--------------- >09 11 26 (Aggiornamento del 26 XI) A SONDRIO LUNEDI' 30 CONCERTO SENESE violino - IACONIS pianoforte
Per la 49ma Stagione Concertistica 2009/2010 del Circolo Musicale CID di Sondrio, con il Patrocinio degli Assessorati alla Cultura di Regione, Provincia, Comunità Montana, Comune di Sondrio e la collaborazione del Credito Valtellinese Lunedì 30 novembre, ore 21, all'Auditorium Torelli "Spiegel im Spiegel" con
FRANCESCO SENESE violino - SONIA IACONIS pianoforte
PROGRAMMA
Arvo Pärt
Spiegel im Spiegel
Felix Mendelssohn Bartholdy
Sonata in fa maggiore
Allegro vivace
Adagio
Assai vivace
***
Arvo Pärt
Fratres
Riichard Strauss
Sonata in mi bemolle maggiore op.18
Allegro ma non troppo
Improvvisation: Andante cantabile
Final: Andante - Allegro
PRESENTAZIONE
UN CONCERTO A FORMA DI SPECCHIO
Abbiamo ancora nelle orecchie l'eco del concerto di organo e voci che si è svolto nella Collegiata, durante il quale abbiamo
intuito che la semplicità è lo strumento più consono per lodare Dio e che la chiarezza e l'ordine terso della costruzione
musicale, percepiti consciamente o inconsciamente,sono vibrazioni che fanno scaturire in noi una risonanza. Ed ecco
che questa sera ci è offerta di nuovo la possibilità di ascoltare Arvo Pärt, l'autore che ha fatto di semplicità e chiarezza il segno
particolare e distintivo del suo lavoro a cui ha dato il nome di stile tintinnabuli. Spiegel im Spiegel vuol dire specchio nello
specchio e ci riporta all'infinità di immagini che emergono da superfici riflettenti parallele: le triadi ascendenti di semiminime
sull'accordo di tonica, originate dal pianoforte, si riflettono nelle lentissime scale ascendenti e discendenti del violino. Si può fare molto con molto poco. Non di meno è questo un pezzo che esige
il massimo della intonazione e dell'espressione, poiché a semplicità e chiarezza non si giunge assolutamente per caso: occorre una concentrazione strenua, la stessa concentrazione con cui Arvo Pärt ha riempito migliaia di pagine di esercizi in cui
scriveva melodie a una voce prima di arrivare allo stile tintinnabuli. Di quel periodo lasciamo parlare Nora Pärt, la moglie: "Il momento in cui Arvo è arrivato all'inserimento della seconda voce potrei paragonarlo alla creazione del mondo.
E' stata un'enorme esplosione, una scoperta che ancora non ha esaurito il suo potenziale. Lui ha lottato quasi dieci anni per scrivere una linea melodica , ma alla fine ha realizzato che non poteva proseguire poiché una sola linea non bastava. Così come per volare occorrono un paio di ali, anche per far spiccare il volo alle melodie occorrevano due linee melodiche. C'è una precisa
tensione in ogni genere di musica; esistono delle precise funzionalità che tengono insieme tutto il materiale. Nella musica di Arvo la tensione necessaria è data da questa piccola sovrapposizione verticale: la melodia superiore si muove liberamente nello spazio tonale, la seconda voce, invece, si può muovere soltanto all'interno di tre suoni, sottolineando continuamente una sola funzione, quella della tonica. Si viene così a creare una sorta di tensionetra le due voci che sono sì complementari, ma anche polarizzate, come nell'elettricità
il polo positivo e quello negativo". La versione originale di Fratres per archi, fiati e percussioni fu composta nel 1977
per l' Early Music Ensemble Hortus Musicus Tallinn. Pärt in seguito ha adattato il lavoro a diversi organici strumentali.
Alcune orchestrazioni si attengono all'idea originale, mentre altre presentano una linea melodica dedicata a uno strumento
solista. La versione per violino e pianoforte - che ascoltiamo questa sera - fu realizzata nel 1980 su commissione del
Festival di Salisburgo ed eseguita da Gidon Kremer ed Elena Kremer ai quali era stata dedicata. Radicalmente diversa dalle altre versioni, questa presenta otto variazioni preceduta da un virtuosistico preludio per il violino solo. Delle tre sonate per violino e pianoforte di Mendelssohn, di cui ricorre quest'anno
il bicentenario della nscita, la prima e la terza sono state riscoperte negli ultimi decenni del '900. Le prime due sono opere
precocissime, essendo state composte a 11 ed a 14 anni di età. Sembra inoltre che nell'anno della prima sonata (1820) ne abbia
scritte altre non ancora riapparse, oltrea quartetti, lieder, una cantata, un trioe due operine. Nella prima sonata, quella in Fa magg.in programma, il primo ed il terzo tempo sono in forma
monotematica bipartita. Il tema del primo tempo è frazionato, battuta per battuta, fra violino e pianoforte, mentre il secondo
tempo è un tema con variazioni in fa min. scritto con molto buon gusto. L'interesse del terzo movimento, al di là delle ardite
modulazioni ai toni lontani presenti dopo il ritornello, è di essere costituito da un tema di quartine veloci; questa cifra stilistica
accompagnerà per tutta la vita gli ultimi movimenti delle composizioni di Mendelssohn, dalla musica da camera alle sinfonie. La sonata per violino e pianoforte op. 18 di Richard Strauss vide la luce a Monaco di Baviera. L'autore ventitreenne, esperto violinista, ci offre in queste pagine intrecci di spessore sinfonico tra violino e pianoforte. Dedicata al prediletto cugino
Robert Pschorr, l'opera si pone come uno degli ultimi omaggi di Strauss alla musica da camera d'ispirazione classica.
fiammetta Giugni & Giacomo Andreola