03 03 (Aggiornamento del 3.3) CROCIFISSO: UN PASSO AVANTI CON L'OK AL RICORSO ITALIANO CHE ORA ANDRA' ALLA 'GRANDE CAMERA'
A Strasburgo la Corte dei diritti umani ha ritenuto ammissibile il ricorso presentato dall'Italia avverso la sentenza che dava ragione alla finlandese venuta in Italia a cui dava fastidio il Crocifisso nelle scuole. Di conseguenza, presumibilmente entro l'anno, ci sarà un nuovo e ultimo giudizio da parte della cosiddetta 'Grande Camera" dopo le udienze nelle quali verranno ascoltati tutti quelli che lo richiederanno. Se un simbolo come il Crocifisso dà fastidio perché ne resta turbato chi non è cattolico e quindi per questo deve essere tolto allora il ragionamento, in sostanza è stato biettato dal nostro Governo, dovrebbe valere per i mille simboli che ci sono in giro a cominciare dalle Chiese…
Seguono alcuni commenti e il nostro di allora.
Alberto Frizziero
FRATTINI ufficiale
«È con soddisfazione che constato che sono stati accolti i numerosi e articolati motivi di appello che l'Italia aveva presentato alla Corte»,
Il commento ufficiale del Guardasigilli ALFANO
"Il rispetto della nostra tradizione religiosa e del nostro patrimonio culturale è stato al centro della decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha riconosciuto la libertà di esprimere e di manifestare la nostra appartenenza alla fede cristiana. Come ho sostenuto in occasione del pronunciamento di Strasburgo del novembre scorso, sarebbe stato preoccupante ritenere il contrario: pensare, cioè, che l'immagine del crocifisso potesse offendere la sensibilità di qualcuno. La parola spetta ora alla Grande Camera, che, confidiamo, possa recepire le ragioni dell'appello che l'Italia ha presentato".
CEI
Per la CEI Mons. Pompili ha parlato di "passo in avanti nella direzione giusta", di "segnale interessante", di consenso ben più ampio di quello prevedibile". Altri commenti positivi di esponenti dell'Episcopato italiano ed europeo
La dichiarazione del Ministro s.ra Gelmini
"Esprimo grande soddisfazione per l'accoglimento, da parte della Corte di Strasburgo, del ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza che impediva la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Questo atto riavvicina le istituzioni europee alle idee e alla sensibilità dei cittadini e rappresenta un'importante vittoria dell'Italia nella difesa della sua cultura e delle sue radici cristiane. La religione cattolica infatti esprime, per il nostro Paese, un irrinunciabile patrimonio morale e culturale. La scuola pertanto, nel rispetto di tutte le altre religioni, deve valorizzare la specificità dei principi cattolici, espressamente riconosciuta dalla nostra Costituzione".
Boniver
Dall'ASCA - Roma, 2 mar - ''Grande soddisfazione per l'accoglimento del ricorso, presentato dall'Italia da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, della domanda di rinvio davanti alla Grande Camera sull'affissione del crocefisso nelle aule scolastiche''. Cosi' Margherita Boniver - laicissima - ndr -, deputato del Pdl e Presidente del Comitato Schengen, in merito alla sentenza della Corte Europea di Strasburgo sull'affissione del crocifisso nelle aule scolastiche. ''E' un segnale molto importante - aggiunge Boniver - che dimostra la necessita' di difendere gelosamente i simboli di un patrimonio religioso e culturale che appartiene a noi europei da molti secoli''.
L'INIZIO
Era cominciata così:
« DEUXIÈME SECTION mercoledì 4 novembre 2009
AFFAIRE LAUTSI c. ITALIE (Requête no 30814/06)
STRASBOURG 3 novembre 2009
Cet arrêt deviendra définitif dans les conditions définies à l'article 44 § 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.
En l'affaire Lautsi c. Italie,
La Cour européenne des droits de l'homme (deuxième section), siégeant en une chambre composée de :
Françoise Tulkens, présidente,
Ireneu Cabral Barreto,
Vladimiro Zagrebelsky,
Danute Jociene,
Dragoljub Popovic,
András Sajó,
Isil Karakas, juges,
et de Sally Dollé, greffière de section,
Après en avoir délibéré en chambre du conseil le 13 octobre 2009,
Rend l'arrêt que voici, adopté à cette date
1. A l'origine de l'affaire se trouve une requête (no 30814/06) dirigée contre la République italienne et dont une ressortissante de cet Etat, Mme Soile Lautsi (« la requérante »), a saisi la Cour le 27 juillet 2006 en vertu de l'article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l'homme et des libertés fondamentales (« la Convention »). Elle agit en son nom ainsi qu'au nom de ses deux enfants, Dataico et Sami Albertin.
2. La requérante est représentée par Me N. Paoletti, avocat à Rome. Le gouvernement italien (« le Gouvernement ») est représenté par son agent, Mme E. Spatafora et par son coagent adjoint, M. N. Lettieri.
3. La requérante alléguait que l'exposition de la croix dans les salles de classe de l'école publique fréquentée par ses enfants était une ingérence incompatible avec la liberté de conviction et de religion ainsi qu'avec le droit à une éducation et un enseignement conformes à ses convictions religieuses et philosophiques.
……………………
(L'italiano, Vladimiro Zagrebelsky, ben laico, nominato quando era Premier Amato e Ministro di Grazia e Giustizia Fassino)
IL NOSTRO COMMENTO DI ALLORA:
"Corte europea dei diritti dell'uomo (tranne che di quello cattolico). Un consesso presieduto da un belga con altri sei giudici di nazionalità italiana, lituana, portoghese, serba, turca, ungherese ha infatti deciso oggi, su ricorso di una finlandese divenuta italiana, che il Crocefisso in classe non poteva starci. I ragazzi avrebbero chissà quali complessi di fronte al fatto "di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione" (anche se un laico come Sgarbi ha detto che in Italia, e magari anche in Europa, tutto, - usiamo lo stesso termine degli strabici giudici di Strasburgo - "ha il marchio di una data religione", ovvero quella cristiano-cattolica).
Hanno perfettamente ragione
La storia passava davanti alla Palude e loro non se ne accorgevano, aveva detto uno storico. La storia sta passando davanti a tanti europei e loro non se ne accorgono facendo come i polli di Renzo. Ragionando come questi polli, allora sì che hanno perfettamente ragioni, fermi nel loro faro illuministico.
Le follie di quello là
Chi oggi sarebbe disposto a salire sulla croce per fare del bene agli altri?
E' sì vero che i kamikaze musulmani si fanno saltare per aria ma lo fanno per provocare la morte in primis degli infedeli, ma poi persino dei fedeli a Maometto. Quello là invece si è fatto crocifiggere per il bene dell'umanità, cosa che riconosce persino chi non crede alla natura divina del Nazareno. Quello là ha detto cose folli come "ama il prossimo tuo come te stesso" o come l'indicazione di porgere l'altra guancia se ti han dato una sberla. Quello là va tolto di mezzo una volta per tutte.
I precedenti parlano da soli:
- a Papa Wojtila per il Nobel della Pace è stata preferita alla pressoché sconosciuta iraniana Shirin Ebadi "per il suo impegno per la democrazia e i diritti umani. Si è concentrata soprattutto nella lotta per i diritti delle donne e dei bambini". Donna meritevole certamente ma alla pari e non di più di alcune altre centinaia sparse nel mondo.
- Quasi scandalo in sede di discussione sulla Costituzione europea, oggi dormiente, perché qualcuno osava, capite!, proporre di inserire nel testo "le radici cristiane dell'Europa"!
- Buttiglione costretto a rinunciare all'incarico di "Commissario", vale a dire Ministro europeo per il suo ribadito cattolicesimo
E il calendario? E il resto?
Questi soloni di Strasburgo se pensano che un semplice crocefisso appeso alla parete possa turbare la psiche di ragazzi non cattolici, per i quali in definitiva quello sarebbe un oggetto, un soprammobile e nulla più, debbono essere coerenti e consequenziali. In ogni momento questi ragazzi non cattolici hanno una ragione di dolersi ed è ogni volta che scrivono o leggono una data, per ogni dove. Siamo nel 2009 ma che 2009? 2009 Anno Domini. Duemilanove anni dalla nascita di Quello là. E' un'offesa per i musulmani che vivono qui dire che siamo nel 2009 visto che per loro l'anno - che poi è di 354 giorni seguendo il ciclo lunare - è 1387 più 1387/32 ovvero 33/32 per 1387 e cioè, circa, 1449. E che dire del Natale piuttosto che non la Pasqua? E perché festa il 1 novembre o il 7 dicembre o il giorno del Patrono? E perché a scuola in storia dell'arte si consente, ohibò, quella grande sequenza di pittura, scultura, architettura, per non parlare di incunaboli, di archivi e via dicendo, gran parte di natura religiosa e comunque spesso dentro le Chiese, i conventi e via dicendo? Non c'è posto a metà del guado. O di qua o di là come avevano dimostrato i rivoluzionari francesi inventando la dea ragione, cambiando il calendario, festeggiando con la ballerina sull'altare di Notre Dame
In Italia
In Italia la Magistratura in tutti i gradi aveva deciso di non espropriare scuole e pubblici edifici di quel simbolo che fa così paura ad atei, illuministi, razionalisti al punto di volerlo bandire a tutti i costi. Coerentemente il Governo, a pochi minuti dalla notizia, aveva già annunciato l'intenzione di ricorrere. Benissimo. Non basta. Anche la gente, credenti o meno, dovrebbe prendere posizione. Dovrebbe prenderla anche la Chiesa ma non da Roma bensì in ogni Chiesa, financo la più sperduta, evitando di imitare San Pietro al canto del Gallo.
Alberto Frizziero