TASSE LOCALI: A MILANO LE PIÙ ALTE D’ITALIA. LOMBARDIA AVANTI. CON SONDRIO AL NONO POSTO
Venerdì, 17 agosto l’Associazione Artigiani e Piccole imprese Mestre - C.G.I.A. ha diffuso il seguente comunicato, corredato dalla graduatoria nazionale
Il comunicato: “E’ Milano, tra tutti i Comuni capoluogo d’Italia, ad avere la pressione tributaria locale più elevata. In pratica ogni abitante del comune meneghino ha versato nel 2005 ai propri enti locali tasse, tributi e addizionali varie per 2.082,23 € contro una media nazionale di 1.434,13 €. Al secondo posto c’è Venezia anche se il capoluogo lagunare è da ritenere fuori classifica visto che tra le entrate tributarie comunali annovera gli incassi derivanti dal Casinò Municipale che “falsano” la classifica. Al terzo posto troviamo Aosta con 1967,83 € e al quarto posto Bologna con 1.933,02 €.
All’ultimo posto, a livello nazionale, si trova Enna con soli 604,01 e pro capite.
Sono questi i principali risultati emersi da un’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha analizzato il “peso”, sul portafoglio dei cittadini italiani, della pressione tributaria locale intesa come rapporto tra la sommatoria delle entrate tributarie versate al Comune, alla Provincia e alla Regione e la popolazione residente. Imposte, ricordiamolo, che ciascun ente locale applica, per legge, ai propri residenti. Il Comune, ad esempio, ha come principale fonte di gettito l’Ici, l’addizionale comunale Irpef e la tariffa per l’asporto dei rifiuti urbani, La provincia, invece, l’imposta sulla Rc auto, l’addizionale sulla bolletta dell’Enel e nell’imposta di trascrizione. La Regione, infine, può “giovarsi” della riscossione di una imposta importantissima come l’Irap, della compartecipazione dell’Iva, dell’addizionale regionale sull’Irpef e della compartecipazione sulle accise della benzina. Da notare che nell’analisi della CGIA il dato medio nazionale, sul totale delle tasse locali versate agli enti locali, è per il 53,5% di pertinenza delle Regioni, solo il 5,6% delle Province e il rimanente 40,8% dei Comuni. “E’ evidente – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – che la lettura dei risultati di questa analisi deve considerare il fatto che dove si pagano maggiori tasse, almeno in linea teorica, si hanno livelli sia quantitativi sia qualitativi di servizi migliori. Non solo. L’indicatore che abbiamo preso come parametro di riferimento, ovvero il pro capite, è un buon riferimento che rischia, però, di penalizzare il risultato di quei Comuni che hanno un numero di residenti relativamente basso”.
Lo scandalo delle Regioni a Statuto Speciale
Il primo dato che balza agli occhi è la sproporzione clamorosa tra primi e ultimi. La pressione tributaria suo milanesi è quasi 3,5 volte quella sugli abitanti di Enna, anche se, obiettivamente, ha da essere ricordata la ben diversa qualità, ed anche quantità, dei servizi.
Ma quello meno evidente, seppure il più scandaloso, è quello che succede nelle Regioni a Statuto Speciale. Là arrivano tanti soldi dallo Stato, cioè da tutti noi, per cui ci si guarda bene dal tassare i cittadini. Vediamo, cominciando dal Trentino – Alto Adige.
Scandalo Bolzano e Trento
Bolzano è al 66° posto e Trento al 73°, rispettivamente con 1285,48 € e 1107,46. Zero tributi provinciali rispetto alla media nazionale di 80.62 e risibili tributi comunali (rispettivamente 258,01 e 212,39). Meno di loro solo Caltanissetta, Agrigento ed Enna con un PIL, ricchezza prodotta dai residenti, enormemente superiore a queste tre città.
Scandalo Pordenone, Trieste, Gorizia, Udine
Pordenone è al 64° posto con 1312,23 €
Trieste è al 67° posto con 1247,88 €
Gorizia è al 70° posto con 1119,34 €
Udine è al 72° posto con 1110,143 € di cui ben (!) 275,17 comunali, assai meno della metà di Sondrio…
Situazione Aosta
Aosta apparentemente è in controtendenza con 1967,83 € 1623,43 dei quali per tributi regionali, con zero per quelli provinciali e soli 334,39 € riscossi dal Comune.
Gli autori del rapporto fanno questa precisazione “Al secondo posto c’è Venezia anche se il capoluogo lagunare è da ritenere fuori classifica visto che tra le entrate tributarie comunali annovera gli incassi derivanti dal Casinò Municipale che “falsano” la classifica”. Ora c’è un Casinò, quello della Vallée a S. Vincent anche in Val d’Aosta. “Gli utili del Casinò de la Vallée dal '90 al '93 hanno oscillato tra 67 e 70 milioni di euro. Poi, con la Gestione Straordinaria, si passa da 70 a 80 milioni di euro; nel '98 prima crisi si arriva a 60 milioni di euro circa. Viene modificato il disciplinare e si ritorna sui 67-68 milioni di utile. Dal 2003, con la S.p.A., si passa dai 53 milioni del 2004, ai 40 dei 2005, fino a 37 milioni nel 2006”, per 120.000 abitanti in tutto notizie ufficiali. Dovrebbe essere un gettito per la Regione ma abbiamo un tributo regionale pro-capite di gran lunga il primo, una volta e mezzo chi segue e cioè i lombardi. Dato che andrebbe approfondito in quanto quel terzo posto di Aosta non è credibile..
Situazione Sicilia e Sardegna
Situazioni particolari per Sicilia e Sardegna e pertanto del tutto diverse
La prima occupa, risalendo, le posizioni dal 104 al 98 con Enna, Agrigento, Caltanissetta, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa; seguono Trapani 95 e Catania 93, questa con 835,63 € in genere con limitata pressione a livello comunale.
La seconda occupa il 77° posto con Cagliari (1073,08 €); poi Nuoro 89°, Oristano 91°, Sassari 96° . Essendo lo studio riferito al 2005 non sono considerate le nuove Province del Medio Campidano, dell’Ogliastra, di Carbonia Iglesias, di Olbia Tempio istituite con grande leggerezza e con poco rispetto del pubblico denaro (Legge regionale n. 9 del 12 luglio 2001) e insediatesi nello scorso maggio dopo le prime elezioni.
LA PRESSIONE TRIBUTARIA LOCALE NEI COMUNI CAPOLUOGO
– Anno 2005 (euro per abitante)
(*) i dati riferiti alla pressione tributaria comunale di Venezia
sono “condizionati” dalle entrate straordinarie derivanti dal Casinò Municipale
Comuni capoluogo Pressione tributaria comunale
Prima cifra: Pressione tributaria provinciale
Seconda cifra:Pressione tributaria regionale
Terza cifra: Pressione tributaria locale
Quarta cifra: TOTALE
MILANO 908,84 85,05 1.088,34 2.082,23
VENEZIA (*) 1.046,07 83,41 938,97 2.068,45
AOSTA 344,39 0,00 1.623,43 1.967,83
BOLOGNA 887,17 94,37 951,48 1.933,02
PAVIA 727,67 100,62 1.088,34 1.916,63
MANTOVA 676,69 97,88 1.088,34 1.862,91
COMO 691,82 76,96 1.088,34 1.857,12
LECCO 682,78 83,72 1.088,34 1.854,84
SONDRIO 638,36 89,23 1.088,34 1.815,93
CREMONA 612,31 99,09 1.088,34 1.799,74
PISA 848,79 113,52 813,61 1.775,91
ROMA 678,92 94,06 1.000,67 1.773,65
LODI 591,60 92,87 1.088,34 1.772,82
MODENA 724,45 92,47 951,48 1.768,41
BERGAMO 562,40 79,20 1.088,34 1.729,95
TORINO 692,72 87,68 947,33 1.727,73
VARESE 539,90 76,78 1.088,34 1.705,03
NOVARA 658,86 89,05 947,33 1.695,24
TREVISO 661,36 84,98 938,97 1.685,31
RIETI 593,76 84,11 1.000,67 1.678,55
BRESCIA 505,58 84,58 1.088,34 1.678,50
BELLUNO 634,22 91,39 938,97 1.664,58
BIELLA 597,19 112,21 947,33 1.656,73
VITERBO 545,42 88,30 1.000,67 1.634,40
ANCONA 690,27 109,10 829,43 1.628,80
VERCELLI 571,79 95,02 947,33 1.614,14
CUNEO 568,04 95,87 947,33 1.611,24
PIACENZA 547,04 110,14 951,48 1.608,67
PADOVA 587,91 80,45 938,97 1.607,33
LATINA 514,48 91,23 1.000,67 1.606,38
VERONA 575,14 86,10 938,97 1.600,21
PARMA 536,37 109,96 951,48 1.597,82
CARRARA 672,42 101,71 813,61 1.587,73
ALESSANDRIA 532,88 107,44 947,33 1.587,65
FERRARA 530,79 98,20 951,48 1.580,47
VERBANIA 542,05 90,19 947,33 1.579,57
REGGIO EMILIA 528,11 95,62 951,48 1.575,21
GROSSETO 655,28 102,69 813,61 1.571,58
FROSINONE 500,82 65,98 1.000,67 1.567,48
LIVORNO 659,88 93,10 813,61 1.566,58
FIRENZE 655,84 94,35 813,61 1.563,80
RIMINI 502,34 107,58 951,48 1.561,40
VICENZA 523,16 86,35 938,97 1.548,48
FORLI' 495,64 101,01 951,48 1.548,13
RAVENNA 497,03 97,73 951,48 1.546,24
MASSA 603,68 101,71 813,61 1.518,99
CESENA 451,91 101,01 951,48 1.504,40
ASTI 451,60 96,55 947,33 1.495,48
MACERATA 561,65 102,16 829,43 1.493,24
SIENA 567,77 105,12 813,61 1.486,50
PERUGIA 641,97 101,63 738,93 1.482,53
LUCCA 554,55 92,58 813,61 1.460,74
ROVIGO 428,36 88,63 938,97 1.455,96
ASCOLI PICENO 519,84 96,74 829,43 1.446,00
GENOVA 698,31 90,78 650,88 1.439,97
SAVONA 625,19 102,82 650,88 1.378,89
LA SPEZIA 618,26 96,73 650,88 1.365,87
PRATO 451,46 93,82 813,61 1.358,89
PESARO 424,02 97,63 829,43 1.351,08
AREZZO 422,87 106,89 813,61 1.343,36
TERNI 513,31 90,44 738,93 1.342,68
PISTOIA 430,71 95,91 813,61 1.340,22
IMPERIA 590,68 89,33 650,88 1.330,89
URBINO 391,05 97,63 829,43 1.318,11
L'AQUILA 620,59 75,95 619,27 1.315,81
PORDENONE 480,21 44,93 787,09 1.312,23
PESCARA 581,00 90,26 619,27 1.290,54
BOLZANO 258,01 0,00 1.027,47 1.285,48
TRIESTE 424,91 35,88 787,09 1.247,88
CHIETI 498,47 74,66 619,27 1.192,40
SALERNO 609,40 69,77 448,91 1.128,09
GORIZIA 288,62 43,64 787,09 1.119,34
AVELLINO 604,42 61,42 448,91 1.114,74
UDINE 275,17 47,88 787,09 1.110,14
TRENTO 212,39 0,00 895,07 1.107,46
CASERTA 576,87 69,33 448,91 1.095,11
TERAMO 372,97 85,64 619,27 1.077,88
CAMPOBASSO 453,76 68,99 553,29 1.076,04
CAGLIARI 552,28 68,01 452,79 1.073,08
ISERNIA 447,09 71,42 553,29 1.071,80
BENEVENTO 533,08 66,21 448,91 1.048,20
POTENZA 498,14 59,46 487,10 1.044,69
BARI 571,12 70,52 377,30 1.018,94
LECCE 566,38 69,00 377,30 1.012,67
NAPOLI 476,44 68,02 448,91 993,37
COSENZA 471,70 63,68 420,84 956,23
BRINDISI 498,81 74,44 377,30 950,54
MATERA 396,78 59,94 487,10 943,82
CATANZARO 437,38 72,67 420,84 930,88
TARANTO 475,38 65,44 377,30 918,11
NUORO 387,70 55,17 452,79 895,67
FOGGIA 425,61 65,47 377,30 868,37
ORISTANO 356,61 57,32 452,79 866,72
CROTONE 356,51 61,77 420,84 839,12
CATANIA 372,44 61,75 401,45 835,63
REGGIO C. 350,81 56,62 420,84 828,27
TRAPANI 372,54 50,84 401,45 824,83
SASSARI 277,11 64,64 452,79 794,54
VIBO VALENTIA 307,04 58,80 420,84 786,68
SIRACUSA 319,03 52,93 401,45 773,41
RAGUSA 305,87 57,64 401,45 764,96
PALERMO 264,83 54,37 401,45 720,65
MESSINA 264,56 50,24 401,45 716,24
CALTANISSETTA 209,12 46,25 401,45 656,82
AGRIGENTO 203,00 45,44 401,45 649,89
ENNA 157,27 45,30 401,45 604,01
MEDIA ITALIA 585,23 80,62 768,28 1.434,13
Elaborazione Ufficio studi CGIA Mestre su fonti varie
Dove sono i sei senatori anti-Livigno?
Vorremmo sapere dove sono i sei senatori “anti-Livigno” con le loro interrogazioni e la non celata volontà di attaccare la zona franca del comune valtellinese. Forti con i deboli e deboli con i forti è regola che si sta diffondendo, un po’ come il Ministro Bersani che non ottenendo niente dalle Compagnie – alle quali bisognerebbe imporre la vendita di benzina e altri prodotti allo stesso prezzo, sia ai piccoli che alla grande distribuzione - se la prende con i piccoli gestori dei distributori di carburante. Il minuscolo Livigno ha attirato la loro attenzione. Le Regioni a Statuto Speciale, con privilegi e soldi a iosa non li interessano?
a.f.