A2A, INCONTRO DEI DIRIGENTI PER SEGNARE LA ROTTA
Primo incontro per i 400 dirigenti della di A2A (9 mila i dipendenti), per la prima volta tutti insieme nei giorni scorsi a villa Castelbarco sulle sponde dell'Adda. Molti i nuovi traguardi previsti, non ultimo il nucleare. «Sono colpevole di tornare a parlare di nucleare? - dice ai suoi il Presidente Giuliano Zuccoli - Ma mi faccio carico volentieri della responsabilità e sollevo qualche domanda: perché in tutto il mondo si fanno centrali nucleari e in Italia no? Sono loro i fessi o lo siamo noi? E poi, che cosa ha guadagnato il Paese con il suo abbandono? Niente».
Renato Ravanelli, direttore generale corporate, spiega che l'obiettivo «è raddoppiare la capitalizzazione (ora di 8,3 miliardi,) in pochi anni» - chiarendo che «la crescita per linee esterne è irrinunciabile».
Ma se la congiuntura economica e le regole del mercato non si presentano ostili (l'hanno ricordato l'economista Alberto Quadrio Curzio e l'ex numero uno dell'Authority Pippo Ranci), non ci saranno gelosie o rivendicazioni Milano-Brescia a giustificare défaillance. Al «gioco di squadra» del country manager Elio Tomasoni, Zuccoli aggiunge: «Tra collettività e soci privati, A2a è una specie di public company. Il management è fondamentale, e se l'azienda va male non sarà colpa dell'azionista, ma solo nostra. Se va bene saremo tutti contenti».
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