L'ANIOC piange la sua Presidente Elvira Valenti Tralli

Pietas, parola latina intraducibile perchè non è parola ma sentimento. In particolare nel pianto a fronte di un familiare, di una persona cara, di amici, di conoscenti, di persone meritevoli immersi nel sonno dell'ultimo viaggio. Ci ha portato via anche quella questo virus e così abbiamo contato, alcuni non subito, scomparsi che non hanno avuto il diritto a cristiane esequie. E così stamane la notizia che l'ANIOC ha perso la sua impegnatissima Presidente Elvira Valenti Tralli alla guida dal 2 dicembre del 2012 subentrata alla morte del suo sposo Adelino e insediata quel giorno dal segretario nazionale Maurizio Monzani. Sino allora, oltre a collaborare con il marito per l'ANIOC era stata per molti anni la Presidente del Moica (Movimento Italiane Casalinghe) mentre aveva continuato a operare per la San Vincenzo. Una nota simpatica il ricordo dell'aiuto che dava a suo papà che era l'unico produttore di vino che imbottigliava un eccellente "Maroggia" vino solo da pochi anni tornato in voga. Ne pubblichiamo due significativi ricordi

Il ricordo del prof. Nello Colombo

ELVIRA VALENTI TRALLI, LA DAMA DELLA CARITA'
Quando anche l’ultima tremula fiammella accesa sul poggio più alto si spegne al soffio del vento infido di una notte illune, è facile lasciarsi sorprendere dallo smarrimento di una solitudine ingoiata dal buio più profondo; quando anche l’ultima flebile voce che giunge da lande sconosciute e inospitali si affievolisce e muore, è facile inumare nel silenzio il remoto tumulto del cuore e del mondo; quando anche l’umile accorato singhiozzo di un viandante solitario si perde echeggiando vano nella valle abbandonata, svenata di vergini speranze, è facile lasciarsi andare all’onda selvaggia dei ricordi, accoccolati sull’aspro sasso ramingo irrancidito da piogge venefiche che scavano nelle viscere del male; e quando l’alto vessillo crucifero dell’alfiere baldanzoso e fiero votato all’attacco s’inclina mesto obliquamente sotto il fuoco funesto della mitraglia assassina, lo scoramento coglie d’improvviso i fanti inchiodati infine sui fili spinati della vita. Lo stesso travaglio del cuore quando ti muore accanto l’amico di una indomabile pugna quotidiana che si combatte senza posa sotto la stessa bandiera, gli stessi progetti, gli stessi ideali. Questo è quanto ha fatto della sua vita Elvira Valenti Tralli, umile dispensatrice di bene al servizio degli altri, che ha saputo incarnare mirabilmente tutte le Opere di Misericordia. Dar da magiare agli affamati, dar da bere agli assetati,  vestire gli ignudi, alloggiare i migranti che sfuggivano alla malasorte più bieca sui barconi della speranza è sempre stato un dovere, quasi sacro per lei, nelle quiete stanze del dono delle Dame della Carità di San Vincenzo de' Paoli.  Una lotta senza quartiere al fianco dei più poveri e diseredati, dei bambini  e delle famiglie più bisognose chiuse nel loro dignitoso silenzio, o a consolare gli afflitti nel cupo  grigiore delle carceri recando ristoro e comprensione.  Ma Elvira è stata anche l'intrepida, irriducibile condottiera a  capo  del suo esercito di cavalieri dell'Anioc lasciatagli in eredità dal buon Adelino. Incrollabile dinanzi alle difficoltà, serena nell'amministrare la cura dei valori più veri e profondi del bene che si esercitano anzitutto con l'esempio, tenacemente fiera nel reggere le fila di una solidarietà che palpitava come un sacro fuoco nei suoi “The dell'Amicizia”.  Elvira  è stata il “cantus firmus” di una sinfonia di voci e di azioni, il segno tangibile di una missione divina in una umanità ferita alla deriva,  la mano benefica che leniva e che abbracciava teneramente nel dolore.  Umilmente. In silenzio. Così come se n'è andata. Di lei ci resterà per sempre il suo disarmente sorriso, i febbrili e solerti disegni benefici, ma soprattutto la sua incrollabile fede nell'uomo che può, comunque, essere trasfigurato dal Divino Amore.

Il ricordo dell'ex Prefetto di Sondrio Giuseppe Mario Scalia

Carissima Elvira,
mentre i Tuoi cari figli leggeranno questa breve lettera, e sono certo, il mio angioletto consegnerà questo pensiero di “ricordo” al Tuo angioletto e con la sua voce soave te lo leggerà e i tuoi occhi come d’incanto saranno luminosissimi e carichi di gioia.
Perché questa gioia si sprigionerà in Te?
Perché hai saputo vivere con un impeto fuori dal comune.
Sei stata un vulcano di idee, di azioni buone.
Hai compiuto tanto bene …
Un carattere fortissimo, desideroso di vivere, di gustare le cose buone della vita: negli ultimi tempi hai lottato con eroicità contro il male, come se non esistesse. Impiegavi ogni secondo della giornata, preparando anche tante gustosissime torte …
Anticipavi il tempo: eri devota al Tuo dovere che hai compiuto con amore fino all’ultimo respiro, mi avevi letto il discorso per la prossima riunione dei nuovi insigniti al merito della Repubblica, ponendo un’attenzione commovente.
Sì, sei stata una Donna speciale, un Ufficiale al Merito della Repubblica splendido e valoroso e devo dirti grazie per il prezioso contributo che mi hai fornito.
Mi hai raccontato della Tua vita con orgoglio ed io ne sono rimasto colpito:
tutto era mirato al bene.
La Tua energia sembrava interminabile: ricordo che un giorno mi dicesti che tante iniziative avevi svolto senza un attimo di respiro ed io ne rimasi stupito.

Carissima Elvira, Ti ricorderò nelle mie preghiere, Ti ricorderemo con affetto.
E permettimi di dirti che adesso la Tua anima sta già godendo della bellezza di Dio nel “Giardino del Cielo”, ma non dimenticare che in fondo già godevi di quel “giardino”, quello di casa Tua, meraviglioso che Tu curavi con dedizione: adesso le Tue piante, i fiori, le fragoline Ti guardano con ammirazione e Ti verranno a far visita … perché per noi, Cara Elvira Tu vivi  e vivrai nel nostro cuore per sempre.

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A Micaela e Adriano il nostro cordoglio

                                                                                                           

Donne di Valtellina