Magistratura - Magistrati e Berlusconi - Ieri - Le previsioni - Colto nel segno

A LAS CINCO DE LA TARDE.,VISTO GIUSTO. IL PREGIO DELLA SINCERITA'

La citazione di un mio editoriale del 10 e 11 marzo del 2013 mi ha spinto ad andare a rileggerlo. Non solo ma anche a ripubblicarlo. Sono passati 7 anni, due mesi, 27 giorni e in questi giorni è tornata fuori la quesione "B", Berlusconi.
Non entriamo nel merito. Vogliamo solo offrire al lettore una analisi che può essere o non essere condivisa ma comunque tale da fissare alcuni paletti inequivocabili guardando le cose con serenità e ricerca di obiettività. Ne è comunque dimostrazione la condivisione che allora ebbero i due articoli, fusi in uno, indipendentemente dalla posizione politica di chi li aveva letti. Buona rilettura.
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Titolo: SILVIO BERLUSCONI, A LAS CINCO DE LA TARDE (x) - 11 marzo 2013

 La Magistratura vuole rispetto. Non lo chiede. Vuole sta a significare che per sua natura non può che essere rispettata. Il rispetto é un elemento fondamentale, persino quando ci fossero errori, reali o creduti tali (purché ovviamente valga il detto "errare humanum, perseverare autem diabolicum").

La Magistratura vuole rispetto come però, ci pare doveroso sottolinearlo, altre Istituzioni, in primis la Presidenza della Repubblica fino, in giù, al Sindaco che sebbene eletto da una parte rappresenta l'intera sua comunità.

Anche le sentenze esigono rispetto, non però, come dice qualcuno senza poterle discutere. Ci sono tre gradi di giudizio proprio perché una sentenza non basta. Né esiste il dogma dell'infallibilità (vacilla persino quello del Papa).

In tutto, sempre secondo la saggezza latina "Est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citaque nequit consistere rectum" (Orazio, Satire, 1, 1, 106): C'è una misura nelle cose; vi sono precisi confini, oltre i quali non può esistere il giusto."

Quei confini ci pare li abbiano oltrepassati e li oltrepassino in tanti.

Né pro né contro Berlusconi

Noi non siamo qui a difendere il cavaliere perché non é questo il tema di questo nostro dire. Chi é interessato vada a consultare la pagina di Wikipedia sui procedimenti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi. Un elenco nutritissimo. Che sia un angioletto, - pro -, scorso l'elenco, non ci si può azzardare a dirlo ma - contro -, certamente siamo fuori di ogni oggettiva logica.

Obiettivamente la serie 'pressoché ininterrotta di indagini, inchieste, accertamenti fiscali, incriminazioni contro di lui, i familiari, i collaboratori a vario titolo, le società e le imprese che a lui facevano capo' non può non fare venire qualche dubbio anche al più fiero avversario del cavaliere.

Ci é capitato per caso un elenco risalente a quasi 13 anni fa contenuto in un esposto 'da lui prodotto alla Procura della Repubblica di Brescia: 121 accessi della polizia giudiziaria agli uffici ed aziende del gruppo per operare perquisizioni o assumere informazioni e documenti, 26 indagini avviate contro la Fininvest e le società collegate, 10 indagini sfociate in procedimenti penali contro di lui' in neanche un paio d'anni dopo Napoli. Di ogni colore le imputazioni e 'per le ragioni più disparate: falso in bilancio e appropriazione indebita per la compravendita di un terreno a Macherio, corruzione di un funzionario dell'amministrazione tributaria per agevolazioni sull'Iva dovuta da Telepiù, falso in bilancio per un pagamento in nero nell'acquisto di un giocatore per la squadra di calcio del Milan, appropriazione indebita e falso in bilancio nell'acquisizione della società cinematografica Medusa, falso in bilancio nella gestione di Fininvest e di Edilnord, finanziamento illecito al Psi nell'affare All Iberian eccetera.

Da aggiungere poi lo stuolo delle altre chiamate in causa in questi altri 13 anni.

Casini

Obiettivamente c'é da restare sconcertati. Lo é rimasto persino uno che da anni é diventato oppositore costante di Berlusconi, Pierferdinando Casini, che in più di una circostanza ha assunto posizioni critiche. Una per tutte, quella al TG1 del 23.1.2010: ''Berlusconi polemizza quasi sempre contro di me, qualche volta io contro di lui. Ma proprio per questo devo dire che qualcosa di sospetto c'e'. Un certo accanimento giudiziario verso Berlusconi -lo pensavo negli anni scorsi, lo penso anche oggi - c'e'''. Con, in altra occasione, la definizione di ''strabismo giudiziario'' nei confronti di Silvio Berlusconi, che ha portato ad un ''eccesso di accanimento giudiziario'' nei suoi confronti. E poi a Porta a Porta ''Abbiamo massimo rispetto per la magistratura e polemizziamo con una parte della magistratura, a volte accecata da faziosita' di carattere politico. E' innegabile che ci sia un eccesso di accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi. E questo perche' evidentemente a qualcuno ha dato fastidio il fatto che Berlusconi sia sceso in campo per fare politica''.

Noi

Ci va di riprendere un nostro articolo pubblicato il 20 aprile del 2011 sul n. 11 de 'La Gazzetta di Sondrio" dal titolo 'ACCANIMENTO GIUDIZIARIO - ACCANIMENTO ORATORIO '. Uno stralcio:

"Questione giustizia. ...'impressione che abbiamo è quella di un braccio di ferro. All'accanimento giudiziario si ha l'impressione che Berlusconi, particolarmente in questi ultimi tempi, stia rispondendo con un accanimento che chiamiamo oratorio. Non passa giorno che non ci sia la consueta invettiva contro 'la parte politicizzata della Magistratura'.

Sbaglia.

Si può capire lo stato d'animo, acuito dalla quasi contemporanea fioritura di processi a suo carico, ma la reazione è tale da far dire a suoi seguaci che in questo modo rischia di passare dalla parte della ragione a quella del torto. Rischia poi, come gli è capitato in qualche dichiarazione a caldo, che gli scappino generalizzazioni insensate. Anche chi pensa che alla Procura di Milano non si veda l'ora di poter arrivare alla condanna del Premier, riconosce un errore trascinare nel giudizio 'la Magistratura', gran parte della quale non è in o con Magistratura Democratica".

Restiamo della stessa idea di allora.

Certo, anche ammesso che le coincidenze di questi giorni fossero del tutto casuali, non volute, il dubbio, volere o volare resta. Ad esempio sul procedimento relativo alle intercettazioni Fassino Consorte nel processo Unipol, con l'ipotesi di reato di rivelazioni di segreto d'ufficio, per il quale è stata richiesta la condanna dei fratelli Berlusconi, due domande vengono pure a tutti, o quasi.

- La prima riguarda il reato. Dal Palazzo di Giustizia di Milano per anni é uscito di tutto finendo sui giornali, maggior parte delle cose proprio contro Berlusconi. Mai mosso un dito. Siamo in presenza forse del primo caso in assoluto di perseguimento di tale ipotesi di reato!

- La seconda domanda riguarda la tempistica. Le richieste di condanna arrivano in questi giorni. Il rinvio a giudizio é di un anno fa, a febbraio del 2012. Come si fa a non restare sconcertati?

Sconcerto peraltro iniziato a Napoli, oltre 18 anni fa.

L'episodio Napoli 1994

Il 21 novembre del 1994 si é consumato un atto che non é esagerato definire di alto tradimento del Paese. Due giornalisti - l'accusa non é a loro ma a chi li ha riforniti di documentazione - del Corriere della Sera, dopo un summit dello staff del Corriere della Sera, si danno da fare e tornano con una fotocopia dell'invito a comparire che la Procura di Milano stava per inoltrare di lì a Berlusconi.

Non c'era nessun motivo di urgenza giudiziaria. Poteva essere fatto recapitare il lunedì, la settimana successiva, a Roma, ad Arcore, non importa dove.

Se non c'era nessun motivo di urgenza giudiziaria c'é da concludere che in realtà c'era un motivo di urgenza politica.

Berlusconi a Napoli stava presiedendo la conferenza internazionale sulla lotta al crimine, presenti i grandi della terra, del G7, con gli occhi di tutto il pianeta puntati sul Vesuvio, accreditati migliaia di giornalisti. Nella notte un ufficiale della Finanza percorre la penisola arrivando di mattina presto da Berlusconi per la notifica mentre il Corriere della Sera é in corso di distribuzione nelle edicole con la notizia vistosamente pubblicata in prima pagina. Risalto enorme in tutto il mondo.

Chi ha fatto, chi ha dato la fotocopia? Noi l'abbiamo scoperto e più volte pubblicato, in questa circostanza come in centinaia di altre quando su alcuni giornali regolarmente veniva pubblicato quel che era stato verbalizzato ore prima. Non lo sappiamo ma l'abbiamo dedotto. I magistrati? Al di sopra di ogni sospetto. Il cancelliere? Al di sopra di ogni sospetto. Polizia giudiziaria? No, perché la fotocopia é arrivata prima al Corriere prima che venisse consegnata all'ufficiale per la notifica. E allora chi? Ma, unica ipotesi che resta, alla donna delle pulizie naturalmente la quale avendo accesso agli uffici, non intendendosi di quelle cose, per sbaglio é uscita con qualche carta. Ricostruzione ovviamente paradossale e fantasiosa lasciando però ai lettori le deduzioni che vogliono fare.

Perché alto tradimento? Perché tutto il mondo ha avuto l'immagine di un Paese che al vertice ha scelto chi ha dei conti con la giustizia che sta presiedendo un summit contro la criminalità.

Il danno a Berlusconi é stato evidente con la fine, poco dopo, del suo Governo, ma non é questo il punto che ci interessa. Il danno gravissimo é stato quello per il nostro Paese, procurato per fini di potere interno. I tentativi di spiegazione, semplicistici a dir poco, venuti da qualcuno del Palazzo di Giustizia di Milano avrebbero avuto un qualche valore solo se fosse stata perseguita la violazione del segreto istruttorio. Ma se lo si fosse fatto, seriamente, come sarebbe andata a finire...?

Da sottolineare che allora il nostro commento del tenore di cui sopra sulla prima pagina del settimanale Centro Valle, seguitissimo con 17.000 copie diffuse in una provincia di 175.000 abitanti, ebbe un consenso generale, anche da settori che vedevano il leader di Forza Italia come il fumo negli occhi...

Leggi ad personam

Si, qualcuno obietta, ma come la mettiamo con le leggi ad personam, talora contraddittorie, l'una allungando i termini, l'altra restringendoli e via dicendo?

Abbiamo invitato i lettori a consultare la pagina dei procedimenti su Wikipedia e ciascuno si faccia l'opinione che crede. Abbiamo riportato lo stralcio di un nostro articolo di quasi due anni fa, quello della valutazione di un vero e proprio 'braccio di ferro' che in questi giorni registra la squinternata pagina della uscite di Berlusconi e della visita fiscale della Boccassini.

Abbiamo criticato, e critichiamo, le invettive contro la Magistratura in genere ma critichiamo anche quelle contro singoli magistrati che obiettivamente danno l'impressione, vera o no che sia, di quell'accanimento giudiziario di cui parlava Casini. E che magari sono anche controproducenti.

Quello che ci interessa é dove si andrà a finire.

Domani, alle cinque

- A las cinco de la tarde. Eran las cinco en punto de la tarde. Un niño trajo la blanca sábana a las cinco de la tarde. Una espuerta de cal ya prevenida a las cinco de la tarde. Lo demás era muerte y sólo muerte a las cinco de la tarde.

- Alle cinque del pomeriggio. Erano le cinque del pomeriggio. Un bambino portò il lenzuolo bianco alle cinque del pomeriggio. Un cesto di calce alle cinque del pomeriggio.

Il resto era morte e solo morte alle cinque del pomeriggio (x).

Abbiamo l'impressione che l'accanimento di cui s'é parlato avrà finalmente la sua vittoria. Se questa sarà totale, vale a dire con la pena accessoria (art. 28 del Codice Penale) dell'interdizione dei pubblici uffici Berlusconi verrebbe privato del diritto di elettorato attivo e passivo e di ogni altro diritto politico, da ogni pubblico ufficio e di ogni incarico. Conseguente la sua fuoriuscita obbligata dal Parlamento, un fatto che non sarà senza conseguenze di carattere politico anche perché l'interdizione dei pubblici uffici, che non vieta l'esercizio della politica, creerebbe oltre sette milioni di orfani.

Una volta che sarà il momento di dire "consummatum est" (con la precisazione del caso per il laico accostamento. Per Wikipedia infatti non c'é solo la fonte evangelica ma ci si serve di quell'espressione anche "per commentare la rovina o la fine di un nemico, rallegrandosene"), e conclusi da parte di tanti i festeggiamenti c'é da passare alla speranza. Di cosa? Che ci si accorga che é venuta l'ora di riscoprire Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède et de Montesquieu e il suo "Esprit des lois" ( - sulla separazione dei poteri - ndr) facendolo studiare a quanti quello spirito non l'hanno nel loro DNA, e non sono pochi.

Alberto Frizziero

(x) di Federico del Sagrado Corazón de Jesús García Lorca

Alberto Frizziero

www.gazzettadisondrio.it 10.3 n.7/2013, anno XVIIl
ripubblicato oggi 7.7.2020

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