Fazio
CHI
Più d’uno, in Italia e all’estero, si chiede cosa stia
succedendo, visto che il Governatore della Banca d’Italia, in
carica dal 4 maggio 1993 e ora di fatto sfiduciato da gran parte
delle forze politiche e delle Autorità, non fa una piega e resta
al suo posto da cui formalmente lo potrebbe togliere solo un
voto a maggioranza qualificata (almeno 2/3 dei presenti che però
devono essere almeno 2/3 dei componenti Il Consiglio Superiore
della Banca d’Italia (sono 13 eletti uno per sede) , via che
comunque non verrà percorsa. Per cronaca le sedi sono: AN, BA,
BO, CA, FI-LI insieme, GE, MI, NA, PA, Roma, TO, TS, VE
COSA
Come il Papa il Governatore è a vita, salvo revoca naturalmente,
condizione assolutamente teorica. Lo supera in fatto di poteri,
leggendo l’art. 25 dello Statuto che, cosa interessante, ha la
stessa età di Berlusconi avendo Re Vittorio E. III firmato a San
Rossore il Regio Decreto 1067 l’11.6 del 1936. Tre mesi prima
circa era uscito il R.D.L. 375 in base al quale “La Banca
d’Italia è un Istituto di diritto pubblico”.
Dal 1 gennaio 2002 il suo capitale è costituito da 300.000 quote
di 0,52 €uro l’una per un totale di 156.000 €uro. Non tutti
possono essere soci, ma solo i cinque tipi di soggetti indicati
all’art. 3, e cioè Casse di Risparmio, Istituti di Diritto
Pubblico e Banche nazionali, certe SpA, Istituti di Previdenza,
Istituti di Assicurazione. Tutte queste notizie sono alla base
dell’attuale situazione, si fa per dire, di stallo, che ha tre
filoni di analisi.
PERCHE'
1) Fazio non si dimette perché dimettendosi – dicono i suoi
amici – ammetterebbe di avere colpe – lo accusano di non essere
stato arbitro imparziale come da ruolo - che invece sostiene di
non avere. Ci sono due aspetti. Innanzitutto la questione della
difesa di interessi nazionali rispetto al principio della
libertà di concorrenza in Europa, posizione che dalla gente
comune è peraltro condivisa. Cosa si fa altrove? Lasciamo
perdere il clamoroso caso, per l’energia, dell’EDF, e stiamo nel
mondo bancario. La differenza è che altrove le cose restano nel
giro degli addetti ai lavori mentre in Italia vanno sui
giornali, corredate da intercettazioni telefoniche e quant’altro
(e da posizioni della moglie che avrebbe fatto meglio a stare ai
fornelli senza nuocere, com’è stato, al marito). Il secondo
aspetto: ma in occasione delle due scalate, BNL e Antonveneta,
Fazio ha fatto solo di testa sua senza sentire qualche parere
autorevole, anzi, articolati pareri autorevoli? Si sa che la
vittoria ha molti padri e la sconfitta è orfana, per cui oggi
gli autorevoli sono seguaci del detto “Non c’ero e se c’ero
dormivo”.
2) E’ Fazio attaccato alla poltrona con l’Attack? Abbiamo
illustrato avanti qual’è il meccanismo di elezione del
Governatore. I magnifici 13 sono il risultato di singoli
establishment e, globalmente, di un establishment di secondo,
alto, livello con il direttore generale Vincenzo Desario, i vice
Pierluigi Ciocca e Antonio Finocchiaroci sono i consiglieri
Angel Barovier, Paolo Blasi, Paolo De Feo, Giampaolo de Ferra,
Paolo Emilio Ferreri, Paolo Laterza, Rinaldo Marsano, Cesare
Mirabelli, Gavino Pirri, Stefano Possati, Mario Sardella,
Nicolo' Scavone, Roberto Ulissi, Giordano Zucchi. Un “blocco”
possente, al punto tempo fa da avere il sopravvento su Tremonti,
con conseguente indebolimento anche di Berlusconi. La sfiducia
corre fuori dunque, non dentro. Potrebbero cambiare le cose
unicamente se venissero certezze di linea e di nomi. Ma qui le
cose si complicano.
3) Il problema è infatti, se Fazio se ne va, di chi mettere al
suo posto. A questo punto l’altro blocco che si è di fatto
riunito e unito nella posizione negativa, e cioè Governatore a
casa si disarticola subito.
C’è chi – quanta memoria corta in
chi scrive oggi! – di Fazio 12 anni fa non ne voleva proprio
sapere con una lotta abbastanza sotterranea ma non del tutto.
Questi ambienti avevano loro idee e loro posizioni, non certo
cambiate. Ci sono schieramenti diversi di ambiti industrial-finanziario-editoriali. Ci sono ipotesi molto diverse
nel mondo politico. Ci sono reti anche oltre confine. C’è
internazionalmente una caduta di affidabilità dell’Italia, in
parte inevitabile, in parte forzata. Fazio e il suo
establishment lo sanno bene perché per loro è un punto di forza.
Lo sa anche il Quirinale che sa pure che non esistono “uomini di
garanzia” Ce ne sono un paio, di grande capacità ma di scarsa
caratura internazionale. Resta la soluzione interna, comunque di
indebolimento.
CAPITO?
E allora? Stallo permanente? No. Fazio andrà a casa solo dopo
un’intesa ovattata e discreta con qualche passo indietro di
tanti e con un conto da pagare nella scelta del successore, e
con un riconoscimento pubblico, forse anche sul Colle.
Alberto
Frizziero
P.S. MISTERO.
Si attende, magari anche per effetto di ulteriori
violazioni del segreto istruttorio, di conoscere l’andamento
della indagine sulla violazione del segreto istruttorio e sulla
pubblicizzazione delle intercettazioni telefoniche. Palazzo di
Giustizia di Milano: se ci siete battete un colpo.
GdS 10 IX 2005 -
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