CARBURANTI: SUI PREZZI IL SETTORE NON BARA
Riceviamo e pubblichiamo
Un ruolo essenziale nel contenimento dei prezzi al pubblico dei carburanti Italia è venuto dall'azione
della categoria dei gestori e dalla contrazione del ricavo industriale lordo.
Ciò emerge -secondo una comunicazione unitaria diramata delle organizzazioni nazionali di categoria
dei Gestori Faib, Fegica e Figisc- da un esame degli "stacchi" dei prezzi italiani verso i Paesi dell'Unione
europea che hanno assorbito, seppur parzialmente, le fiammate rialzistiche legate all'aumento del
prezzo del greggio e dei prodotti finiti.
Infatti, mentre il prezzo internazionale dei prodotti -in €uro/litro- nel corso del primo bimestre, è
aumentato, per il gasolio da 0.482 a 0,540 (+0,058), il ricavo industriale lordo è sceso da 0,175 a 0,132
(-0,043); per la benzina, a fronte di una variazione da 0,426 a 0,435 (+0,009), il ricavo industriale lordo è
rimasto sostanzialmente invariato da 0,157 a 0,158 (+0,001). Lo stacco Italia è contenuto (al netto delle
differenze delle modalità di vendita -Self service nel resto d'Europa e con servizio o misto in Italia- che,
da sole, introducono nella rilevazione un differenziale misurabile in circa 2,5 €urocent/litro) in 0,029
sulla benzina ed in 0,034 sul gasolio.
A tale condizione di sostanziale correttezza del settore, purtroppo, nonostante i ripetuti annunci, non
ha fatto riscontro la "manovrina" annunciata dal Governo che aveva lasciato trapelare l'ipotesi di un
provvedimento di riduzione dell'accisa, a fine febbraio, di 2/3 €urocent/litro, a parziale compensazione
dell'incremento dell'Iva corrisposta dai consumatori sull'aumento del prezzo industriale.
Per altro verso va segnalato che continua la discesa dei consumi a riprova di una situazione di
sofferenza della nostra economia: gennaio e febbraio hanno continuato a segnalare una forte
diminuzione di volumi di benzine (ormai vicina al 9%) ed una sostanziale stagnazione nella crescita del
gasolio (+ 2%).
La situazione si è fatta estremamente preoccupante per la nostra categoria che continua ad avere un
margine "fisso" per litro, sganciato dal prezzo al pubblico dei carburanti.
Per effetto di tale perverso meccanismo, in combinazione con la diminuzione significativa delle vendite
per impianto, i Gestori hanno visto ridursi, non solo percentualmente sul prezzo al pubblico i loro
margini lordi (dal 2,9% del febbraio 2007 al 2,7% del febbraio 2008), ma stanno subendo un drastico
taglio dei ricavi derivanti dalla voce "carburante".
Se si vogliono affrontare i problemi veri ed i nodi strutturali del settore a vantaggio dei consumatori, è
necessario abbandonare posizioni demagogiche, argomentazioni pretestuose e divisioni strumentali
per lasciare il campo ad un'analisi di scenario seria, al netto della difesa di interessi precostituiti.
Tale riflessione collettiva andrebbe avviata anche alla luce dell'ordine del giorno approvato dal
Parlamento europeo che chiede alla DG della Concorrenza di "avviare uno studio sugli effetti che la
concentrazione del settore dei supermercati (GDO) nella UE sta avendo sulle piccole aziende, i fornitori,
i lavoratori e i consumatori e, in particolare, di valutare le eventuali violazioni di potere d'acquisto che
possono derivare da tale concentrazione" ed alla Commissione di "proporre azioni adeguate, anche a
livello regolamentare, per tutelare i consumatori, i lavoratori e i produttori da qualsiasi abuso di
posizione dominante (della GDO ndr) dagli effetti negativi rilevati nel corso del suo studio"; le
compagnie petrolifere devono continuare a contenere lo "stacco Italia" anche migliorando l'offerta
"self"; i rappresentanti dei consumatori dovrebbero rinunciare all'effetto annuncio e mettersi seduti a
discutere -ragionevolmente- di cause ed origine dei presunti differenziali di prezzo Italia abbandonando
la spasmodica sponsorizzazione della GDO proposta come soluzione di tutti i problemi.
I Gestori, con i loro 3,8 €urocent/litro fissi, non possono continuare a sobbarcarsi, da soli, la politica dei
prezzi nel nostro Paese e nello stesso tempo essere individuati come i capri espiatori del sistema.
Daniela Mozzi (x)
(x) per FAIB Confesercenti FEGICA Cisl FIGISC Co Confcommercio