIZIONE CITTÀ PUNTI  
-
 OTTIMO 
 NESSUN COMUNE 
-
 BUONO 
 1 BELLUNO * 92,5 
 2 PISTOIA * 86 
 3 LA SPEZIA * 82 
 4 SIENA * 81,5 
 4 CALTANISSETTA 81,5 
 6 VERBANIA 80,5 
 7 GENOVA ** 80 
 7 TORINO ** * 80 
-
 DISCRETO 
 9 VENEZIA ** 79,5 
 10 PRATO 79 
 10 SIRACUSA 79 
10 SONDRIO * 79  
 13 AREZZO 78,5 
 13 BERGAMO 78,5 
 14 LIVORNO 77,5 
 15 REGGIO CALABRIA ** 77 
 16 RIMINI 76 
 16 REGGIO EMILIA 76 
 16 LECCE 76 
 19 NAPOLI ** 75 
 19 RAVENNA * 75 
 21 UDINE 74,5 
 21 MASSA 74,5 
 23 ASTI * 74 
 23 RIETI 74 
 23 VICENZA * 74 
 26 PIACENZA * 73,5 
 26 VITERBO 73,5 
 28 PORDENONE 73 
 28 BRESCIA 73 
 30 FROSINONE 72,5 
 30 ANCONA 72,5 
 30 MODENA * 72,5 
 33 CUNEO * 72 
 34 ROMA ** 71,5 
 35 LODI * 71 
 35 TERAMO 71 
 37 FIRENZE 70,5 
 37 BRINDISI 70,5 
 37 SALERNO 70,5 
 37 FERRARA 70,5 
 41 FORLÌ * 70 
 41 PERUGIA 70 
-
 SUFFICIENTE
 43 MESSINA 69,5 
 43 TRIESTE 69,5 
 45 CREMONA 69 
 45 VERONA 69 
 45 LECCO 69 
 45 ROVIGO 69 
 45 AVELLINO 69 
 45 BOLOGNA ** * 69 
 51 MANTOVA * 68,5 
 51 MACERATA 68,5 
 51 PALERMO ** 68,5 
 54 MATERA 68 
 54 ASCOLI 68 
 56 SAVONA 67,5 
 56 VARESE 67,5 
 56 PARMA 67,5 
 59 BIELLA * 67 
 60 COSENZA * 66,5 
 60 VERCELLI 66,5 
 62 MILANO ** 66 
 62 LATINA 66 
 62 FOGGIA 66 
 65 NOVARA 65 
 66 PESARO * 64,5 
 67 TREVISO 62,5 
 68 IMPERIA 62 
 69 PAVIA 61,5 
 70 RAGUSA 60,5 
 70 ALESSANDRIA 60,5 
 72 PADOVA * 57,5 
 73 COMO 57 
 74 GORIZIA 56,5 
-
 INSUFFICIENTE 
 AGRIGENTO 
 AOSTA 
 BARI ** 
 BENEVENTO 
 BOLZANO (1) * 
 CAGLIARI ** 
 CATANIA ** 
 CAMPOBASSO 
 ENNA 
 GROSSETO 
 L’AQUILA 
 NUORO 
 PESCARA 
 PISA 
 POTENZA 
 SASSARI 
 TARANTO ** 
 TERNI 
 TRAPANI 
 TRENTO 
 VIBO VALENTIA 
 NON DISPONIBILI 
 CASERTA 
 CATANZARO 
 CHIETI 
 CROTONE 
 ISERNIA 
 LUCCA 
 ORISTANO 
 fonte: Legambiente, Ecosistema Bambino 2002 
 * = città che ha ricevuto dal Ministero dell’Ambiente il 
 riconoscimento di "città sostenibile delle bambine e dei 
 bambini" 2000.
 ** = città riservataria ai sensi della legge 285/97.
 (1). il comune di Bolzano, in base alla normativa regionale, non 
 gestisce direttamente i fondi relativi alla legge 285/97 
 risultando pertanto penalizzato nella graduatoria dall’indice 
 relativo a questa voce.
 Significativo che Legambiente precisi il merito delle città che 
 seguono le prime otto, quelle che hanno superato gli 80 punti. A 
 suo dire emerge un’altra decina di Comuni (da Venezia - e 
 Sondrio é subito dietro - a Siracusa, da 
 Bergamo a Reggio Calabria) che pure riescono a conciliare la 
 logica della tutela con quella del protagonismo dei bambini, ad 
 offrire dei servizi di qualità (come i famosi asili di Reggio 
 Emilia) insieme ad esperienze di partecipazione che portano i 
 bambini dietro le quinte della cosa pubblica. 
 Nel complesso l’Italia, con il 77% di città che mettono in campo 
 almeno un’opportunità di partecipazione (contro il 75% dello 
 scorso anno), dimostra di essere un Paese sufficientemente amico 
 dei bambini, capace di cogliere la sfida lanciata quasi tredici 
 anni fa dalla Convenzione internazionale dei diritti del 
 fanciullo di New York. Ma molto però rimane da fare per 
 garantire ai bambini un ambiente di vita salubre, autonomia nei 
 movimenti, spazi verdi. Per questo, insieme alle caramelle, 
 Legambiente assegna anche il carbone alle città che non fanno 
 corrispondere, alla bontà dell’impegno sul versante delle 
 politiche per l’infanzia, altrettanta concretezza su quello 
 delle scelte ambientali. 
 "Guardare alle città dal punto di vista dei bambini significa 
 costruire le premesse per un miglioramento generale della 
 qualità della vita — ha dichiarato il presidente di Legambiente, 
 Ermete Realacci — Purtroppo però non tutte le città riescono a 
 prendere con serietà l’impegno di coinvolgere i bambini nella 
 gestione della cosa pubblica, di farne dei cittadini a tutti gli 
 effetti. Premiamo le città che ci stanno provando, pur sapendo 
 che nessuna città ancora oggi può dirsi a misura di bambino. E 
 richiamiamo le altre ad impegnarsi nel dialogo con i bambini e 
 nel dare dare fiducia alla loro capacità di impegnarsi per il 
 prossimo".
 Fra gli altri dati che emergono da Ecosistema Bambino 2002 c’è 
 l’avanzamento della progettazione partecipata, vale a dire 
 l’ideazione insieme ai bambini di spazi utili nella città, che 
 viene praticata nel 46 % dei centri urbani. Mentre l’adozione 
 dei monumenti (36%) rimane tra le azioni messe in campo per 
 costruire delle relazioni positive fra i giovanissimi e 
 l’ambiente pubblico. Aumenta anche la percentuale di città che 
 istituisce un Consiglio comunale dei bambini (31%) e anche 
 quella dei centri urbani che propongono ai bambini di impegnarsi 
 nella vigilanza ambientale o contro la maleducazione degli 
 automobilisti (16%). Ancora poche invece le città che si sono 
 dotate di un Assessorato all’infanzia (4%) mentre la materia 
 continua a ricadere (nel 76% dei casi) sotto l’assessorato 
 all’educazione (44%) e agli Affari sociali (41%). Quasi il 45% 
 delle città si è dotata inoltre di un ufficio per l’infanzia ma 
 solo il 15% di un Ufficio per la città dei bambini. Fra le 
 iniziative per il tempo libero primeggiano infine i campi estivi 
 in città (77%), feste all’aperto (71%) e i corsi e i laboratori 
 pomeridiani (73%) ma sono in crescita, a riprova di una maggiore 
 fantasia degli amministratori rispetto alle politiche culturali 
 per l’infanzia, le attività creative nei musei (25%), le 
 rassegne di teatro-ragazzi (59%) e le ludoteche (59%). 
 Un Paese amico dei bambini
 Nel complesso emerge comunque un Paese sufficientemente "amico 
 dei bambini" e pronto, più che in passato, alla sfida lanciata 
 dalle nuove sollecitazioni istituzionali (come la Legge 
 sull’infanzia 285/97 oppure il progetto del Ministero 
 dell’ambiente "Città sostenibili delle bambine e dei bambini") 
 che puntano sul protagonismo delle realtà comunali: con il 77% 
 delle città che ha messo in campo una o più opportunità per 
 portare i bambini dietro le quinte della cosa pubblica. Va forte 
 la progettazione partecipata, vale a dire l’ideazione insieme ai 
 bambini di spazi utili nella città, che viene praticata nel 46 % 
 dei centri urbani. Mentre l’adozione dei monumenti (36%) rimane 
 tra le azioni messe in campo per costruire delle relazioni 
 positive fra i giovanissimi e l’ambiente pubblico, aumenta anche 
 la percentuale di città che istituisce un Consiglio comunale dei 
 bambini (31%) e anche quella dei centri urbani che propongono ai 
 bambini di impegnarsi nella vigilanza ambientale o contro la 
 maleducazione degli automobilisti (16%). In aumento con il 30%, 
 gli incontri fra i bambini e il Sindaco ed altre forme di 
 consultazione (questionari, sondaggi, incontri nelle scuole 
 ecc.) che complessivamente raggiungono il 28%. Ancora poche 
 invece le città che si sono dotate di un Assessorato 
 all’infanzia (4%) mentre la materia continua a ricadere (nel 76% 
 dei casi) sotto l’assessorato all’educazione (44%) e agli Affari 
 sociali (41%). Quasi il 45% delle città si è dotata inoltre di 
 un ufficio per l’infanzia ma solo il 15% di un Ufficio per la 
 città dei bambini. Fra le iniziative per il tempo libero 
 primeggiano infine i campi estivi in città (77%), feste 
 all’aperto (71%) e i corsi e i laboratori pomeridiani (73%) ma 
 sono in crescita, a riprova di una maggiore fantasia degli 
 amministratori rispetto alle politiche culturali per l’infanzia, 
 le attività creative nei musei (25%), le rassegne di 
 teatro-ragazzi (59%) e le ludoteche (59%). 
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