Sondrio: sfida a due per il primo Sindaco del terzo millennio

Equilibrio tra i candidati-Sindaco - I voti di lista - I numeri e la politica - La responsabilità del futuro Sindaco

EQUILIBRIO TRA I CANDIDATI-SINDACO

Il primo turno elettorale a Sondrio ha registrato un equilibrio,
peraltro da più d’uno ipotizzato alla vigilia, tra i candidati del centro-destra e del centro-sinistra (48,79% per
Bianca Bianchini del centro-destra e 47,42 Angelo Schena per
il centro-sinistra; il 3,79 inoltre per Giuseppe Romualdi di
Forza Nuova).

Risultati positivi, per un verso o per l’altro, per tutti e tre.

- Romualdi considerava già un successo essere riuscito a
presentare una lista e in pochi giorni, quasi senza campagna
elettorale e nei dibattiti a tre pronunciandosi quasi
esclusivamente su problemi cittadini. Risultato personale
superiore alle previsioni generali della vigilia. Alla lista
sono mancati 75 voti per avere un seggio.
- Schena partiva da un dato – ultime elezioni politiche di due
anni fa – che, pur prevalendo in questa occasione il carattere
amministrativo, un qualche rilievo lo aveva pure. Allora infatti
nel proporzionale il centro destra quasi doppiava il
centro-sinistra (56% a 29). Aggiungendo ai due schieramenti i
voti delle liste affini il gap poteva essere ridotto a 24-25
punti. Ora il gap è di poco superiore al punto, un risultato in
cui ha giocato la persona, nata tempo fa in giro per la città e
poi “acquisita” dal centro-sinistra.
- Bianchini, pur con alle spalle il robusto voto alle politiche,
aveva due handicaps: da un lato la novità della sua scelta,
dall’altro il tempo ristretto tra la scelta, a sorpresa e quasi
in zona Cesarini, della sua candidatura e il giorno delle
elezioni. A questo si aggiunga la vicenda travagliata precedente
con i problemi fra le forze dello schieramento di centro-destra
Su tale aspetto però, a nostro avviso, va detto che quando
capitano problemi di questo tipo nella fase di preparazione elettorale in genere restano
nell’ambito ristretto degli addetti ai lavori senza dover
registrare, salvo i casi clamorosi, un fall-out sull’elettorato.
Con queste premesse ha sfiorato (167 voti) il successo al primo
turno.

Tutti contenti dunque e decisione finale al ballottaggio.


I VOTI DI LISTA

Situazione diversa nei voti di lista in quanto il centro-destra,
superando di un soffio il 50% blocca l’attribuzione dei seggi al
centro-sinistra nel caso di vittoria dell’avv. Schena che
verrebbe quindi a trovarsi in Consiglio il 20 contro 21, non
avendo Forza Nuova raggiunto, come lista e nonostante la buona
performance dell’avv. Romualdi, il minimo di legge del 3% e
restando quindi senza rappresentanza in Consiglio. Resta invece
disponibile il premio di maggioranza per le liste che la
sostengono nel caso di vittoria della dr.ssa Bianchini.

Gli elementi di analisi che il primo turno ha fornito, di ampio
spettro, consentono una previsione ragionevole sull’esito della
sfida a due, con le aleatorietà del caso ma anche con razionale
attendibilità. Non li pubblichiamo perché pur essendo previsioni
razionali potrebbero a qualcuno far mettere in dubbio
l’imparzialità e l’obiettività del giornale.

Per dovere di cronaca ricordiamo il ricorso del centro-sinistra
per "errori tecnici" ai seggi. In effetti c'é un dato che lascia
stupefatti: la differenza fra i voti validi per i
candidati-Sindaco e quelli per le liste é di quasi 1500. Dato
che durante lo spoglio le schede con l'espressione di voto solo
per il Sindaco erano molto poche non si può non pensare a un
grande numero di, per così dire, "annullamenti parziali" 
Se si dovesse procedere ad un nuovo spoglio, visti i criteri
diversi usati ai seggi, modifiche notevoli potrebbero
intervenire, anche se non é ovviamente detto che questo comporti
un ribaltamento.


I NUMERI E LA POLITICA

Dobbiamo però dire che se il risultato numerico e quindi il
futuro assetto dell’Amministrazione Comunale sono ovviamente
importanti c’è un dato che ci interessa maggiormente proporre
all’attenzione dei lettori.

Anche in questo caso non intendiamo venir meno all’imparzialità
e obiettività del giornale – che ci sono ma potrebbero essere
messe in dubbio -. E allora invitiamo a leggere l'articolo
“Elezioni a Sondrio: i nostri auspici”, pubblicato sullo scorso
numero del 18 maggio scorso, prima cioè del voto. Per comodità
di chi non volesse andarselo a leggere ne riporteremo un passo:
"Nella vecchia sala consiliare si può leggere ancora oggi la
scritta Concordia parve res crescunt, discordia maxumae
dilabuntur
. Non faccio esortazioni, né prediche ex-cathedra, ma
solo auspici. Quella frase l’ho additata al Consiglio appena
eletto Sindaco, il 30 ottobre del 1975, e l’ho richiamata più
volte anche in sede nazionale.

Ricordare che nella concordia crescono anche le piccole cose
mentre la discordia porta alla rovina anche le maggiori era, ed
è, certo utile, ma non basta. E’ auspicabile che quella massima
entri dentro e animi l’azione quotidiana. Non in modo
consociativo, non nei compromessi, ma mirando invece alla
sintesi.

Giro questi auspici ai candidati-Sindaco con l’ottimismo della
speranza. Chissà chi e quando ha voluto quella scritta nell’aula
consiliare. E’ stato comunque un bel messaggio per le
generazioni a venire.

Rivolgo l’invito ai tre candidati-Sindaco di fare una capatina
nella sala per leggerlo e per pensarci su. Dal loro
comportamento in questa campagna sembra in effetti che siano già
su quella lunghezza d'onda, ma, per stare ancora ai latini,
repetita juvant”.

Inutile dire che lo stimolo principale di tale articolo veniva
da una valutazione attenta della situazione e quindi su quale
risultato ritenevamo prevedibile.

Quegli “auspici” sono legittimati e suffragati dal risultato.

Numericamente lo abbiamo dato e numericamente vedremo il 9
giugno quale responso darà. A noi però interessa il dato di
fondo: la comunità cittadina si è divisa quasi verticalmente. In
democrazia il principio di rappresentanza si fonda sulla delega
e quindi basta un voto in più per governare. Abbiamo visto Bush
andare al vertice dell’unica superpotenza mondiale per un pugno
di voti, dopo conteggi e riconteggi.

In una situazione quale
quella di Sondrio, dove la figura del Sindaco è sempre punto di
riferimento anche per chi non lo ha votato e dove l’umanità dei
rapporti conserva ancora il suo valore, al dato numerico, che il
suo valore lo ha, deve essere associato un dato più generale.


LA RESPONSABILITA’ DEL FUTURO SINDACO

Un quotidiano locale commentava l’esito così:
“Chiunque di loro
vincerà, infatti, si dovrà far carico di una pesante
responsabilità: rappresentare anche l’altra fetta dell’elettorato
che non lo ha votato al primo turno. Il primo cittadino non
dovrà fare riferimento solo ai Partiti che lo hanno sostenuto ed
eletto, ma dovrà appellarsi al principio di quel buon governo
che lo porterà ad essere il Sindaco di tutti”.

Ci sono problemi che non hanno ragione di “discordie”, come da
citata scritta dell’aula consiliare.

Un esempio per tutti: il ruolo del capoluogo su cui si sono
espressi in modo analogo entrambi i candidati, potremmo anche
dire tutti e tre.

E’ un tema su cui possono esserci anche ricette operative
diverse ma che potrebbe invece vedere un vero e proprio progetto
costruito all’insegna del monito della sala consiliare e con
quel generale consenso che ne farebbe un punto di forza nei
rapporti con le altre Istituzioni e con gli altri soggetti in
provincia e fuori.

L’investitura diretta da parte della popolazione dà al Sindaco
una sua personale autorevolezza ed un ruolo particolare che in
parte è sempre espressione della coalizione che lo ha sostenuto
ma che in parte è funzione della sua autonoma personalità. Ne è
esempio, per uscire dall’ambito locale, il Sindaco di Milano che
in più occasioni ha dato dimostrazione di questo assunto.

Non
dimentichiamo, almeno per la trazione di Sondrio, che i numeri
gli danno l’incarico ma che Sindaco si diventa quando i
cittadini lo considerano tale, anche chi non lo aveva votato (ma
anche chi lo ha votato attende che la fiducia concessa venga
ripagata alla prova dei fatti).

Questa campagna elettorale ha deluso i patiti dello scontro ma
soddisfatto quanti prediligono il confronto.

Sotto questo
profilo il fair-play di tutti e tre i candidati, vistosamente
emerso negli incontri collegiali, segna un punto positivo per la
democrazia, per la civile convivenza ma anche, sia consentito,
per l’affermazione di quel costume valtellinese di serietà e di
sobrietà che è nella tradizione e nel costume della nostra gente
e che fa piacere di vederlo mantenersi anche in questo primo
scorcio di terzo millennio, in assoluta e positiva
controtendenza rispetto allo scenario nazionale.
Alberto Frizziero

Gds - 28 V 03 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
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