I rifiuti resteranno, e bruceranno, in valle. Quanto ci costeranno?

Decisione scontata - Alla gente interessa una sola cosa - Il quantum - Le ragioni - Va bene anche il business, purché...


DECISIONE
SCONTATA

E finalmente é arrivata la
peraltro scontata notizia che per lo smaltimento dei rifiuti si
andrà alla costruzione di un termoinceneritore in valle.

La decisione, che da tempo veniva data per certa, é
diventata ufficiale con la delibera della Giunta della
Provincia. Scontata dunque perché era solo questione di tempo per le
ragioni che diremo dopo.

Prima però la valutazione di fondo.

ALLA
GENTE INTERESSA UNA SOLA COSA

Alla gente comune in fatto di
rifiuti importa una cosa sola: l'ammontare della sua bolletta.
Che i rifiuti vengano sepolti sotto terra, inceneriti, mandati
con un razzo sulla luna non interessa punto. Interessa che non
ci sia il "caro-rutto". E quindi, come giornale, noi siamo
semplicemente con la gente. Qualsiasi soluzione va bene purché,
come abbiamo più volte scritto, smaltire un kg di rifiuti costi,
al massimo, 180/200 vecchie lire. Se stiamo in questa cifra non
faremo un monumento - cosa che é riservata a cose più serie - ma
in ogni caso daremo il merito dovuto a chi ha scelto questa
strada. Noi e altri.

IL
QUANTUM


Ballano, grossomodo, 100 miliardi di vecchie lire per
l'investimento necessario all'impianto con una potenzialità -
secondo gli esperti un po' bassina ai fini del rendimento e
quindi del contenimento dei costi e, ad un tempo, un po' altina
per la produzione provinciale tenuto conto che si sta per
fortuna incrementando la raccolta differenziata - di 200
tonnellate/giorno. (In molti al riguardo hanno fatto presto i
conti: 200x365= 73.000 tonnellate pensando quindi a una capacità
annua di smaltimento, ma sono conti senza l'oste visto che
l'impianto non può funzionare ininterrottamente per anni e anni
ma ha bisogno di un non breve fermo annuale per le manutenzioni
del caso. Diciamo quindi 65.000 tonnellate).

Già per gli ammortamenti comunque siamo a livelli
molto alti per kg: basta con un semplice piano finanziario
calcolare la quota annua e dividere questa per il quantitativo
di rifiuti. Vanno però calcolati gli introiti per l'energia
elettrica prodotta e per il calore che dovrebbe essere
distribuito.

E qui si pone il problema della localizzazione
visto che vendere il calore a Buglio piuttosto che a Berbenno
risulta un po' difficile per mancanza di utilizzatori. Una voce
sussurrata parla di Sondrio, dopo le elezioni, ma rincorrere le
voci sarebbe sbagliato.

LE
RAGIONI


Dicevamo di scelta scontata. Due sostanzialmente le ragioni. Da
un lato la scelta fatta allora di non seguire l'unica strada
alternativa possibile, quella di inviare, come indicato dalla
Regione Lombardia, i rifiuti di Valchiavenna e basso Morbegnese
all'impianto di Valmadrera - in incontro ufficiale era emersa la
possibilità concreta di 6-7.000 tonnellate/anno - e la parte
restante, diminuita per l'aumento della differenziata da
spingere al massimo al maxi-impianto di Brescia. Il tutto a
costi dell'ordine di grandezza di quelli degli anni scorsi,
enormemente di meno rispetto a quelli attuali per lo smaltimento
a Milano.

E' vero che
nell'ottobre 2000 la Provincia di Sondrio ad una sua richiesta
in merito aveva ricevuto una risposta assolutamente negativa, ma
anche questo era scontato, data la situazione a Brescia in quel
momento.

In realtà il risultato sarebbe stato possibile solo
seguendo un itinerario molto sofisticato, e discreto, che i
precedenti amministratori di SECAM stavano seguendo con concrete
prospettive positive. Un percorso che la Provincia invece non ha
seguito probabilmente in quanto non in grado di immaginarlo e seguirlo per via
dell'originalità di tale itinerario e per i passaggi che avrebbe
richiesto.

Tant'é, tramontata questa via, chiuse di fatto le altre strade,
subito l'errore degli uffici regionali che avevano imposto a
Sondrio la soluzione Valmadrera senza atti conseguenti, si
spianava la strada all'impianto in Valle, che del resto aveva ed
ha dalla sua la forza del business e dei suoi fautori.


va bene anche il
business, PURCHE'...


Intendiamoci, non che questo sia negativo, neppure per la
conclusione che potremmo tranquillamente ipotizzare
(scrivendola, depositandola ma non pubblicandola). Se infatti si
dovesse andare ad un certo tipo di soluzione che veda anche
compartecipe la locale imprenditoria, tanto meglio. Una volta
soddisfatta infatti la condizione essenziale, quella del costo
unitario indicato, a vantaggio di valtellinesi e
valchiavennaschi, tutto il resto passa in secondo piano. Tutto,
tranne la localizzazione che pare affidata agli estensori del
Piano Territoriale di Coordinamento. Questi però sono dei tecnici
mentre la decisione resta, pur con le sue componenti tecniche,
da un lato funzionale e dall'altro soprattutto politica visto che il
consenso del Comune ove dovrà sorgere l'impianto é requisito
indispensabile. E che per progettare l'impianto la SECAM avrà bisogno di
sapere dove sorgerà ed anche quale sarà la discarica che dovrà
ricevere le ceneri che costituiscono parte rilevante dei rifiuti
conferiti.
a.f.


GdS 28 II 03 - www.gazzettadisondrio.it

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a.f.
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