LA SCOMPARSA DI ETTORE ZAMBONI, SINDACO PER ANTONOMASIA

Colorina, che gli deve molto, in lutto. Quale via gli intestiamo?

E' scomparso all'età di 88 anni, Ettore Zamboni, Sindaco per antonomasia - spiegheremo perché -, Cavaliere della Repubblica - ne spiegheremo la genesi -.

Affabile con un fare tale da suscitare simpatia istintiva anche nell'interlocutore che non lo conosceva, con quel suo parlare quasi sussurrato, quel sorriso accennato, quel modo di porsi sempre rispettoso degli altri. Ha guidato il Comune per un trentennio (53 IN TOTALE GLI ANNI IN AMMINISTRAZIONE, COSA DA GUINNESS DEI PRIMATI!) in modo singolare, certamente positivo. Lo sviluppo del paese è notevolmente connotato Zamboni. Ricordiamo negli anni 70 quei disegni a matita su fogli improvvisati che lui, geometra, schizzava per il suo concittadino, evitandogli magari di dover spendere i soldi per il progetto in tempi in cui l'autocostruzione era diffusa, dicendogli "fa inscì", "fai così". Formalmente quella sorta di licenza edilizia, solo dopo il 1978 divenuta "concessione", non era proprio tale da reggere l'eventuale vaglio del tribunale amministrativo, ma ne aveva i requisiti sostanziali. Si noti che in tempi in cui la litigiosità tra vicini era una caratteristica endemica valtellinese soprattutto in occasione di interventi edilizi Colorina rappresentava la positiva eccezione.

Zamboni, Ettore per gli amici, aveva un cruccio: Berbenno. La geografia lo costringeva a vederlo ogni volta che dal versante orobico volgeva lo sguardo verso il versante retico. Berbenno aveva, fortuna sua, tre personaggi di peso: Luigi Dassogno, prima assessore e poi Presidente della Provincia, il figlio Alberto fra gli altri incarichi Presidente della CCIAA, Daniele Crottogini fra gli altri incarichi Presidente dell'IACP. La Scuola Media - consorzio dei Comuni della zona - era stata costruita a Berbenno. Ogni opera che là veniva iniziata, strade, edifici ecc., suscitava il suo risentimento sintetizzabile in una frase sentita più volte: "Tutto a Berbenno e niente a Colorina!". Erano, primi anni '70, tempi non facili con la difficoltà a trovare finanziamenti. Basti pensare che il BIM, l'unico vero Ente dalle 'grandi' disponibilità, incassava annualmente, in ordine di grandezza, un miliardo di lire, una cifra che riferiamo per valutare quanto segue. Il Sindaco era riuscito a finanziare l'asfaltatura di parte delle strade del paese per forse 150 o 200 milioni. L'impresa era partita, aveva finito il suo lavoro ma, sempre guardando Berbenno e citandolo a motivazione, Zamboni diede l'ordine di continuare e quindi di asfaltare anche il resto. Pochi Comuni allora deliberavano contestualmente ai progetti l'impegno di spesa, per cui l'impresa procedette su tutte le strade del paese. Conto finale intorno ai 500 milioni. Colorina negli ambienti politico-amministrativi divenne un caso, anzi uno dei due casi perché in situazione simile c'era Albaredo per la strada del Passo San Marco, in costruzione. Lo stesso on. Libero Della Briotta, PSI, leader dell'opposizione aveva perorato la causa."Potrei sollevare un polverone ma è un Sindaco che ha operato per la sua gente. Voi DC che avete tutto il potere o quasi risolvete questa situazione…". Un fair-play che veniva da un sentire istituzionale molto 'valtellinese'… Ci volle qualche anno e alla fine venne trovata la chiave per avere il tesoretto con cui pagare l'impresa, ottenuto naturalmente un non trascurabile sconto. Andando per vie normali quanti anni i residenti in Colorina avrebbero dovuto attendere per la sistemazione definitiva della rete stradale del paese?

- Il cavalierato. Nel 1972 il sen. Valsecchi, Ministro delle Finanze, chiese collaborazione avendo nella sua disponibilità di scelta alcune onorificenze. Poche perché almeno la metà andavano ai 'ministeriali', non per regola ma per prassi consolidata. C'erano allora due pessime abitudini. Una era quella, molto romana, di darne agli 'amici'. L'altra per via della citata prassi secondo la quale per i funzionari dei Ministeri l'onorificenza era automatica: al raggiungimento del tale grado il cavalierato, a talaltro il cavalierato ufficiale e così via. Toccò a chi scrive di fare la proposta chiedendo consiglio ad una sola persona proprio per evitare il rischio che, parlandone in troppi, venisse fuori il discorso 'degli amici'. Quali nomi? Quelli di alcuni Sindaci, ed in particolare di piccoli Comuni, non necessariamente dello stesso colore politico, anzi diversi erano del tutto indipendenti. Scelta di fondo. Onore al merito. C'era un Sindaco che usciva alle 17 dal Nuovo Pignone e se ne andava in Comune fermandosi sino alle 21 e oltre. "Ho solo un dipendente, bisogna che faccia anche l'impiegato oltre che il Sindaco" diceva. Quell'altro Sindaco, prematuramente poi scomparso, prendeva le ferie per andare con la scala a cambiare le lampadine della pubblica illuminazione per risparmiare. Quell'altro ancora che chiamava a raccolta come nel passato i suoi amministrati a lavorare nelle ore libere per il Comune, facendosi dare in prestito le macchine che servivano. Eccetera, eccetera. La proposta comprendeva forse una ventina di primi cittadini. Arrivarono solo una dozzina di onorificenze. Un taglio non fvoluto. Alcuni restarono fuori per sopravvenute indisponibilità quando gli altri erano già stati definiti. Arrivò la notizia in Valle. C'era il Sindaco di Berbenno. Non c'era quello di Colorina. Il diavolo ci aveva messo lo zampino. Zamboni ci rimase male, non per l'onorificenza mancata ma perché, diceva, "o tutti o nessuno" (s'intende che il tutti presupponeva anche il 'due': "O tutti e due o nessuno".

Ovviamente nel turno successivo il meritatissimo riconoscimento sistemò anche lo squilibrio tra le due parti dell'Adda.

Intanto era nata la Comunità Montana unica di Valtellina. Zamboni dette un apporto notevole partecipando attivamente ai lavori delle Commissioni. Erano sei, quindici membri ognuna. C'erano spesso assenze, in genere per motivi di lavoro. Sopperivano i rappresentanti più vicini e fra questi il più assiduo fu lui, sempre presente, attivamente presente, ottenendo così anche riconoscimenti tangibili per il suo paese. Nei primi finanziamenti della Regione il Presidente decise di escludere dalla rosa dei beneficiari quelli dei 65 Comuni, Berbenno fra questi, che sino allora avevano ottenuto, da varie vie, interventi finanziari. Fu la volta, fra i 65 Comuni della C.M., anche di Colorina...

- La sconfitta (provvisoria). Nelle elezioni del 1980 evento clamoroso. Tre liste e, sorpresa generale, Zamboni sconfitto, anzi annientato visto che della sua lista solo lui era diventato consigliere comunale. Passati pochi mesi ad una importante riunione di amministratori si presenta Zamboni. All'ingresso gli dicono che la riunione è riservata solo ai Sindaci e lui risponde di saperlo. Senza che la notizia si diffondesse era successo che il Consiglio unanimemente, successore compreso, aveva deciso che era meglio tornare a mettere lui, - unico eletto della sua lista! - alla guida del Comune.

- Simbolo. Sia consentito in sede conclusiva, espresso il cordoglio ai familiari, parlarne come un simbolo per quei tanti che hanno interpretato nei Municipi lo spirito di servizio nel modo migliore. Vanno ricordati per dare un modello di riferimento a quelli che verranno.

Domanda quindi al Consiglio Comunale di Colorina: indipendentemente dalla formalità dei 10 anni come ha fatto Sondrio, come hanno fatto altri Comuni, quale via gli intestiamo?

a.f.

a.f.
Degno di nota