CENTO ANNI, IL 12 LUGLIO, DEL CREDITO VALTELLINESE. UNA STORIA INTRECCIATA CON QUELLA DELLA VALLE (3- segue)
Questo 12 luglio
Questo 12 luglio, quello dei 100 anni dopo, è lo specchio della natura della banca, così come nata ai primordi dell'ultimo secolo del secondo millennio. Un giorno di festa ma, così come tutto il programma di eventi di questi mesi (vedere all'indirizzo http://www.creval.it/eventi2007/eventi2007.html ), nella gente, con la gente, per la gente. Nelle banche cooperative l'azionista con 1 o 10 azioni ha un voto come l'altro che ne ha 10.000 o 37.251. Viene in mente la sorpresa avuta quando aprendosi il primo nuovo sportello in Sicilia, di una delle tre banche entrate nel Gruppo Creval, quel mattino la piazza si riempì di fiori portati dalla gente, da tantissima gente. Quell'apertura era simbolo di speranza, voglia di futuro. Chi l'avrebbe immaginato? Nessuno. Succedeva così da noi in tempi ormai lontani, poi qui abbiamo perso l'abitudine…
Lo spettacolo pirotecnico finale appare sintomatico di uno sviluppo che è stato sì "pirotecnico" - anche per altro Istituto valtellinese - ma sempre nel quadro di quel sentire e di quell'operare che sono propri dei valtellinesi, ingredienti essenziali di quella qualità di cui possiamo essere non emotivamente ma razionalmente orgogliosi.
Le ragioni
Ricapitoliamo quanto già accennato nella prima puntata per arrivare poi ai giorni nostri.
La Valtellina all'inizio del Novecento è una terra che si regge in prevalenza sull'agricoltura ma che già si avvia ad affrontare i suoi primi passi verso un maggior sviluppo sociale e una crescita economica.
Le comunità rurali e montane della provincia di Sondrio scontano tuttavia ancora una certa arretratezza economica rispetto al più marcato sviluppo di altre zone del nord, e molta gente è così costretta a emigrare nella vicina Svizzera o addirittura nella lontana Australia.
È in questo scenario che un gruppo di persone, ispirato dai valori della dottrina sociale della Chiesa e dell'Enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII, decide di dar vita a un'iniziativa che favorisca il risparmio e che consenta l'accesso al credito anche alle classi meno abbienti.
Il 12 luglio 1908 a Sondrio si perviene così alla costituzione della Società Anonima Cooperativa a Capitale Illimitato denominata "Banca Piccolo Credito Valtellinese".
Gli intenti dei fondatori, espressi nello Statuto, sono molteplici: estendere il credito alle categorie finora escluse - agricoltori, proprietari, commercianti, professionisti, lavoratori, associazioni e cooperative -; concorrere col mezzo della mutualità allo sviluppo della piccola proprietà e della piccola industria; favorire le istituzioni cattoliche-sociali che operano per i meno abbienti. Dopo il primo sportello inaugurato a Sondrio, in pochi anni il Piccolo Credito Valtellinese apre altre sette filiali riscuotendo la fiducia dei risparmiatori: già nel 1913 il volume dei depositi è quintuplicato.
La Valle
La prima guerra mondiale non risparmia la Valtellina: sono 3.000 i soldati morti, altrettante le vittime dell'influenza spagnola. Nel dopoguerra i depositi risalgono, ma l'economia della valle attraversa un periodo di difficoltà. Nonostante il calo della produzione e delle liquidità, impulso e fiducia al territorio vengono dati dalle opere pubbliche, dai cantieri idroelettrici e dal turismo. Nel 1928 si inaugura la centrale elettrica Viola-Fraele, nei primi anni Trenta viene asfaltata la strada Colico-Bormio, a Sondalo comincia la costruzione del sanatorio, nasce il Parco Nazionale dello Stelvio.
Le tappe
Il risparmio riprende quota negli anni Quaranta, con l'aumento dei depositi bancari, che creano nuovo capitale da investire. Il Piccolo Credito Valtellinese rileva l'attività di casse rurali e banche locali. Gli anni della ricostruzione, che vedono tra i protagonisti il Ministro valtellinese Ezio Vanoni, fanno sentire i loro effetti. Cresce il giro d'affari del turismo, con 1 milione di presenze all'anno, e anche le imprese sportive testimoniano questa rinascita: al Giro d'Italia Fausto Coppi scrive sui tornanti dello Stelvio pagine memorabili, dall'alta valle proviene l'alpinista Achille Compagnoni che, il 3 luglio 1954 conquista, primo al mondo, la vetta del K2.
Nel '58 il Piccolo Credito Valtellinese festeggia il cinquantenario. La coerenza con i valori originari si ritrova nei bilanci, che destinano risorse alle istituzioni, operanti in aiuto dei bisognosi: ospedali, orfanotrofi, asili, parrocchie, oratori, patronati, scuole, associazioni. Queste somme, che nel 1943 ammontano a 205.000 lire, nel 1955 aumentano di oltre 50 volte, toccando quota 11.289.000 lire.
Gli anni Sessanta, quelli del boom economico, in banca segnano l'inizio del processo di meccanizzazione. Alla fine del decennio prende corpo la speranza di avvicinare la Valtellina alla pianura: iniziano i lavori della superstrada Lecco-Colico che finiranno quasi 20 anni dopo. Negli anni Settanta il Credito Valtellinese, grazie all'avvento di un giovane e dinamico gruppo dirigente, affronta con capacità e lungimiranza le problematiche dell'innovazione tecnologica che rivoluzioneranno a breve le modalità di approccio ai servizi bancari da parte di operatori e clienti. Nel 1973 nasce il Centro elaborazione dati, e due anni dopo si installano i primi terminali. Si comincia a guardare fuori provincia: preceduta da un ufficio di rappresentanza, nel 1979 viene inaugurata la sede di Milano del Credito Valtellinese.
Lo sviluppo accelera
Negli anni Ottanta l'informatica al Creval è di casa. Nel 1981 Giovanni De Censi diventa Direttore Generale, il titolo del Piccolo Credito Valtellinese entra in Borsa e viene quotato al mercato ristretto. Con l'ingresso in Technoleasing Italiana inizia la strategia di partecipazioni ed acquisizioni. Si concretizza il passaggio dalla dimensione di banca locale a quella di gruppo bancario. Tra il 1982 e il 1984 vengono costituite Bankadati Servizi Informatici, Stelline Servizi Immobiliari, e Deltas, società di formazione e consulenza manageriale. Il mensile "Successo" attribuisce al "Creval" il primo posto nella graduatoria delle banche più solide d'Italia.
Tra Banca e territorio si consolida un rapporto reciprocamente virtuoso. I Campionati mondiali di sci a Bormio nel 1985 sono la vetrina che offre l'immagine di una provincia bella e ospitale. E qualche anno dopo la Valtellina sarà vincente nel mondo con le medaglie di Deborah Compagnoni. Nell'87 viene ultimata la Lecco-Colico, tra il 1986 e il 1988 vede la luce l'aviosuperficie di Caiolo; poco lontano, un decennio più tardi, sorgerà il Valtellina Golf Club. Nel Refettorio del Palazzo delle Stelline a Milano il Credito Valtellinese inaugura la propria galleria d'arte con un evento di risonanza internazionale: una personale dedicata ad Andy Warhol.
L'estate del 1987, una devastante alluvione flagella la Valtellina: la provincia è in ginocchio: 53 vittime, paesi allagati, strade e ferrovie interrotte, decine di migliaia di persone evacuate, danni per 4.000 miliardi di lire. La risposta alla calamità arriva prontamente dallo Stato, con i fondi della Legge Valtellina, e dalla gente che, con volontà e tenacia, sa presto ricominciare la vita di sempre.
Gli anni Novanta registrano per il Gruppo Credito Valtellinese una serie importanti traguardi: il 17 marzo 1994 il titolo Creval entra nel listino principale della Borsa Valori di Milano. Nello stesso anno, prima banca in Italia, redige il Bilancio Sociale. Nel 1995 nel perimetro del gruppo entra il Credito Artigiano, banca fondata nel 1946 a Milano su ispirazione del Cardinale Ildefonso Schüster. Nel 1997 Technoleasing Italiana diventa Bancaperta, sviluppando l'offerta di servizi finanziari, banca on-line e banca-assicurazione. Nel 1998 l'espansione territoriale raggiunge la Sicilia, prima con l'acquisizione di alcune storiche banche popolari, poi con il loro riassetto attraverso la costituzione del Credito Siciliano.
La Fondazione
Nell'ultimo decennio ha preso ad operare la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese. L'impegno di solidarietà e la responsabilità sociale della banca per la crescita del territorio si sostituiscono alla tradizionale beneficenza. Ai contributi erogati a enti e associazioni si affianca un ricco programma di iniziative: orientamento e formazione scolastica ed universitaria, convegni, corsi, mostre d'arte, attività editoriali, tutela del patrimonio storico e artistico. Senza dimenticare il progetto Ospedale a Colori - nel 2004 il Creval, in collaborazione con Disney, allestisce con immagini di fiabe i corridoi del reparto di pediatria dell'Ospedale di Sondrio - o il progetto internazionale "Creval for Sri Lanka" che, grazie alle risorse della Fondazione e alle offerte dei clienti della banca, ha permesso di ricostruire, nel 2006, un villaggio nel paese asiatico martoriato dallo tsunami.
Ieri e oggi
Gli ultimi capitoli sono cronaca recente: le partnership con banche di forte radicamento territoriale come la Banca popolare di Ciociaria, la banca di Cividale e Banca Tercas; il rafforzamento patrimoniale con l'aumento di capitale da 1000 milioni di euro, integralmente sottoscritto dai soci; l'acquisizione da Intesa Sanpaolo di 35 sportelli in Lombardia e Piemonte; la nascita del Credito Piemontese, l'ultimo gioiello del Gruppo che già nel 2009, con il raggiungimento di quota 46 filiali, si appresta a diventare uno degli istituti di riferimento dell'area.
Oggi il Gruppo Credito Valtellinese, guidato dal Presidente Giovanni De Censi e dal Direttore Generale Miro Fiordi, è il sesto gruppo cooperativo in Italia, con dieci società, oltre 3.800 collaboratori, 5 banche territoriali, 431 sportelli in sei regioni, 750.000 clienti ed una base di oltre 100.000 tra soci e azionisti.
La chiave del successo
Molte cose sono cambiate da quel 12 luglio 1908, tante persone si sono passate il testimone, ma immutati sono rimasti i valori, propri di una banca popolare di matrice cattolica: sussidiarietà, solidarietà, cooperazione, radicamento nel territorio, vicinanza alle sue comunità e ai suoi bisogni, attenzione alla clientela, recettività ai cambiamenti e alle innovazioni, sostegno alle attività produttive, alle famiglie, alle organizzazioni non profit.
PERCHÉ IN 100 ANNI DI STORIA IL CREDITO VALTELLINESE HA CAMBIATO MOLTO, SENZA CAMBIARE MAI. Appunto: la chiave del successo.
Alberto Frizziero