6 16 DOPO GLI ARRESTI DI AMMINISTRATORI IN VALTELLINA: LA SINDROME DI MAGANZA (Aggiornamento 16.6)

24 ore dopo.

Nei giornali, a stampa e sul web, notizie e commenti. In giro, a parte chi stupidamente generalizza, in genere protetto dall'anomimato, una sensazione diffusa di forte disagio. Inconsapevolmente e rapidamente si è propagata, evocando Roncisvalle, la sindrome di Maganza.

I meno giovani ricorderanno, da ragazzi, di avere fatto ancora in tempo ad assistere a qualche rappresentazione di burattini, tema preferito quello della guerra tra Carlo Magno e i Mori, magistralmente interpretato dall'Ariosto nell'Orlando Furioso (x). Era il clou del Teatro dei Pupi siciliano, in una con la Chanson de Roland (xx). Il grande Carlo Magno, imperatore Cristiano, la dolce Angelice, gli eroici Paladini, il cattivo Saracino. Con un finale in cui i burattini, vorticosamente mossi dal regista, affettavano, fra l'entusiasmo del pubblico il vile traditore, in realtà squartato per punizione, Gano di Maganza (xx), simbolo nei secoli di tradimento,

In Valtellina si respira aria da sindrome di Maganza.

Aria cioé di tradimento della Valle e dei Valtellinesi, fermo pur sempre restando il principio secondo il quale la presunzione d'innocenza non può essere mai abbandonato (anche se le accuse appaiono pesanti, sia pure di diversa entità da persona a persona).

In matematica la differenza tra uno e zero è naturalmente uno. Ci sono invece casi nei quali la differenza tra uno e zero è invece grande, talora enorme.

La nostra situazione attuale.

Sino a ieri si poteva tranquillamente e senza tema di smentita alcuna rivendicare l'etica dell'amministrare la cosa pubblica in Valtellina. Mille polemiche in questo o quel Consiglio comunale su mille diversi problemi ma nessun amministratore era finito dietro le sbarre. Tangentopoli era passata a migliaia di km dalla Valtellina nonostante che Milano, nella geografia, ne distasse solo 135. Non un merito perché non lo è fare il proprio dovere. Ma è invece un demerito non farlo o tradirlo.

C'era l'ozione zero.

Chiunque poteva rivendicare l'estraneità di una intera classe politico-amministrativa rispetto gravi manomissioni dei e nei pubblici poteri.

Gano di Maganza: l'opzione zero è stata tradita.

Questa indagine ha colpito soprattutto il cuore.

L'immagine della gente di Valtellina si è incrinata, tradita essa pure.

Minata la fiducia. Gano di Maganza. Tradita la fiducia.

Certo, aspettando l'altra campana, e poi i giudizi, ma la sindrome di Maganza corre lungo le Retiche e sino alle Lepontine.

Il nostro Puerto de Ibañeta ovvero Col de Roncevaux ovvero Passo di Roncisvalle, simbolo della parola tradita.

Dal nostro Roncisvalle che sia lecito - spes ultima dea ovviamente - sperare che i fatti quantomeno si ridimensionino?

(x)

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,

le cortesie, l'audaci imprese io canto,

che furo al tempo che passaro i Mori

d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,

seguendo l'ire e i giovenil furori

d'Agramante lor re, che si diè vanto

di vendicar la morte di Troiano

sopra re Carlo imperator romano

(xx)

E' giunto Gano il traditor spergiuro…

Gano il fellone ci giurò la morte...

………………………………….Come un rinnegato

Gano si muore, e ben gli sta. Non debbe

gloriar del maleficio il traditore.

(xxx) Cognato di Carlo Magno si accordò con i Mori per far cadere in una trappola, nella gola di Roncisvalle, la retroguardia francese con i Paladini, Orlando in primis. Pagherà. Sarà squartato vivo.

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