9 30 3 BERLUSCONI E LA GEOMETRIA: CVD
Berlusconi e la geometria: cvd. Un tempo, quando si andava a scuola nell'ora di geometria fioccavano le dimostrazioni. Per esempio si doveva dimostrare che in un triangolo retto l'ipotenusa era minore della somma degli altri due lati. Tesi, ipotesi e poi arrivati in fondo alla dimostrazione si scriveva appunto cvd ovvero "come volevasi dimostrare".
L'analogia non riguarda il fatto che un triangolo abbia tre vertici (Berlusconi, Bossi, Fini, in ordine alfabetico, ma forse non solo). L'analogia riguarda invece noi, il nostro giornale ed in particolare l'autore del presente commento.
All'indomani dello strappo, dell'espulsione di Fini dal PdL, abbiamo testualmente scritto: "Successo tattico ma errore strategico". Sono passati i giorni, si è arrivati alla fiducia in Parlamento, con la maggioranza parlamentare più ampia mai avutasi eppure la situazione è tale da dare ragione su tutta la linea a tale valutazione. Tale da poter e dover scrivere "Successo tattico ma errore strategico", cvd, come volevasi dimostrare.
Com'è ora la strada per il Governo? Il semaforo è rosso ma non calza l'analogia politica. Il PD è a livelli infimi fato che il 24% è il dopo fusione fra gli ex comunisti e la Margherita. I compagni di viaggio affidabili nella prima fase, quella del farfuorismo ('far fuori Berlusconi') ma non affidabili nella fase successiva, quella della costruzione in positivo. Di Pietro è incalzato dai grillini e quindi deve fare con il comico a chi fa la voce più grossa. Casini, Rutelli e compagni inseguono un ipotetico polo di centro incoraggiati da alcuni salotti buoni che però possono portare magari il Premier dal nome illustre, ascendente persino a metà 19° secolo un senatore, marchese, di nomina reale. Abituato alle Presidenze (Fiat, Ferrari,m Confindustria) ma non a quelle che arrivano soltanto attraverso il voto degli italiani. Tremonti non gliel'ha mandato a dire attraverso terzi: in Italia non ci dive essere il Governo 'dei migliori' ma il Governo degli eletti. In una democrazia effettivamente le cose funzionano così.
I finiani vogliono il riconoscimento che il Governo a due gambe, B-B (ma non quelle della Bardon che erano altra cosa rispetto a Berlusconi e Bossi), è diventato a tre: B-B-B essendosi aggiunto Bocchino che guida la nuova formazione non potendolo fare Fini quale Presidente della Camera. A queste trombe rispondono le campane dell'opposizione che pure schiera un trio B-B-B vale a dire Bersani, Bindi, Buttiglione. Poteva esserci il quarto B, Bertinotti, ma ha dato forfait all'ultima consultazione elettorale. Non ci sarà da questionare ogni giorno, anche perché non aspetterebbe altro la Lega per tirare le somme e andare a fare incetta di voti a stare ai sondaggi mentre le elezioni non piacciono a parecchi al di là delle dichiarazioni categoriche e talvolta roboanti. Le forche caudine per la maggioranza verranno su due o tre nodi, primo fra tutti il nodo Giustizia. Formalmente non faceva parte del programma per cui i figiani sono legittimati ad assumere qualsivoglia posizione. In concreto sarà un terreno da do ut des che potrebbe anche essere soltanto di pura natura politica, a spese della Lega. Gioco difficile per via dello spettro delle urne.
Alziamoci e voliamo un po' più in alto. Strategia? Il centro-destra ne avrebbe una sola che però ha maggiore difficoltà rispetto a quella che incontra chi volesse far passare nella cruna di un ago il Direttore del Foglio Ferrara. Politicamente non bisogna mai dire mai. Certe volte l'impossibile qualcuno riesce a farlo subito mentre per i miracoli occorre un po' più di tempo. L'impossibile è costituito da una ricomposizione del rapporto politico fra PdL e Figiani. L'alternativa è una graduale consunzione del centro-destra, una erosione più accentuata ai livelli regionali e locali, il maltempo a livello romano, se di tipo primaverile o di caratteristiche alluvionali dipende dalle persone. Rafforzamento 'padano' della Lega, discesa del PdL, presenza non esaltante dei Finiani, Berlusconi, anche se non subito, a casa, fiato corto per Fini, governo, a tal punto, 'dei migliori' e dei salotti e di corte prospettive. Il B di Arcore e l'F di Bologna sono riusciti a rendere, al confronto, idilliaci i rapporti tra cani e gatti o quelli tra romanisti e laziali. Sul piano meramente politico la ricomposizione del centro-destra sarebbe infatti ipotesi meno cervellotica di quanto non si pensi e sicuramente la più gradita alla stragrande maggioranza dei parlamentari. Se la via non fosse questa il mandato non finirà nel 2013 ma assai prima. Dopo le elezioni, da chiunque formato e sostenuto, il Governo sarebbe la debolezza eretta a sistema con titte le conseguenze del caso. La nuova Presidenza della Repubblica nel 2013 diventerebbe un azzardo politico, il futuro del Paese un interrogativo. S'intende che la situazione è speculare anche perché non saranno, per forza di cose, le litanie di Grillo o le geremiadi di Di Pietro o anche la posizione eustorgica di Vendola a ridare fiato alla sinistra nella quale, volere o no, una certa diaspora esiste e un certo malessere nei moderati 'cattolici' esiste.
Consolazione viene dalle diverse trasmissioni-spettacolo da settimane, chiunque siano i partecipanti a questa o quella corrida, nelle quali prosegue la ripetizione continua delle stesse cose, precise, identiche. Ci sarebbe da proporre ai conduttori di mandare in onda una trasmissione del mese scorso o di prima ancora: Non se ne accorgerebbe nessuno.
Il bello è che c'è chi ha il coraggio di considerare questa meglio della prima Repubblica!!!
Alberto Frizziero