Regione: orfani da Guiness dei primati. Ci scrive Bordoni

Riceviamo e pubblichiamo questa nota del consigliere regionale uscente Giovanni Bordoni, detto Gian Maria, corredata dalle altre prese di posizione che pubblichiamo in successione: Su questa vicenda kafkiana della usurpazione da parte del

Egregio Sig.
Alberto Frizziero - Direttore
La Gazzetta di Sondrio

Le elezioni sono passate da più di 20 giorni ed è presumibile
che, a partire da domani, anche la Lombardia porrà mano alla
composizione del suo governo.

Si apre dunque un periodo cruciale per i destini della nostra
provincia, inopinatamente esclusa dalla rappresentanza in
Consiglio Regionale da una legge nazionale che non garantisce
rappresentanza alle realtà amministrative meno popolate.

Non mi interessa in questo momento replicare alle accuse di non
aver ottenuto il varo di una legge elettorale regionale che ci
offrisse questa certezza (1 consigliere su 80, 2 con Lodi, non
sono certo decisivi!).

Neanche valgono le rassicurazioni di
supplenza ottenute da qualche consigliere delle province
confinanti (mai successo che qualcuno sia andato al di là delle
parole, se non per convenienza spicciola).

Nemmeno voglio
controbattere alle affermazioni che sarà sufficiente organizzare
una interlocuzione diretta tra la Provincia e la Regione (non si
tratta, infatti, del disbrigo degli affari correnti, ma
dell’intera politica del territorio).

Come sempre, sappiamo farci del male da soli, come se non
bastasse il Mattarellum!

Ma così è ed è uno dei dati del problema.


L’altro, ben più importante, è cercare di recuperare le
“dimenticanze” della legge attraverso una considerazione
istituzionale speciale, ma non per questo, di sicuro,
straordinaria.

Nei giorni scorsi la stampa e la televisione non sono stati
avari nel rimarcare l’assurdità dell’esclusione di una provincia
intera dal parlamento della sua regione e neanche nel delineare
un percorso trasparente che consenta di recuperare la
situazione.

La nomina di un assessore esterno alla Giunta regionale della
provincia di Sondrio rimetterebbe le cose a posto. Di assessori
“esterni” agli eletti ve ne sarà più d’uno, tra listino ed extra
listino; quello della provincia di Sondrio avrebbe certamente un
significato istituzionale ben differente rispetto a qualsivoglia
cooptazione ad altro titolo. Attraverso di lui, infatti,
verrebbe ad essere ripristinato il plenum di rappresentanza
delle province lombarde in Regione, oggi inesistente.

Circa poi la scelta della persona, che non deve risultare
necessariamente circoscritta ai candidati, mi limito a ricordare
che in Provincia di Sondrio, alle elezioni del 3 e 4 aprile, un
vincitore c’è stato, nettamente, con il 31,12% dei voti espressi
e 24846 consensi contro i 21044 voti dell’Ulivo e i 20301 della
Lega Nord.

Tralascio le 12419 preferenze personali: il candidato Giovanni
Bordoni, in un Paese normale, avrebbe vinto le elezioni ed oggi,
senza patemi, siederebbe nel Consiglio Regionale della
Lombardia.

L’importante è certo che la nostra Terra risulti rappresentata,
ma è anche giusto che questa rappresentanza venga affidata a chi
ha vinto le elezioni.


C’è un altro elemento che ritengo meritevole di considerazione:
il candidato provinciale di Forza Italia è il terzo dei non
eletti, tra coloro che possono entrare nel Consiglio Regionale
con i resti. E qui si consuma un ulteriore sgarbo della legge
nei confronti delle piccole province.

Nelle realtà più popolose, infatti, coloro che nella lista
provinciale non figurano eletti, restano in panchina: se un
consigliere della stessa provincia si dimette, subentra il primo
dei non eletti della lista provinciale e così via. La cosa può
avvenire nel caso di designazione ad assessore di un
consigliere.

Sondrio, che non l’ha spuntata per poco più di 3000 voti con il
candidato di Forza Italia, (e qui, tra la nuova lista, gli
anatemi dei Popolari Retici e l’astensionismo ci si può
divertire a vedere chi ringraziare!) partecipa alla spartizione
dei posti eventualmente lasciati liberi dai 15 eletti del
listino.

Gli esclusi sono, nell’ordine, Lecco (F.I.), Varese (Lega Nord)
e Sondrio (F.I.) e quindi gli altri.

Ci vogliono 3 dimissioni da consigliere degli eletti del listino (nell’ordine Forza Italia, Lega Nord, Forza Italia) perchè il
vincitore di Sondrio entri in Consiglio Regionale. Possibile
certo, ma poco probabile a meno che Formigoni, nominando 3
assessori del listino, non ottenga anche le loro dimissioni da
consiglieri.


Questo è il quadro della situazione.

Inutile dire che la Vostra
collaborazione sarà quanto mai preziosa, essendo a tutti noto il
potere di convincimento che hanno i media sulle decisioni.

Sono dunque a chiedervi un rinnovato impegno a stimolare le
forze politiche e le Istituzioni regionali e nazionali a non
lasciare orfana di rappresentanza in Regione questa provincia.

Lo dico anche da interessato, non v’è dubbio, perchè considero
preziosa l’esperienza che ho accumulato in 10 anni di lavoro
senza risparmio, e perchè la mia apprezzata attività di
legislatore e di amministratore di cose importanti, come la
Legge Valtellina e i Mondiali di sci 2005, non dovrebbero
ragionevolmente essere disperse al vento.

C’è bisogno di far sentire la voce di questo territorio: l’avete
fatto egregiamente dalle elezioni fino ad oggi. Rinnovate il
vostro impegno e siate ancora una volta interpreti autorevoli
dei veri bisogni del nostro territorio.

Vi allego anche le note che la Segreteria di Forza Italia ha
inoltrato al Presidente della Regione e quella inviata a lui,
congiuntamente al Presidente del Consiglio e al Coordinatore
Nazionale di Forza Italia, nel convincimento di consentire la
puntuale lettura dei passaggi formali fin qui compiuti.
Giovanni Bordoni


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consigliere regionale uscente


GdS 20 II 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Giovanni Bordoni (x)
Dalla provincia