ART. PER CONFARTIGIANATO ALLARME PER GLI AUMENTI DELLE MATERIE PRIME NEL SETTORE ALIMENTARE

Non è soltanto il caro-carburante a pesare sui conti di famiglie e imprese. Gli aumenti dei prezzi di alcune materie prime - farine, grano, latte, frutta, cacao - rischiano di incidere sul costo finale dei prodotti alimentari. L’allarme viene da Confartigianato Alimentazione che denuncia la sensibile variazione, verificatisi nell’ultimo anno, dei prezzi all’ingrosso degli ingredienti necessari per la produzione di pasta fresca, pane, gelato, pasticceria. Nel caso della pasta fresca, il prezzo della semola di grano duro, da giugno 2006 a giugno 2007 è passato da euro 0,43 al kg a euro 0,53 al kg, pari ad un rincaro del 23%. Nello stesso periodo, la farina per pasta è aumentata da euro 0,59 a euro 0,69 al kg, con un rialzo del 17%. “Per quanto riguarda il pane, il prezzo della farina di grano tenero è salito da euro 0,34 al kg a euro 0,40 al Kg, facendo registrare un aumento del 18% - afferma il Presidente dei Panificatori di Confartigianato Enzo Mengoni - mentre le nostre imprese sono riuscite a contenere gli aumenti del prezzo del pane entro il 6%, in linea con l’andamento inflazionistico. Infatti, in media il prezzo del pane è passato da euro 2,44 a 2,60 al Kg. Inoltre, poichè il consumo pro capite giornaliero è di 80-100 grammi, l’incremento di prezzo è veramente irrisorio e incide mediamente tra 1,3 e 1,6 centesimi di euro al giorno a persona”. Significativi aumenti anche per le materie prime del gelato e dei prodotti di pasticceria. Ad esempio, sempre da giugno 2006 a giugno 2007, il prezzo di un barattolo di confettura di amarene del peso di 1,5 Kg è cresciuto da euro 12 a euro 12,30 (+2,5%). Il prezzo del cacao è aumentato da 4,5 a 5 euro al kg (+ 12%), mentre i rincari del prezzo del latte oscillano tra il 5 e il 10 per cento. Per alcuni prodotti derivati dal latte, si va da un minimo di incremento del 15-20% per il burro fino ad un massimo del 50% per il latte in polvere. Negli ultimi 5 anni il prezzo della pasta nocciola è passato addirittura da 7,7 a 20 euro (+ 150%). Forti rincari anche per ingredienti come ad esempio le fragole, il cui prezzo è aumentato dagli 8 euro alla cassetta del giugno 2006 ai 14,80 euro alla cassetta del giugno 2007 (+85%). “A questi rialzi dei prezzi delle materie prime - spiega Giacomo Deon, Presidente di Confartigianato Alimentazione - si aggiungono quelli che abbiamo registrato per fattori della produzione come l’energia elettrica, il gas e l’acqua. Senza dimenticare l’aumento della pressione fiscale a livello nazionale e locale. Nonostante tutto ciò, gli artigiani dell’alimentazione, 81.467 imprese con 238.596 addetti, finora si sono impegnati ad assorbire gli aumenti e, a costo di comprimere i profitti, si sforzano di non scaricarli sui consumatori che sono i migliori testimoni della qualità dei prodotti artigiani. Tuttavia, saremo costretti a ritoccare i nostri listini prezzi dal prossimo settembre. Se questa rincorsa agli aumenti non cesserà, molte aziende, soprattutto quelle di minori dimensioni, proprio perché cercano di mantenere un corretto rapporto qualità-prezzo ed intendono contenere il costo dei prodotti in linea con l’inflazione, si troveranno in forte difficoltà a restare competitive sul mercato”.

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