CARO BENZINA: 3,8 EURO/CENT DI SCONTO SE LA SI VENDE AI GESTORI ALLO STESSO PREZZO PRATICATO AI SUPERMERCATI
Non è vero che il Governo non abbia strumenti per intervenire sui prezzi dei carburanti. Se il Ministro Bersani volesse, potrebbe attuare una delibera CIPE che, senza far venir meno il regime di liberalizzazione in cui opera il settore, prevede la possibilità di un controllo preventivo dei listini depositati dalle compagnie petrolifere, in caso di eventualità straordinarie ed a tutela dell’interesse collettivo.
Il Governo, quindi, può agire in concreto a favore dei consumatori, attivando le norme esistenti.
In realtà non vuole farlo. Gli è sufficiente raccogliere il “successo” mediatico per portare a compimento il progetto dichiarato di favorire non l’ingresso, ma la forte affermazione della Grande Distribuzione.
Alla faccia delle regole della concorrenza e del mercato, Governo ed Antitrust -Istituzioni che dovrebbero regolare e controllare, ma rimanere soggetti terzi rispetto al mercato- fanno il tifo e cercano di favorire, senza alcuna riserva, l’accordo tra due potenti, ricche ed influenti lobby: petrolieri e GDO. Questo è liberismo? Questo è l’interesse dei consumatori?
Il Governo dice di agire a favore dei consumatori, ma anche venerdì prossimo (oggi) non assumerà nessuna decisione concreta e nell’incontro con i petrolieri si consumerà l’ennesimo gioco delle parti. Per questo non vuole che i Gestori, seduti a quel tavolo, possano rompere le uova nel paniere.
Per tutelare il principio della concorrenza e l’interesse dei consumatori il Ministro vari subito una norma che imponga alle compagnie petrolifere di vendere i carburanti ai Gestori alle stesse condizioni che riservano ai supermercati. Una tale misura si tradurrebbe in un abbattimento immediato dei prezzi di circa 3,8 euro/cent su tutta la rete e per tutti i consumatori.
COSA C’E’ DIETRO. GESTORI
I Gestori, costretti a rifornirsi in “esclusiva” e non sul libero mercato, hanno uno sconto di 3,4 cent/litro. Questo è il loro “margine” e con questo pagano costi di esercizio, promozioni, sconti e gli addetti che garantiscono al consumatore il servizio e l’assistenza costante
La “rete” distributiva tradizionale, rifornita con la clausola dell’esclusiva, vende il 68% dei circa 36 miliardi di litri, consumati ogni anno in Italia
COSA C’E’ DIETRO. SUPERMERCATI E “INDIPENDENTI”
I supermercati ed i retisti indipendenti (tra cui le “pompe bianche”) vengono riforniti sul libero mercato ad un prezzo che mediamente garantisce loro
16 cent/litro di sconto. Solo una parte (7/8 cent) vengono trasferiti al consumatore. Questi sono impianti di norma completamente automatizzati, dove non c’è alcuna assistenza per il consumatore
Il 32% circa dei carburanti venduti in Italia, viene rifornito in “extra rete”
COSA SI POTREBBE FARE
Tenuto conto dei dati di partenza, se ai petrolieri fosse impedito dal Governo e dall’Antitrust di discriminare i Gestori e dovessero riservare loro le stesse condizioni che garantiscono alla GDO e ad alcuni retisti indipendenti, il primo effetto, frutto della ponderazione delle diverse condizioni ora praticate, sarebbe un calo immediato dei prezzi di 3,8 cent/litro, su tutti gli impianti e a beneficio di tutti i consumatori.
3,8 cent è esattamente il differenziale medio che divide in genere l’Italia dal resto d’Europa
(Ci siamo già pronunciati quando il Ministro Bersani ha chiarito a tutti la sua scelta per la grande distribuzione. Già allora abbiamo posto una domanda: Forti con i deboli e deboli con i forti? Allora ci furono scioperi in serie dei gestori. Ci vorrebbe meno compiacenza o meno disattenzione dei consumatori. Perché questa proposta esposta da Zavalloni non la fanno propria le Associazioni dei consumatori e gli stessi Sindacati? Devono per forza farci pensare male? ndr
Alessandro Zavalloni (x)
(x) segretario nazionale FEGICA CISL