PECHINO VAL BENE UNA MESSA
Sono stata "incollata" alla TV, cosa che odio grandissimamente, per seguire in diretta l'inaugurazione delle Olimpiadi a Pechino (Cina), per considerare le molte critiche - da ogni punto di vista: politico, religioso…- che erano state mosse a questo grande Paese, fermentato da tante culture diverse, dalle ore 14 (ora italiana alle sedici) in poi.
Non mi vergogno a dire che lo spettacolo grandioso e universalisticamente comprensibile da tutto il globo, visto le alte tecnologie adoperate dai tantissimi (e bellissimi) cinesi odierni, mi ha scosso fin nel profondo delle mie visceri. Sì, ho pianto e - nello stesso tempo - mi sono chiesta il perché la politica è così irriducibile di fronte a spettacoli di tanta grandiosa abilità umana e si appella a tantissime cose che hanno a che fare con la coscienza individuale di ogni essere umano, riconosciuta sovrana anche dal Concilio Vaticano II. Lo sport e ciò che abilmente sanno mostrare gli individui, nulla hanno a che fare con la loro anima che, pure, li spingerà a misurarsi nei vari campi, per vincere.
Esattamente, oggi 8 agosto alle 8, 8 minuti e 8 secondi sono cominciati i Giochi Olimpici 2008. Per la cerimonia inaugurale che ho visto in diretta alle ore 14 italiane, su Raidue, si sono ammirati colori, sentimenti e sensazioni che dovrebbero caratterizzare i giorni di gara in terra di Cina. La cerimonia rimane il "manifesto" dei Giochi. Lo sforzo di Pechino 2008 è stato enorme. Le immagini hanno dato conferma della grandiosità delle scene allestite con migliaia di figuranti per tre ore e mezza di spettacolo nella cornice del nuovo stadio "nido d'uccello". Il via, come detto, alle 8.08 per dare un segnale benaugurante oltre ogni dubbio. L'Olimpiade è cominciata l'8-8-08 alle 8 e 8 minuti (e 8 secondi) di sera. L'8 è considerato un numero portafortuna nella tradizione cinese(vuol dire ricchezza, abbondanza di ogni bene). La direzione dello spettacolo è stata affidata al regista di "Lanterne Rosse" e "La foresta dei pugnali volanti", Zhang Yimou che ha diretto con maestria una folla di 15mila comparse. Egli è uno dei registi più amati dall'Occidente, specie dalla Mostra di Venezia dove ha presentato più volte suoi lavori molto applauditi (Lanterne rosse; La storia di Qui Ju; Non uno di meno…) Un'ora di rappresentazione con due parti distinte per l'era antica e quella moderna della Cina. L'inno olimpico, prima del discorso ufficiale di Hu Jintao, è stato cantato dalla cinese Liu Huan e dalla britannica Sarah Brightman. Poi il via alla sfilata delle 205 delegazioni nazionali, in una sequenza legata ai caratteri dell'alfabeto cinese e quindi insolita. Italia, in giacca argentata,ha sfilato come 191esima con il portabandiera Antonio Rossi!
Ovviamente, è necessario che io spieghi il titolo del mio articolo.
E' quello che farò, sebbene la faccenda potrà interessare ben pochi.
I cinesi, nel loro insieme sociale e culturale, sono atei, confuciani, taoisti, buddhisti, islamici e di altre tantissime credenze. Purché queste non contrastino con le regole o le leggi emanate per tutti dal governo. Infatti, la politica dell'odierno governo cinese, che non mette più al centro dei mass media l'idea comunista, fa diminuire sul versante ideologico i fattori limitativi della libertà religiosa. Mentre nel passato si permetteva solo un tipo di verità, oggi c'è la possibilità concreta di consentire l'esistenza di un pluralismo ideologico.
Però il governo cinese presta massima attenzione alla propria indipendenza nei riguardi delle connessioni tra la chiesa cinese e quella estera, inoltre il problema delle nazionalità induce il governo cinese ad avere più tolleranza nei confronti delle religioni praticate dalle minoranze nazionali.
L'abbandono del marxismo ha lasciato una lacuna nell'ideologia, da cui sorge una grave crisi morale; nella Cina d'oggi, i rapporti tra gli uomini sono diventati molto conflittuali per la tensione altissima determinata dal rapporto esistente tra le risorse materiali e la sovrapopolazione; i mercati sono pieni di merci contraffatte e di bassa qualità; si adora soltanto il danaro e non si crede in niente altro. Di fronte a questa situazione, si stanno rivalutando i valori delle religioni, adesso si parla con sempre maggiore frequenza degli aspetti positivi delle religioni: ad esempio si riconosce che nelle zone in cui abitano in maggioranza credenti, il tasso criminale è più basso e il livello dello sviluppo sociale è più alto rispetto ad altre zone.
Riguardo agli effetti storici dei missionari occidentali, si comincia a vedere la loro presenza come momento di diffusione di cultura; pertanto la tomba del padre Matteo Ricci (il primo cattolico ad arrivare in Cina) è stata riparata e si è organizzata una conferenza per commemorarlo. Poi si è scoperto che i diplomatici più prestigiosi del partito comunista sono quasi tutti laureati in università religiose; di fatto, le chiese hanno organizzato in Cina numerose opere di carità: orfanotrofi, ospedali, scuole e università.
Nel campo della filosofia, alcuni vedono le religioni come una questione fuori la scienza, riconoscono la limitatezza della scienza e le ragioni esistenziali delle religioni, delle quali non si può dimostrare né la verità né la falsità.
Nel campo del diritto, si comincia a riconoscere che sarebbe meglio se qualsiasi azione umana fosse giudicata dalle "tre corti", cioè la corte del diritto, la corte della morale e la corte di Dio; la mancanza dell'ultima corte sarebbe alla base dell'infelicità della Cina.
A seguito dei fattori suddetti, ci sono argomenti per sostenere che l'atteggiamento del governo cinese nei confronti delle religioni stia diventando sempre più tollerante e che la libertà religiosa goduta dai cittadini cinesi stia diventando sempre più attuale.
Oggi, però, è meglio dire che gli atleti giochino e vincano secondo le loro capacità,.
Domani, forse, ci si potrà interrogare su quanto utile sia una presenza religiosa in Cina.
In altri termini e per quanto ho visto, Pechino 2008 vale bene una messa (ma quale?).
Maria de Falco Marotta