UNA PREMESSA SGANGHERATA, RIFORMA BISLACCA, (SOPPRESSIONE DELLE PROVINCE COSI' COME SANCITA) NON PUÒ CHE PRODURRE RISULTATI DA FARSA 12.3.10.13
La nostra nota
Ci perviene un interessante commento sul tema della soppressione delle Province. Non di chi difende poltrone, non di chi è mosso da una visione conservatrice, non da chi vuol mantenere privilegi. Ne scrive un esponente di Sinistra Ecologia e Libertà e precisamente il coordinatore provinciale di Siena. Pubblichiamo volentieri per dimostrare a coloro che senza sapere, senza studiare, senza approfondire da tempo tuonano il "dalli all'untore", in questo caso rappresentato non dai monatti ma dalle Province, come si deve fare: usare le meningi. Quanto scrive Menchiari ("Per impostare un ragionamento quantomeno razionale, la discussione dovrebbe partire dall'analisi delle funzioni esercitate e da chi le esercita, ovvero definire il chi fa che cosa e poi ...") i nostri lettori lo hanno già ripetutamente letto. Le soluzioni finali potrebbero essere diverse in funzione delle diverse posizioni politiche ma il metodo no. Tutti, quale sia la tessera, reale o ideale, che hanno in tasca hanno il dovere di adottare decisioni ponderate, il che significa di collegare la bocca al cervello prima di parlare. Nella fattispecie di cercare di vedere cosa succede se si cambia. Nella fattispecie fare almeno tre simulazioni per classi di popolazione della diverse province. Ci vorrebbero pochi giorni. Aree metropolitane a parte si prenda una Provincia di notevole grandezza non 'città metropolitana', una media e una piccola, magari montana. Si veda quali funzioni possono essere trasferite ai Comuni o alla Regione. Si rassegni il risultato alle Commissioni Affari Costituzionali di Monte Citorio e di Palazzo Madama. Parallelamente si veda il caso di Province obiettivamente un non senso, con capoluoghi distanti pochi km. E poi si proceda. Non come ora che come metro di riferimento si é usata quella unità di misura antica, che si basa sulla distanza tra le punte del pollice e del mignolo, detta comunemente spanna. Da chi? Dagli 'esperti tecnici' di cui parla ancora Menchiari ai quali deve essere cambiato il nome: non già 'esperti' ma semplicemente 'inesperti'.
(frizziero)
La nota di Melchiari
"Di tutte le riforme bislacche che questo Paese ha subito, quella che doveva prevedere la soppressione delle Province, mi sembra rappresenti un esempio di alta scuola in quanto ad approssimazione".
Chi scrive è ben lontano da posizioni conservatrici e ritiene necessaria una revisione profonda del sistema istituzionale che sia capace di coniugare democrazia con efficienza, che sappia garantire trasparenza nei processi decisionali contenendo i costi e razionalizzando le risorse.
Per impostare un ragionamento quantomeno razionale, la discussione dovrebbe partire dall'analisi delle funzioni esercitate e da chi le esercita, ovvero definire il chi fa che cosa e poi individuare su ogni funzione eventuali inefficienze e mancanza di trasparenza. In realtà la discussione che si è sviluppata in Italia, anziché muovere da una riflessione razionale e politica, si è mossa su un sentimento irrazionale e di rivalsa contro la politica, ovvero ancora una volta, la politica ha dimostrato di non essere all'altezza del suo ruolo spalancando le porte all'antipolitica. Quindi, si è deciso di sopprimere un pezzo del sistema istituzionale (tra l'altro quello meno costoso) senza definire chi avrebbe dovuto svolgere quelle funzioni, con quali risparmi, con quali livelli di efficientamento e con quali risultati in termini di trasparenza decisionale.
Naturalmente, come era ovvio, una premessa sgangherata non può che produrre risultati da farsa. Gli esperti tecnici che ci governano, si sono accorti che le Province svolgevano alcune funzioni difficilmente trasferibili ad altri nel contesto dato, quindi la soluzione è quella di trasformare le Province da organo elettivo in organo di secondo grado, non elettivo ma con funzioni addirittura rafforzate rispetto a prima. Morale della favola, avremo ancora un organismo che dovrebbe svolgere le stesse funzioni di prima, ma anziché eletto sarà nominato, quindi senza legittimazione democratica, senza rilevanti riduzioni dei costi ma quel che è peggio decisamente e inesorabilmente inefficiente come lo sono quasi tutti gli enti di secondo grado.
Ma se invece di abolire le Province, avessimo abolito tutti gli enti di secondo grado (ATO, Consorzi di Bonifica, enti e agenzie varie), non avremo efficentato il sistema, ridotto i costi e garantito la necessaria trasparenza?
Michele Menchiari (x)
(x) Coordinatore Provinciale SEL Siena