RISCHIO BLACK OUT, POCHE SCORTE E STOP AI RIGASSIFICATORI
Secondo le stime degli esperti per affrontare con un certo margine di tranquillità i mesi a venire l’Italia dovrebbe disporre di stoccaggi per almeno 9 miliardi di metri cubi: peccato che le mancate autorizzazioni del ministero dell’Ambiente blocchino le scorte a quota 8,3. Di qui il nuovo allarme black-out. Che al contrario del 2003 non dipende tanto da una carenza di produzione, perché nel frattempo tra impianti riconvertiti e nuovi la capacità installata è cresciuta di ben 24 mila megawatt e il margine di riserva ha raggiunto il 20% (uno dei valori più alti d’Europa), ma semplicemente di materia prima.
Nel 2006 abbiamo infatti consumato ben 88 miliardi di metri cubi di gas ma appena 10,9 erano prodotti da noi contro i 12 dell’anno prima. Le importazioni coprono così ben l’87,5% del fabbisogno, che nel 2006 è cresciuto di un altro 5,4%: il 35,6% arriva dall’Algeria (in gran parte tramite il gasdotto TTPC), il 29,1% dalla Russia (via Tarvisio e Gorizia), il 12,1% dai Paesi Bassi, il 9,9% dalla Libia ed un altro 7,4% dalla Norvegia. In tutto, gli importatori sono 21, ma a farla da padrona è soprattutto l’Eni col 65% del mercato ed il controllo assoluto della rete di gasdotti.
Nei mesi scorsi il presidente dell’Autorità per l’energia, Alessandro Ortis si era premurato di segnalare al Parlamento ed al governo la situazione di criticità e la situazione di «rischio» che sta correndo il sistema nazionale del gas. «Il quadro - scriveva Ortis - ci fa guardare con preoccupazione al prossimo inverno in cui potrebbero esserci difficoltà nel far fronte a eventuali picchi di consumo legati a condizioni climatiche particolarmente severe. I potenziamenti sinora effettuati infatti non sono sufficienti né a garantire la sicurezza del sistema energetico nazionale né ad assicurare la disponibilità di flessibilità necessaria agli operatori per competere efficacemente nel mercato liberalizzato».
Per l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni «il prossimo sarà l’ultimo inverno in cui l’Italia non sarà completamente al riparo dal rischio di black out». Nel corso del 2008, infatti, andrà a regime il primo potenziamento del gasdotto con l’Algeria che ci assicurerà 3,2 miliardi di metri cubi in più già ad aprile ed altri 3,3 ad ottobre, altri 3,3 miliardi arriveranno dal potenziamento del gasdotto russo e poi entrerà finalmente in funzione il rigassificatore realizzato da Edison e soci a Porto Levante, in provincia di Rovigo, che apporterà altri 8 miliardi di metri cubi di gas alle nostre scorte. Tutti gli altri rigassificatori, una decina in tutto, invece sono fermi al palo.
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