Chi vincerà le prossime elezioni? Chi sbaglierà di meno
IL MAGGIORITARIO
S'ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno
quillo, d'ambo i lati calpesto rimbomba ecc. ecc.
Da lunga pezza siamo nell'arena. Gioca tu che gioco io. Se uno
dei contendenti si dimenticasse di fare la sua polemica
quotidiana l'altro, avversario, andrebbe i crisi, se epilettica
o di ipotermia non é dato di sapere.
Le ultime elezioni politiche si erano concluse con un trionfo
parlamentare della casa delle Libertà. Diciamo parlamentare per
via della maggioranza schiacciante in Camera e Senato anche se
in termini di voti la situazione fra i due schieramenti si
bilanciava. Questo, intendiamoci, non vuol dire nulla. Basti
pensare a Kennedy, Presidente degli USA pur senza aver avuto la
maggioranza di suffragi. E' questa la regola del maggioritario
che fa sì, ad esempio, che i liberali in Gran Bretagna sono
arrivati ad avere circa un quarto dei voti e nessun
parlamentare. Un paradosso: se nel mio collegio mi presento con
altri dieci candidati alla Camera che, caso strano, prendono
tutti il nove per cento dei voti sono letto io con il 10%. Mi ha
scelto un elettore su dieci eppure vado a Roma!
A prescindere dalla fetta del proprorzionale potrebbe capitare
che la mia parte politica vinca la metà più uno dei seggi con il
51%. Negli altri collegi, per ragioni strane, non ci sono
candidati miei amici. In termini di voti siamo, all'incirca. 25%
noi e 75% gli altri, ma con un deputato in più la maggioranza
l'abbiamo noi e facciamo noi il Governo.
Sono, é chiaro, esempi limite, messi per far capire il
meccanismo e per far capire come i sondaggi, se si riferiscono
in generale, non hanno granché valore. Hanno valore se sono
fatti collegio per collegio.
IL MINORITARIO
Abbiamo sempre espresso scetticismo sul maggioritario in Italia
e continuiamo sulla stessa linea per una ragione molto
semplice:_ andrebbe bene se fossimo tedeschi visto che là si
governa anche con soli due o tre voti di maggioranza, mentre qui
da noi non ne bastano 100.
In Italia infatti non esiste il maggioritario ma il minoritario.
Quale sia la coalizione di Partiti che abbia la responsabilità
di governo la scena non cambia. C'é sempre qualcuno, all'interno
della coalizione, che la pensa diversamente, che punta i piedi e
via dicendo. Se poi per avventura capitasse un Partito solo al
governo, la storia non cambierebbe perché al posto dei Partiti
ci sarebbero le correnti e quindi, sia pure in altro modo, il
minoritario anche qui.
MA ALLORA, DOVE
ANDIAMO A FINIRE?
Ma allora, dice l'ingenuo uomo della strada, dove andiamo a
finire? Chi vincerà le elezioni il prossimo anno?SEMPLICE, anche
qui: chi sbaglierà di meno ed in particolare chi sbaglierà di
meno nell'ultimo periodo.
Nel 2001 trionfo di Berlusconi e soci. Poi, via via, elezione
dopo l'altra, sgretolamento progressivo di quella che sembrava
una corazzata destinata a solcare l'Oceano delle Tempeste
impunemente. Tonfo ultimo quello delle Regionali quando
l'imprevedibilità é stata totale e tutta a sfavore della CdL.
Ipoteca dunque su Camera e Senato 2006 per il centro-sinistra
che é riuscito a darsi un nome da Palazzo e non da gente della
strada, quella che discute poco ma che vota tanto.
Da allora "cappelle" in serie tanto da far riemergere le
speranze nel fronte avverso ed in particolare a Berlusconi. A
questo punto le cappelle sono venute dal centro-destra che
evidentemente non voleva essere da meno, anche negli errori,
rispetto al centro-sinistra.
Una sorta di ping-pong proseguito anche durante l'estate, una
estate che potremmo definire "bancaria" visto quello che é
successo nei salotti buoni, e senza che nessuno ci pensi a
rivalutare la classe politica e la politica come meriterebbero.
A qualcuno, tuttora al riguardo schizzinoso, ricordiamo il detto
"monoculus rex in regno caecorum".
Dove andiamo?
Se, come qualche settimana fa, i suoi collaboratori riescono a
non farlo parlare per un po' di settimane, Berlusconi potrebbe
risalire parte almeno della china. Non é ancora vincente ma
potrebbe diventarlo se qualcosa non cambia a sinistra, dove
tensioni di aree più a sinistra non mancano di farsi sentire col
risultato di tener distanti quei moderati che, dopo alcune
delusioni comprovate dalle elezioni di questi anni, avevano
manifestato simpatia per un centro-sinistra moderato, anche per
Fassino che ha una linea europea. In Puglia l'hanno fatto
votando Vendola ed é sembrato, cosa che non era, un evento
politico.
Lo fosse stato poco dopo al referendum lo si sarebbe visto.
Ebbene nell'intera Puglia, Regione di oltre 4 milioni di
abitanti che aveva dato la Presidenza della Regione al candidato
di Rifondazione Comunista, a votare c'é andato in tutto circa il
15% dell'elettorato.
ECCO CHI VINCERA'
Il referendum ha messo in evidenza e fatto emergere il Paese
vero non quello creduto tale dal giro che conta, intellettuali,
giornalisti, salottieri particolari. Un Paese che, certo, vede
con preoccupazioni le nubi che sostano nel cielo del nostro
Paese, e che non apprezza il ping-pong dell'urlo quotidiano (
"s'ode a destra... a sinistra risponde...").
Quell'uomo della strada cui non si guarda molto: ecco chi
deciderà nella prossima primavera le sorti di Berlusconi, Prodi
e via dicendo.
Loro due, e altri con loro due, non lo hanno ancora capito. Chi
riuscirà a capirlo per prima avrà vinto, prima ancora di
gareggiare.
GdS
GdS 20 VIII 2005 -
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